Roma, nella Chiesa degli Artisti l’ultimo saluto ad Eleonora Giorgi. Verdone: “Giornata molto triste”
Presenti molti amici e colleghi. Il figlio Andrea: “Nostra madre era unica”. Sulla bara una sua foto nel celebre film “Borotalco”

Eleonora Giorgi e figli RomaIT.it
Il 5 marzo 2025, nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma, si sono tenuti i funerali di Eleonora Giorgi, scomparsa all’età di 71 anni a causa di un tumore al pancreas. L’attrice aveva affrontato la malattia con straordinaria forza e serenità, condividendo pubblicamente il suo percorso per infondere coraggio a chi viveva situazioni simili.
Funerali Eleonora Giorgi, le parole del figlio Andrea Rizzoli
La cerimonia è stata caratterizzata da momenti profondamente toccanti. All’esterno della chiesa, come da sue volontà, è risuonata la musica dei Pink Floyd, in particolare il brano “Wish You Were Here”, creando un’atmosfera di commossa partecipazione tra i presenti. La bara, adornata con una foto dell’attrice nel ruolo di Nadia del film “Borotalco”, è stata accolta in chiesa tra gli applausi e le esclamazioni affettuose della folla, che ha voluto così rendere omaggio alla sua carriera e alla persona.
Durante la funzione, il figlio Andrea Rizzoli ha condiviso un ricordo intenso della madre, sottolineando la sua capacità di dedicarsi alla famiglia nonostante gli impegni professionali e la sua determinazione nell’affrontare la malattia con dignità e fede:
“Volevo ringraziare tutti voi che siete entrati e chi l’aspetta fuori. Ognuno probabilmente l’ha conosciuta in qualche modo, personalmente o attraverso i suoi film. Questo ci riempie di gioia, è ciò che lei avrebbe voluto. Ho conosciuto tante Eleonora, ma vi voglio raccontare la madre. Fare l’attrice e avere figli non è facile, è un lavoro che ti consuma e ti porta lontano. Lei ha sempre trovato il tempo per noi, lo spazio per dedicarci il suo cuore, la sua attenzione. Quando abbiamo avuto dei problemi non ha provato a dirci e suggerirci come risolverli con le sue categorie, suggerendoci cosa fare se fosse stata in noi. Per questo lei rimane per me e mio fratello qualcosa di unico. Direte che ogni madre è unica, ma noi abbiamo avuto lei. Poi aveva tanti difetti, poteva essere intransigente, collerica. Questo ultimo anno è stato particolare, mai avremmo pensato di poterla perdere così giovane, ma quando c’è stata la diagnosi sapevamo che non sarebbe stato facile sconfiggerlo. A volte si dice che i malati di cancro intraprendono una lotta, sono dei guerrieri, mi scuserà il Monsignore ma sono tutte puttanate. Un guerriero è chi scende in battaglia con delle armi, ma chi è malato non ne ha. Si affida alla medicina, che non ha fatto grandi passi in questo campo, e all’amore delle persone che stanno accanto per le cure. Oppure si affidano alla fede e lei ne aveva. Per credere all’esistenza di Dio non ci vuole fede, ma basta la ragione. Quando ha deciso di rendere pubblico questo percorso è stato scioccante, perché chi sta male tende a chiudersi, vivere la malattia come fosse una vergogna. Per Eleonora non c’era speranza di guarire ma aiutare gli altri, mettendo in piazza il suo dolore in modo pubblico, senza guadagnarci alcunché, non cercando visibilità in chi è malato. Lo ha fatto perché dal primo giorno in clinica, ci siamo trovati davanti un bambino di sei anni. È stato molto toccante, ci siamo chiesti se avesse lo stesso male suo e non lo sapevamo. Ciò che so è che da quel momento ha deciso di vivere ogni momento col sorriso e ha riempito la vita di chi le è stato accanto con gioia. A me e Paolo hanno spesso detto di essere forti, ma noi siamo solo stati trascinati dalla sua voglia e determinazione di mantenere l’impegno fino alla fine. Vedendovi qui capisco che lei ce l’ha fatta e questo segno lo ha lasciato”.
Eleonora Giorgi, il ricordo dell’amico Carlo Verdone
Grande applauso per le sue parole. Anche dopo la chiusura della cerimonia ha ribadito il concetto ai giornalisti. Carlo Verdone, amico e collega, ha letto la preghiera degli artisti e, al termine della cerimonia, ha espresso parole di profonda stima per Eleonora, ricordandola come una persona di grande dignità e amore, capace di affrontare la malattia con coraggio e serenità:
“Una giornata molto triste, però ci ha lasciato un grande esempio, di grande dignità e amore. Si è esposta anche lei di persona nelle interviste, però raccontando la sua situazione e donando alle persone che soffrono come lei non speranza ma coraggio, forza”. Qualcuno gli fa notare che sulla bara è stata posta una foto di Giorgi nel ruolo di Nadia, quello di Borotalco per cui verrà ricordata: “Per me sarà sempre Nadia. Quello che mi ha colpito di più degli ultimi mesi è stata la sua grande dignità e signorilità, una pacatezza filosofica molto molto rara”.
La Chiesa degli Artisti, luogo simbolico per l’ultimo saluto a numerose personalità del mondo dello spettacolo, ha accolto familiari, amici e colleghi, tutti uniti nel rendere omaggio a una figura che ha lasciato un segno indelebile nel cinema italiano.
La cerimonia si è conclusa con il brano “A Whiter Shade of Pale” dei Procol Harum, come desiderato dall’attrice, accompagnando il suo ultimo viaggio con le note che tanto amava.