Roma non si ferma: turismo in crescita tra Pasqua e il primo maggio. E ora guarda oltre il Colosseo
E mentre i dati confermano il boom dell’attrazione turistica a Roma, la sfida resta quella della qualità, più che della quantità

Roma, via dei Fori Imperiali
C’è qualcosa che va oltre le cifre, pur sorprendenti, quando si parla di Roma e del suo rapporto con il turismo. I dati ufficiali pubblicati in questi giorni da Alessandro Onorato, assessore allo Sport, Turismo e Grandi Eventi di Roma Capitale, sembrano confermare una tendenza che ormai è diventata struttura: Roma non conosce battute d’arresto.
La città eterna si conferma capitale del turismo globale
Anzi, continua a crescere. Con oltre 2,4 milioni di presenze stimate tra Pasqua e il ponte del Primo maggio, la città si dimostra ancora una volta uno dei poli turistici più attrattivi al mondo.
Dietro questi numeri, però, c’è molto da approfondire. Perché il turismo non è solo flusso economico, ma anche relazione tra visitatori e città, tra passato e presente, tra luoghi noti e territori da riscoprire.
Dati in aumento, ma con sfumature
Secondo l’Ente bilaterale del turismo del Lazio, le stime per la Pasqua 2025 parlano chiaro: 479.790 arrivi (+3% rispetto al 2024) e 1,18 milioni di presenze, con un incremento del 3,48% su base annua. Per il periodo compreso tra il 25 aprile e il Primo maggio, ci si attende 524.500 visitatori per 1,2 milioni di presenze, in crescita rispettivamente del 2,04% e dell’1,48%.
Ma oltre le percentuali c’è la realtà urbana da leggere tra le righe: questi dati non riguardano solo i turisti, bensì la tenuta (e la trasformazione) dell’intero ecosistema romano. Occupazione, ricettività, mobilità, percezione dei residenti, gestione dello spazio pubblico: tutto è coinvolto.
Grandi eventi e nuove iniziative: la chiave della strategia
Il segreto non sta soltanto nel fascino intramontabile della Roma storica. L’aumento delle presenze, secondo Onorato, è frutto anche di una strategia che punta a grandi eventi musicali, sportivi e culturali per ridistribuire l’interesse turistico e offrire motivi sempre nuovi per visitare la città. Roma non si limita più a vendere se stessa come una cartolina del passato. Sta diventando un palcoscenico contemporaneo, in cui eventi globali e narrazioni culturali si intrecciano a un patrimonio millenario.
La scelta è chiara: non più solo il Colosseo o i Fori, ma anche esperienze nuove, fuori dai circuiti saturi. L’attenzione si sposta così su quartieri periferici e siti archeologici meno noti, come la città di Gabi, il Parco degli Acquedotti, Ostia Antica o Forte Bravetta. Iniziative che mirano a distribuire il turismo su un’area urbana più ampia e meno stressata.
Turismo come risorsa (ma non senza complessità)
Un altro punto centrale emerso nelle parole dell’assessore riguarda il concetto di turismo sostenibile, un termine spesso abusato ma qui riportato a una dimensione concreta. Onorato ribadisce con chiarezza che il turismo non va demonizzato, ma gestito con equilibrio. È una risorsa che crea occupazione, genera indotto economico e permette a Roma di valorizzare il suo patrimonio in maniera dinamica. Ma tutto questo deve avvenire senza compromettere la vivibilità dei residenti e l’identità profonda dei luoghi.
Il discorso è tutt’altro che teorico: il rischio di gentrificazione, la pressione sugli affitti brevi, l’impatto sul trasporto pubblico, sono tematiche reali, percepite in modo sempre più netto da chi Roma la vive ogni giorno. La sfida dell’amministrazione è proprio questa: trasformare il turismo da variabile incontrollabile a strumento consapevole di rigenerazione urbana.
Costruire una città da vivere e non solo da visitare
Dietro ogni strategia turistica c’è una visione di città. E in questa visione, Roma si propone di uscire dal cliché di “museo a cielo aperto” per diventare una metropoli in equilibrio tra bellezza e quotidianità. I nuovi itinerari, la valorizzazione delle periferie storiche, l’attenzione agli eventi contemporanei: tutto concorre a un cambio di paradigma.
Roma non si limita a essere visitata: vuole essere capita, attraversata, abitata anche temporaneamente. Un turismo meno predatorio, più curioso. Meno frettoloso, più immersivo.
E mentre i dati confermano il boom, la sfida resta quella della qualità, più che della quantità. Una città che cresce davvero è quella in cui anche chi la vive ogni giorno si sente parte di un racconto comune, non semplice spettatore.