Roma non smette mai di stupirci
Ritrovato scheletro del II secolo d.C. in Via Severano
Quante volte, girando per la città, vi è capitato di trovare un turista discutere con un romano su come sia scarsa la rete delle metropolitane? E quante volte avete sentito rispondere "Qui, ‘ndo scavi trovi!"? Proprio quello che è accaduto all’incirca una settimana fa nei pressi di Piazza Bologna. Ormai notizie di questo genere sono talmente usuali da non suscitare nemmeno più scalpore, ma questa sembra essere velata dal mistero o non destare alcun interesse, in quanto nessuno ne parla.
Così giovedi 24 aprile, durante dei lavori dell’Italgas, sono stati ritrovati dei reperti archeologici, probabilmente risalenti al II secolo d.C. Le notizie sono vaghe e non possiamo far altro che riferire le testimonianze di chi si trovava nei pressi.
La Signora M.L., residente in via Severano, zona del reperimento, ci racconta: "Inizialmente gli operai hanno scorto alcune ampollette ed intravisto quella che sembrava una tomba. Chiamati gli esperti (tutte donne), si è proceduto ad aprire ed è apparso uno scheletro in buono stato, ad eccezione del cranio".
Non ci è dato sapere molto di più, eccezion fatta per altre due tombe di cui non si conosce il contenuto.
F.A., al quale dobbiamo anche la foto della struttura ossea, ci dice che "sia le studiose che i lavoranti non avevano piacere, giustamente, che ci accalcassimo alla zona del recupero, né, tantomeno, che facessimo domande".
Le perplessità sollevate da alcuni testimoni circa un sicuro preesistente ritrovamento (i lavori si svolgevano sul margine della strada dopo lo slargo “dei due pini”), cadono di fronte all’osservazione di un’archeologa che ci spiega: "In questi casi, basta spostarsi di una ventina di centimetri per non rendersi conto della possibilità di resti antichi. Del resto, l’area non credo sia mai stata soggetta a scavi, essendo vicino il marciapiede e non sulla strada, laddove un’escavazione sarebbe stata inutile".
Ora lo scheletro è al laboratorio di Antropologia della Sovrintendenza.
Infine, attendiamo con ansia che la scienza ci racconti la storia di quest’uomo, consci che Roma ci riserva e ci riserverà sempre grandi sorprese.