Roma non è sporca, siamo noi che la sporchiamo
L’AMA e le varie amministrazioni che si sono succedute hanno avuto e hanno certamente le loro responsabilità, ma se Roma è sporca è soprattutto colpa nostra
Il romano all’estero lo riconosci subito: al netto che è vestito mediamente meglio della popolazione “indigena”, siano essi francesi inglesi tedeschi o cecoslovacchi, è l’unico che si gode la “pulizia”, il decoro, l’ordine. Lo riconosci anche perché, mentre con la moglie o l’amico dissertano sul perché Roma non è Berlino o Londra o Vienna, muove le braccia con una mimica inconfondibile.
E mentre gli altri turisti si godono le regge, i ponti, i fiumi, le torri ecc, lui se ne sta lì, fermo, a guardarsi le strade pulite che sembra che ci abbiano passato l'aspirapolvere due minuti prima.
E mentre guarda le strade di Zurigo o di Madrid, cerca di immaginassi come sarebbe bello se pure a Roma fosse così, con l’immancabile “Maccheccevo'?” o “Ma come c.. fanno?”. Già: come fanno?
Certo, all’estero le Ama delle varie capitali d’Europa lavorano bene, puliscono tutte le strade con cura, ritirano i rifiuti con regolarità teutonica; ma questo lo fanno, quando va bene, una volta al giorno, al mattino se non di notte. Perché quando tutti si alzano per andare al lavoro, le strade debbono essere pulite.
Difficile da realizzare? Non molto, e la risposta sta nell’osservare lo stato delle strade alla sera, cioè 18 ore dopo l’ultima pulizia. In moltissimi casi sono ancora pulite come al mattino. In alcune capitali alla sera ancora non si trova una carta, a volte neanche una cicca di sigaretta, per terra.
La maggior parte delle strade delle capitali d’Europa sono pulite perché, banalmente, gli abitanti non sporcano. Ecco… checcevo’. E una risposta è nella foto che accompagna l’articolo: la particolarità delle quattro immagini è che sono state riprese in un’area di pochi passi. due sono l’ennesimo esempio del disprezzo che abbiamo nei confronti della nostra città, veloci soluzioni a problemi personali a carico della comunità e stica…i “ma ‘ndo la butto 'sta roba?”. Il secondo è un pezzetto di territorio che un gruppo di abitanti ha adottato e che sta curando con amore (e anche con un pizzico di orgoglio) da mesi. Un piacere per gli occhi, ma anche una evidenza maggiore del degrado circostante. Stessa zona, ma non stessi abitanti. Alcuni sporcano, altri decorano; alcuni amano il loro quartiere, altri no. Roma non è una città sporca, Roma è una città che “noi sporchiamo”; la differenza è tutta qui. E non esiste Raggi, o Rutelli, o Veltroni, o Marino o Alemanno che tenga; se noi sporchiamo Roma sarà sporca a prescindere.
E’ faticoso fare la raccolta differenziata? Sì, ci devi perder tempo. E’ faticoso tenersi la cicca di sigaretta o la carta del panino o la bibita fino a che non si trova un cestino e se non si trova portarlo a casa? Molto. Eppure è quello che fanno, chi più, chi meno, all’estero. Quell’estero che poi ci fa sbrilluccicare gli occhi quando siamo là. "Perché lì, le strade, le puliscono” è una bella scusa, ma scusa rimane.