Roma, On. Casciani: “Sindaco, se ci scappa la pipì che facciamo?
“Un sindaco, come un buon padre di famiglia, deve pensare a provvedere al benessere dei cittadini”
Quanti sono i bagni pubblici nella Capitale? Basta dare una rapida occhiata per capire che sono pochi, almeno quelli funzionanti. Ma di questa piccola quantità, quelli presenti fuori dal centro storico sono numeri veramente bassi. Basta scorgere la mappa dei “vespasiani” romani, per rendersi conto che le zone più penalizzate sono quelle periferiche. In molti casi i bagni ci sono, ma vanno sostituiti, ristrutturati, o addirittura rimossi. In sostanza, non sono disponibili.
Quotidiano del Lazio ha raggiunto e intervistato l’Onorevole Gilberto Casciani, analista sociale vicino al centrodestra di Giorgia Meloni. Lui per primo ha iniziato, molti anni fa, la battaglia per riportare il tema del servizio igienico pubblico all’attenzione della politica.
“Spesso” – ci dice – “è più facile dire a tutti che si ha il cancro piuttosto che di essere incontinenti e pensi che ce ne sono circa 7 milioni”. Molto sensibile al tema delle necessità dei cittadini aggiunge “un sindaco, come un buon padre di famiglia, deve pensare a provvedere al benessere dei cittadini”.
Onorevole Casciani, da un recente articolo di RomaToday si stima che dei cosiddetti “servizi igienici automatizzati”, se ne contano 70 a Roma. Ma quelli realmente operativi sono appena 36.
Ma nemmeno 36, dobbiamo pensare al bagno di cortesia, preferisco chiamarlo così, come un servizio in grado di garantire varie ipotesi. Oltre al bisogno “di emergenza” per cui mi scappa e necessito di un bagno esistono mille sfaccettature. Pensiamo ad una donna che ha il ciclo, è incinta, un bambino da cambiare, un anziano o una persona incontinente. Anche e soprattutto per loro vanno fatti i servizi pubblici no?
Zone come piazza di Spagna, il Colosseo, la salita del Pincio, piazza rientrano nel novero delle aree dove i bagni sono in funzione. Anche le ville storiche, hanno vespasiani operativi eppure sembrano insufficienti
E certo, se pensiamo alla quantità di persone che orbitano a Roma ogni giorno è naturale che sia così, ora siamo fortunatamente fuori dalla fase emergenziale, pare che le attività siano in ripresa e molti hanno richiesto l’occupazione di suolo pubblico. Ma se a queste attività che incrementano il numero dei clienti non si lega un aumento dei bagni a disposizione, dovrebbe essere tra le richieste per concedere l’occupazione, allora le persone per forza non trovano un bagno libero.
Parliamo anche dei bagni rotti ai capolinea ed in periferia? Se il centro storico è gestito dai privati che istallano bagni nuovi a pagamento, naturalmente nelle periferie la minore redditività incide sui numeri
La periferia si regge tanto sulla cortesia, un termine che uso spesso perché credo sia alla base di ogni cosa, hanno meno flussi e ancora riescono a reggere
Si ok, ma non possiamo contare sulla morale degli esercenti per andare in bagno
No certo, anche perché per tornare alla fase del Covid, abbiamo avuto esempi di negozi che pur essendo in regola con le strutture non aprivano il bagno ai clienti dicendo che era fuori servizio. Oppure ancora oggi, in un bar se hai un solo dipendente e deve stare al bancone non puoi chiedergli anche di tenere pulito e decoroso il bagno, quindi lo chiudi.
E questa è Roma a novembre 2022, il prossimo 2025 ci sarà il Giubileo, arriveremo preparati?
Chiediamolo al sindaco, andremo in giro a cantare “mi scappa la pipì” e sostituiamo la parola papà con Papa, vediamo se ci risponderà. Scherzi a parte, è bello che il Sindaco abbia concesso a Vasco Rossi la Lupa Capitolina, sarebbe un sogno anche per me suonare con Vasco ma, francamente, facciamo un giro per Roma insieme, Le sembra l’obiettivo da centrare per il decoro di Roma? Gualtieri sembra più un agente segreto che un sindaco. Forse dovrebbe girare per strada e vedere lo stato della nostra Capitale. Torniamo a vedere le condizioni di Roma fra qualche mese, sarà cambiato qualcosa per i bagni pubblici? Vedremo.