Roma Ostia, apice della lotta tra clan dietro duplice tentato omicidio
Apparentemente un semplice regolamento di conti, secondo gli inquirenti un segnale di un conflitto in atto tra clan criminali
Un debito per droga da 50mila euro con il gruppo dei “napoletani”. Questo il movente del duplice tentato omicidio avvenuto a il 23 novembre 2017 a Ostia, in via delle Canarie, nella pizzeria “Disco Giro Pizza”. Un agguato in piena modalità mafiosa: un uomo, Michele Cirillo, entrò e dal varco passavivande esplose almeno tre colpi d’arma da fuoco che ferirono due uomini. Uno è Alessandro Bruno, 55 anni, incensurato, padre di Sara, titolare della pizzeria, l’altro è un pizzaiolo, Alessio Ferreri, nipote di Terenzio Fasciani fratello del boss Carmine.
Apparentemente un semplice regolamento di conti, in realtà l’apice di acredini e messaggi violenti che secondo gli inquirenti dimostrano le dinamiche di conflitto in atto per il riposizionamento delle zone di influenza criminale nel territorio di Ostia dopo le maxi operazioni che hanno colpito i clan Fasciani e Spada. Gli uomini della Squadra Mobile di Roma insieme agli agenti del commissariato di Ostia hanno individuato Michele Cirillo non solo perché riconosciuto da Ferreri per i suoi ‘inconfondibili occhi a palla’, ma anche grazie alle conoscenze acquisite in merito ai legami criminali del litorale capitolino.
“La condotta delittuosa del Cirillo- si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Raffaella de Pasquale- si inserisce nelle dinamiche criminali di contrapposizione armata che vedono da anni, su fronti diversi, l’alleanza Fasciani-Spada e soggetti, come il Cirillo, vicini a quello stesso Esposito Marco che ha fronteggiato il 15 luglio 2013, in un reciproco armato tentato omicidio, Ottavio Spada, cognato di Ferreri Fabrizio (detto Dentone, ndr) fratello di Ferreri Alessio”, vittima quest’ultimo dell’agguato in pizzeria.
Sparare ad Alessio, per colpire Fabrizio. Un messaggio chiaro secondo gli inquirenti. I sospetti legami tra Fabrizio Ferreri e la mala organizzata vennero svelati già dall’operazione “Critical” nel maggio scorso. Bilancio: ottocento chili tra hashish, marijuana e cocaina, 5 pistole, 100 proiettili di vario calibro e un milione di euro in beni sequestrati, per un totale di 21 arresti per traffico di droga tra Barcellona, Ostia e Roma. Ieri come oggi emerse l’influenza del gruppo dei palermitani nella Capitale, vicini allo storico boss Pippo Calò, 86 anni, il “cassiere” di Cosa Nostra.
Ad agire, sui rispettivi territori di Ostia e Colli Albani, sarebbero state due bande guidate da una parte proprio da Fabrizio Ferreri, detto Dentone, con Luca Turnu, detto Luchetta, e dall’altra da Giuseppe Portanova. Da qui emerse il ruolo di Fabrizio Ferreri, nipote del palermitano Rosario Ferreri, titolare di un negozio di materassi a Ostia, autista di Francesco D’Agati e vicino a Pippo Calò. All’origine della sparatoria nel locale “Disco Giro Pizza” c’era sì un debito contratto da Fabrizio Ferreri, fratello di Alessio, con il gruppo dei napoletani, ma gli interessi in ballo sarebbero molto più ampi. La Procura di Roma continua a indagare. (Ag. Dire)