Roma, Parco degli Acquedotti, “La grande monnezza”
La parafrasi romanesca del film di Sorrentino, vincitore dell’Oscar, descrive la attuale situazione di degrado del parco
Dobbiamo, in tutta onestà, ammettere che se "La grande bellezza" ha trionfato agli Oscar è stato anche per merito della grande bellezza di Roma, esaltata dal racconto per immagini del regista Paolo Sorrentino.
Il regista ha avuto il merito di svelarne luoghi meno conosciuti di quelli battuti ogni anno da migliaia di turisti, come il Colosseo e le Terme di Caracalla.
Uno di questi è Il parco degli Acquedotti con il muro dell'Acquedotto Claudio, uno dei sette che rifornivano di acqua l'antica Roma. Il parco si trova nel VII Municipio di Roma e, a sua volta, fa parte del Parco dell'Appia antica.
Duole dirlo ma, a fronte della magnificenza descrittiva della fotografia del film di Sorrentino, all'occhio del visitatore si manifesta oggi tutt'altra visione, fatta di incuria, di sporcizia e di degrado.
Cartacce, bottiglie di plastica e di vetro, residui solidi di pic-nic fanno da cornice alle mura antiche, ai resti di pietra e ai colonnati. Per non parlare delle erbacce e degli sterpi che infestano la superficie del parco.
Sembrerebbe proprio che, a causa della improvvisa fama del parco descritto dal film di Sorrentino, un'orda di barbari sporcaccioni si sia impadronita del parco trasformandolo in una discarica.
Nè d'altro canto si vede un qualche intervento del Comune e degli organi preposti per porre fine a questo scempio.
Ci auguriamo che, in futuro, il Parco degli Acquedotti, un luogo che testimonia la grandezza di Roma antica, non debba più essere brutalizzato dalla incuria ignorante dell'uomo di oggi e che venga riportato ad essere uno dei posti della grande bellezza di Roma.