Roma. Pedaggio auto: ok del Consiglio comunale, ma si farà tra due anni
La sola ‘certezza’ è che per entrare a Roma su 4 ruote si pagherà un ticket. Tutto il resto, va studiato
Esiste a Londra, esiste in altre capitali. Ed esiste, per rimanere in Italia, a Milano.
La denominazione, tanto per cambiare, è anglofona: “congestion charge”. Tassa sulla congestione. In una determinata città circolano troppi automezzi, con tutto ciò che ne deriva in termini di rallentamento del traffico e di inquinamento, e allora si prova ad alleggerire un po’ la pressione. Facendo pagare un ticket a chi insista, per necessità o per scelta, a utilizzare il proprio veicolo personale.
Roma, da oggi, è ufficialmente proiettata in questa direzione. Che però dovrebbe portare a delle misure concrete solo entro due anni, ossia nello scorcio conclusivo del 2020. Quando però, è il caso di ricordarlo, l’attuale consiliatura sarà ormai prossima all’epilogo, visto che si tornerà alle urne nella primavera successiva.
Per ora, comunque, c’è solo una delibera che dà inizio al percorso, così da permettere di avviare i molti e complessi approfondimenti che vanno effettuati prima di passare alla fase operativa. Vediamoli in dettaglio, così come li indica la delibera, che è la 75/2018, e come li ha riportati l’Agenzia Dire. Il linguaggio è un tantino burocratico, per forza di cose, ma nemmeno poi troppo. I numeri, invece, li abbiamo messi noi.
Pedaggio auto: i punti allo studio
1 – Dare mandato alla Giunta capitolina e agli uffici dell'amministrazione competenti in materia, entro un periodo di due anni dall'approvazione del presente provvedimento, di ratificare tramite apposito atto normativo l’adozione nell'ambito della Ztl Vam (“L'area dell'anello ferroviario leggermente ridotta”, ha spiegato Enrico Stefàno, il presidente M5S della commissione Mobilità di Roma Capitale) di un sistema di pedaggio veicolare sul modello della 'Congestion Charge’ che preveda per tutti il pagamento di una tariffa per l'accesso;
2 – Valutare, nell'ambito del suddetto provvedimento, l'adozione di: misure di inibizione all'accesso per gli autoveicoli maggiormente inquinanti e di forte penalizzazione per le cilindrate più elevate; una specifica disciplina, con agevolazioni ed esenzioni a livello tariffario, per alcune specifiche categorie, quali a mero titolo esemplificativo, i residenti, i titolari di contrassegno speciale di circolazione per persone con disabilità, gli utilizzatori di autoveicoli a trazione ibrida o elettrica, ecc.; una disciplina volta a favorire lo spostamento di un minimo di tre soggetti con il medesimo autoveicolo;
3 – Valutare, prima della eventuale entrata in vigore del provvedimento, il raggiungimento di adeguati livelli di servizio del trasporto pubblico locale;
4 – Prevedere, nel periodo precedente l'adozione del sistema di pedaggio veicolare, una adeguata campagna di comunicazione, consultazione e condivisione con tutti gli stakeholder interessati dall'adozione della misura;
5 – Dare mandato agli uffici dell'amministrazione competenti affinché acquisiscano uno studio di fattibilità che, in relazione al suddetto sistema di pedaggio veicolare, definisca quantomeno i seguenti aspetti: sistema di validazione dei dati di traffico; governance del progetto; risorse umane necessarie all'operatività del progetto valutando anche la possibilità di affidare in outsourcing parte delle attività necessarie: infrastruttura tecnologica necessaria per le attività di front end e back end (la rilevazione dei veicoli e la gestione dei dati, ndr); piano economico finanziario di sostenibilità dell'intero progetto.
Pedaggio auto: l’opposizione… si oppone
Fuoco incrociato. O se preferite, visti i rapporti di forza all’interno del Consiglio, focherello incrociato. Filo conduttore: non basta, non ci piace, ci voleva ben altro. Come da copione, le soluzioni di chi governa fanno schifo. O come minimo sono incomplete, approssimative, intempestive.
Dice Andrea De Priamo, capogruppo di Fdi: “Prima si costruisce una politica seria sulla mobilità e solo dopo si possono pensare provvedimenti di questo tipo. Invece ogni cosa che questa maggioranza fa, la fa con una pregiudiziale ideologica: se fate una ciclabile e si perdono dei posti auto non vi preoccupate minimamente di recuperarli, ma anzi lo rivendicate come positivo. Questo è il M5S: noi ci prendiamo l'onere come Fdi di farlo sapere a tutti i cittadini romani, intanto consegniamo voto contrario su questa delibera invotabile e dannosa per la città”.
Dice Antongiulio Pelonzi, capogruppo del Pd: “Si tratta di una delibera votata dopo due mesi di sedute rinviate a volte per assenza della Giunta e a volte per il mancato raggiungimento del numero legale, a testimonianza di un provvedimento che non vede pienamente convinti né gli assessori né la maggioranza. Si tratta di una delibera deludente per noi che chiedevamo un percorso di partecipazione stile Milano ma anche per chi voleva accelerare i tempi e si rende conto della vacuità di quest'atto, e che si inserisce in una città che ha enormi difficoltà di trasporto e con le principali aziende del tpl allo sbando: è un provvedimento vuoto che va bocciato, perché crea allarme e sembra un altro flop annunciato di quest'amministrazione”.
Dice Davide Bordoni, il capogruppo di Forza Italia (ossia il capogruppo di se stesso, essendo l’unico eletto del partito di Berlusconi): “La montagna dopo tanti mesi di discussione ha partorito il topolino una delibera che non serve a nulla se non a dare degli indirizzi, secondo noi anche sbagliati. Roma ha bisogno di un Piano generale dei trasporti, la 'congestion charge’ non può certo essere utile. Non si può bloccare l'accesso in un'area così ampia senza prima un adeguamento del trasporto pubblico”.
Pedaggio auto: giudizio sospeso, per ora
I dubbi sono tanti ed è inevitabile che lo siano. Innanzitutto perché, come abbiamo già sottolineato e come riconosce la Delibera stessa, di sicuro non c’è quasi nulla e le questioni da vagliare sono tantissime.
Basti pensare all’ammontare del ticket, ad esempio: a Londra è esoso, arrivando a ben 11,50 sterline, a Milano non tanto, fermandosi a 5 euro. Oppure alle agevolazioni per i residenti, o per i veicoli impegnati nella consegna delle merci. Nonché, last but not least, all’aspetto forse principale: i livelli di affidabilità che tra due anni saranno stati raggiunti, o non raggiunti, dai servizi pubblici di trasporto. Che, per costituire davvero un’alternativa all’uso del mezzo privato, devono offrire degli standard oggi impensabili.
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