Roma, più poliziotti negli ospedali per prevenire le aggressioni
Lo scorso anno, secondo l’Inail, nella capitale sono stati 150 i casi di personale sanitario finito con giorni di malattia
Secondo l’Inail nel 2017 all’interno degli ospedali di Roma si sono verificati ben 150 casi di aggressione a medici, infermieri e operatori socio sanitari finiti con giorni di malattia. Senza contare che molti episodi non vengono denunciati in quanto il personale pensa che sia inutile e senza prendere in considerazione gli innumerevoli e continui atti di intimidazione verbale, di minacce e di molestie senza conseguenze fisiche.
E nonostante questi dati allarmanti, il quadro dei posti fissi di pubblica sicurezza all’interno degli ospedali capitolini mostra come molti nosocomi ne siano parzialmente o totalmente sguarniti: nessuna presenza al pronto soccorso del Santo Spirito, del San Filippo Neri, dell’Oftalmico (Asl Roma 1) e del Cto (Roma 2). Massimo 6 ore tra mattina e pomeriggio al Sant’Eugenio, al Pertini e al San Giovanni Addolorata. Mentre in un nosocomio grande come il San Camillo gli agenti si vedono addirittura di rado, in maniera discontinua e sporadica, secondo la disponibilità del commissariato Monteverde.
L’ospedale Grassi di Ostia è “assistito” solo da un servizio di vigilanza privato mentre il Sant’Andrea dipende in toto dalle disponibilità del commissariato Flaminio. Solo al Policlinico Umberto I e a quello di Tor Vergata il presidio fisso di Polizia è sopravvissuto, con turni che vanno dalle 8 alle 20.
Con queste informazioni alla mano, come riportato da Il Corriere della Sera, domani l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato incontrerà il Prefetto Paola Basilone, così da concordare un piano di sicurezza nella sanità romana. Gli obiettivi: presidiare adeguatamente sin da subito il Grassi di Ostia e il Pertini, controllare il San Camillo grazie ai carabinieri di Monteverde (la cui caserma sta per essere trasferita nell’edificio accanto al Forlanini).
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