Roma, Polizia di Stato: arrestato stupratore e rapinatore seriale
L’uomo, un romeno di 25 anni, è l’autore di efferati episodi di violenza e rapina commessi ai danni di prostitute nella zona di via Salaria e su altri episodi di violenza
Nella tarda serata di ieri 7 ottobre, la locale Squadra Mobile ha eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di:
Popa Cristi, nato in Romania, il 24.01.92, per i delitti di:
- sequestro di persona, violenza sessuale, rapina e lesioni perpetrati ai danni di S.A. commesso in Roma, via Salaria il 28 settembre u.s.
- rapina e lesioni commessa ai danni di S.M. commesso in Roma, via Salaria il 22 settembre u.s.
- rapina e lesioni nei confronti di C.C.D. commesso in Roma, via Salaria, il 5 ottobre u.s.
Il fermo è stato disposto a seguito delle attività investigative incessantemente svolte dalla IV Sezione della locale Squadra Mobile, in collaborazione con il Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica, su efferati episodi di violenza e rapina commessi in pregiudizio di prostitute nella zona di via Salaria e su altri episodi di violenza.
In particolare, il sequestro di persona, la violenza sessuale, la rapina e le lesioni commesse in danno di S.A. sono avvenute lo scorso 27 settembre, poco dopo che un uomo di circa venticinque anni, con i capelli chiari, giunto a bordo di un ciclomotore – come riferito dalla donna – si avvicinava per concordare un rapporto sessuale.
All’atto della consumazione, tuttavia, il rumeno pretendeva prestazioni non pattuite e, al rifiuto della donna, le usava violenza, percuotendola e costringendola a subire un rapporto sessuale.
Al termine dello stupro, legava la persona offesa con i lacci delle scarpe indossate dalla stessa, le sottraeva circa quattrocento euro e il telefono cellulare, dandosi poi alla fuga. La donna, dopo diversi vani tentativi, riusciva a liberarsi e, in un primo momento, decideva di non sporgere querela per quanto accaduto, dirigendosi ugualmente verso un ospedale per farsi visitare.
A bordo della propria bicicletta, però, giunta all’altezza di via Libia, a causa del dolore alle costole, al volto e al dito della mano sinistra, per le ferite inferte dal suo aggressore, chiedeva soccorso, consentendo l’attivazione delle procedure del caso.
Con analoghe modalità e sempre minacciandole di morte, costringeva altre due donne a consegnargli tutto il loro denaro e il telefono cellulare, colpendole con violenza al volto per impedire loro di gridare. Una volta tramortite con pesanti pugni, le vittime venivano legate mani e i piedi con degli indumenti delle stesse.
In particolare l’indagato è stato bloccato nel pomeriggio del 7 u.s. durante un servizio appositamente predisposto, da giorni, lungo la via Salaria, mentre sfrecciava a bordo di uno scooter, Kymco nero, esattamente corrispondente a quello descritto dalle vittime e ritratto nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno immortalato lo scorso 5 ottobre, subito dopo la commissione della rapina.
Gli immediati riscontri consentivano di raccogliere ulteriori e precisi elementi di prova a carico dello stesso.
Nel corso della perquisizione effettuata presso il luogo di dimora, situato in una fabbrica abbandonata in località Monterotondo, sono stati infatti rinvenuti e sequestrati i cellulari rapinati alle donne nel corso delle violente aggressioni ed il responsabile veniva riconosciuto dalle vittime a seguito di individuazione fotografica.
All’esito dell’interrogatorio, in virtù degli elementi raccolti e delle dichiarazioni in parte confermative dell’indagato, l’A.G. procedente emetteva il decreto di fermo di indiziato di delitto, immediatamente eseguito dalla Squadra Mobile.
Contestualmente personale del GIPS ha prelevato tramite tampone boccale il DNA al fermato per il prosieguo delle indagini sugli episodi descritti e su altri episodi di violenza recentemente occorsi nella Capitale.
Al termine delle formalità di rito, veniva associato presso la casa circondariale di Regina Coeli.