Roma, Portonaccio. Nanni: Numero multe eccessivo, segnaletica trappola
“140mila multe in pochi mesi su un tratto di strada di poche centinaia di metri, segnaletica su via di Portonaccio era incomprensibile, contraddittoria e poco leggibile”
"Lo capirebbe chiunque guardando i numeri delle contravvenzioni elevate che in questa vicenda c'è stato un problema di segnaletica, ma a quanto pare si preferisce fare spallucce ed incassare. Calcoli alla mano, 140mila multe in pochi mesi su un tratto di strada di poche centinaia di metri stanno a rappresentare due cose. La prima è che più di 100mila romani si sono impazziti e decidano scientemente di autosanzionarsi.
La seconda, quella per la quale propendo, è che la segnaletica su via di Portonaccio era incomprensibile, contraddittoria e poco leggibile da diventare una trappola per i malcapitati". Cosi' in una nota Dario Nanni, membro dell'assemblea nazionale e della direzione romana del Pd.
"A conferma di questo, oltre ai numeri da record che già di per sé basterebbero a spiegare questa vicenda, sta il fatto che il rifacimento della stessa segnaletica stradale è avvenuto soltanto qualche giorno fa, dopo le innumerevoli e reiterate lamentele dei cittadini- prosegue Nanni- Perché è stata rifatta la segnaletica? Sembra proprio una vera e propria ammissione di responsabilità da parte dell'amministrazione. Il codice della strada parla chiaro la segnaletica deve essere visibile, chiara e non contraddittoria, ossia l'esatto opposto di quella che era presente su via di Portonaccio. Il risultato finale sono le 140mila multe elevate ai malcapitati cittadini romani.
Mi chiedo che fine hanno fatto i paladini della 'ggente', che affermavano di stare nelle istituzioni per tutelare i cittadini? Conti alla mano gli incassi di quelle multe rappresentano svariati milioni di euro, una cifra esorbitante, una sorta di bancomat a disposizione del Comune al quale non si vuole rinunciare. Invito l'amministrazione comunale a mettere mano a questa assurda vicenda ricordando che potrebbe intervenire in autotutela- conclude Nanni- anche considerando gli innumerevoli ricorsi al prefetto e al giudice di pace che faranno i cittadini per tutelare le proprie ragioni". (Foto di repertorio)