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Roma, prosegue il ritiro di rifiuti ingombranti e RAEE nelle scuole 0-6: il servizio sarà potenziato

Circa 1500 metri cubi di rifiuti già raccolti in 235 strutture: entro fine scolastico si punta ad arrivare a 410 plessi coinvolti

Banchi e lavagna di scuola

A Roma è in corso un’operazione che sta interessando centinaia di scuole dell’infanzia e nidi pubblici: si tratta della campagna di ritiro dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), avviata in fase sperimentale a dicembre 2024 e ora pienamente operativa in tutta la città.

Ama, come funziona la raccolta

L’intervento è parte di un programma di rigenerazione degli spazi educativi, sviluppato da Roma Capitale con il supporto di Risorse per Roma, incaricata delle attività di raccolta, e di AMA S.p.A., responsabile della gestione e smaltimento dei materiali. Le risorse provengono da fondi di bilancio dedicati e l’iniziativa si inserisce in un piano più ampio che punta alla riqualificazione degli ambienti scolastici.

Il materiale rimosso varia da sede a sede, ma segue una casistica ricorrente: sedie inutilizzabili, scaffali rotti, armadi danneggiati, lavagne fuori uso, monitor dismessi, piccoli elettrodomestici non più funzionanti. Tutto ciò che negli anni si è accumulato nei locali scolastici viene censito, prelevato e conferito nei circuiti di smaltimento previsti per questo tipo di rifiuti.

Dal 24 febbraio, data in cui il servizio è entrato a pieno regime, sono 235 le strutture 0-6 già coinvolte, con circa 1.500 metri cubi di rifiuti raccolti. La media per plesso è significativa: tra i 6,5 e i 7 metri cubi, un dato che dà l’idea di quanto spazio venga recuperato nei locali destinati alla didattica.

Nella pratica, ogni intervento è preceduto da una ricognizione tecnica: gli operatori valutano i volumi da rimuovere, gli accessi, le tempistiche. La raccolta avviene con il supporto del personale scolastico, che collabora nell’individuare i materiali da dismettere. Il carico, spesso completato in una sola giornata, libera ambienti come ripostigli, laboratori, spazi comuni o magazzini inutilizzati.

Raccolta rifiuti nelle scuole 0-6, si punta a 410 plessi coinvolti

A dare ulteriore concretezza all’iniziativa è la tappa simbolica presso la scuola dell’infanzia Gioacchino Gesmundo nel Municipio V, dove si è svolto uno degli ultimi interventi. Presenti sul posto l’assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli, l’amministratore unico di Risorse per Roma Paolo Orneli, il presidente di AMA Bruno Manzi, il presidente del Municipio V Mauro Caliste e l’assessora municipale Cecilia Fannunza.

Il programma è stato progettato su scala progressiva: nella fase sperimentale di dicembre 2024 erano state coinvolte 45 strutture, poi seguite da un’espansione sistematica a partire da fine febbraio. Per i mesi di maggio e giugno è previsto un ulteriore blocco di interventi che interesserà altri 130 nidi e scuole dell’infanzia, portando il totale a 410 plessi entro la fine dell’anno scolastico.

Il ritmo sostenuto dell’operazione è possibile grazie a una collaborazione interistituzionale che ha funzionato sin dall’inizio. I soggetti coinvolti, pur con ruoli diversi, agiscono in modo coordinato: la Direzione Scuola per la logistica interna, Risorse per Roma per il trasporto e AMA per il trattamento ambientale dei rifiuti.

Manzi, presidente Ama: “Coniughiamo operatività ed efficienza”

Durante l’intervento nel Municipio V, l’assessora Pratelli ha ricordato che il progetto risponde a una doppia esigenza: “Da un lato migliorare i luoghi in cui bambine e bambini trascorrono gran parte delle loro giornate; dall’altro contribuire in modo concreto alla gestione sostenibile dei rifiuti, agendo con metodo e continuità”.

Il presidente di AMA, Bruno Manzi, ha sottolineato l’importanza del lavoro condiviso con le altre strutture comunali: “Questo tipo di attività ci permette di coniugare operatività ed efficienza, intervenendo dove il servizio ha un impatto diretto sulla comunità”.

Infine, Paolo Orneli, amministratore unico di Risorse per Roma, ha richiamato il valore educativo dell’iniziativa: “Restituire spazi liberi alla didattica è un gesto semplice ma significativo. È un modo per affermare che anche l’ambiente scolastico merita cura e manutenzione costante, proprio come le persone che lo vivono ogni giorno”.