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Roma Quarticciolo, gli spacciatori circondano i poliziotti: arriva il metodo Caivano?

Il governo sembra avere l’intenzione di applicare anche nel quartiere romano, Il Quarticciolo, il cosiddetto ‘metodo Caivano’

Polizia_2025

Roma, Quarticciolo, la periferia orientale della Capitale torna a essere teatro di tensioni tra forze dell’ordine e gruppi di giovani delinquenti che presidiano il territorio con dinamiche ormai consolidate. L’ultimo episodio, verificatosi nel pomeriggio di domenica, ha visto protagonisti un giovane tunisino di 18 anni, sorpreso alla guida di un SUV senza patente, e il presunto boss locale, un connazionale di 21 anni, deciso a evitare che il ragazzo venisse fermato dagli agenti.

Spacciatori and friends

I poliziotti del commissariato Prenestino e dell’ufficio di Porta Maggiore hanno intercettato il veicolo in via Ostuni, una delle piazze di spaccio più note della zona. Nonostante l’alt intimato dagli agenti, il conducente ha tentato la fuga, dando il via a un inseguimento terminato solo qualche centinaio di metri più avanti, in piazza del Quarticciolo. Qui, dopo aver accostato, il giovane è stato identificato e trovato privo non solo di patente, ma anche di permesso di soggiorno. A intervenire in sua difesa, con toni minacciosi, è stato il 21enne considerato una figura di rilievo nel controllo dello spaccio locale. Afferrando il diciottenne per un braccio, ha tentato di sottrarlo all’arresto, richiamando in arabo un gruppo di giovani connazionali pronti a circondare gli agenti.

La scena, sempre più frequente nei quartieri ad alta densità criminale della Capitale, ha rischiato di degenerare. Almeno quindici individui si sono radunati attorno alla pattuglia, molti con le mani in tasca, un gesto che ha immediatamente fatto scattare il livello di allerta tra i poliziotti. È stato necessario estrarre l’arma di ordinanza per disperdere la folla e garantire il trasferimento dei fermati in commissariato. Il 21enne è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, mentre il diciottenne è stato denunciato e successivamente rilasciato.

I ghetti producono sempre illegalità e disordine

L’episodio rappresenta solo l’ennesimo segnale di un contesto in cui la legge fatica a imporsi su un sistema criminale che affonda le sue radici in un tessuto sociale fragile e permeabile all’illegalità. Nonostante le iniziative promosse per ripristinare la legalità, tra cui le passeggiate per la sicurezza guidate dal parroco anti-droga don Antonio Coluccia, minacciato a più riprese dai pusher, la realtà del quartiere sembra restare immutata.

A preoccupare ulteriormente è la rete di copertura che protegge i movimenti di questi gruppi. La vettura sequestrata era stata noleggiata da una società attualmente sotto indagine. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire a chi fosse stato affidato il mezzo e con quali garanzie, dato che il conducente non aveva alcun titolo per guidarlo. Il fenomeno delle auto a noleggio utilizzate per attività criminali non è nuovo: spesso impiegate in truffe ai danni di anziani o in regolamenti di conti tra bande rivali, permettono di sfuggire più facilmente ai controlli delle forze dell’ordine.

Il metodo Caivano anche al Quarticciolo

L’intervento delle istituzioni su un quartiere da tempo in bilico tra degrado e illegalità si fa sempre più urgente. Il governo sembra avere l’intenzione di applicare anche al Quarticciolo il cosiddetto ‘metodo Caivano’, un pacchetto di misure tese a contrastare la criminalità giovanile e a riportare sotto il controllo dello Stato aree diventate di fatto zone franche. Tuttavia, parte della popolazione locale si oppone a un’azione repressiva che rischia di radicalizzare ulteriormente il conflitto tra residenti e autorità.

Le indagini proseguono per identificare gli altri componenti del gruppo che ha accerchiato i poliziotti e per risalire alla rete di connivenze che consente a questi soggetti di operare indisturbati. Il Quarticciolo resta una polveriera pronta a esplodere, un microcosmo in cui lo Stato è chiamato a dimostrare la propria forza prima che il controllo del territorio scivoli definitivamente nelle mani della criminalità.