Roma, rifiuti dappertutto e discariche abusive. Arrivano i droni
Una delle soluzioni contro le discariche abusive è l’utilizzo di droni, per monitorare aree vaste e difficilmente accessibili, migliorando l’efficacia dei controlli
Roma continua a lottare contro un problema che sembra non avere fine: l’abbandono incontrollato dei rifiuti e la proliferazione delle discariche abusive. Un fenomeno che non solo deturpa l’immagine della Capitale, ma che rappresenta una vera e propria piaga ambientale e sociale, legata a doppio filo con attività illecite e la cosiddetta “criminalità ecologica”.
Sanzioni e blitz contro l’abbandono dei rifiuti
Secondo i dati più recenti, nei primi sei mesi del 2024, le multe per abbandono di rifiuti a Roma sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento frutto di un’intensificazione delle attività di controllo e repressione da parte delle autorità competenti. Se da un lato il fenomeno sembra crescere, dall’altro aumenta anche la capacità di contrastarlo. A testimoniarlo sono i numeri della Polizia Locale di Roma Capitale: nel periodo gennaio-luglio 2023, sono state effettuate 1.209 ispezioni che hanno portato a 876 violazioni rilevate per abbandono di rifiuti. Nello stesso arco di tempo del 2024, i controlli sono stati più che raddoppiati, raggiungendo quota 2.116, con ben 1.742 trasgressioni scoperte.
Il ruolo dello SPE contro la “criminalità ecologica”
La lotta alle discariche abusive è affidata in gran parte allo SPE, il gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale del Comando capitolino, una task force dedicata a contrastare questo fenomeno su più fronti. Gli agenti non si limitano a individuare i siti di smaltimento illegale, ma cercano di risalire la filiera criminale, identificando i proprietari dei terreni e le imprese coinvolte nello smaltimento illecito dei rifiuti. Un lavoro complesso, come sottolineato in una intervista al Corriere della Sera, da Nello Cesarini, il funzionario alla guida del gruppo, che descrive questo fenomeno come una vera e propria “criminalità ecologica”.
Le indagini del gruppo sono spesso lunghe e laboriose, ma portano a risultati concreti. Un esempio emblematico è il caso di Monte Antenne, dove grazie all’uso di telecamere è stato possibile identificare le imprese che smaltivano i rifiuti illegalmente. Le conseguenze per queste attività non si limitano a sanzioni amministrative, ma anche obblighi di bonifica e, nei casi più gravi, denunce penali.
La complessità della bonifica: il caso Ponte Mammolo
La questione delle discariche su terreni privati rappresenta un ulteriore ostacolo per le autorità. In questi casi, il Comune di Roma interviene con ordinanze e sanzioni, ma l’iter per la rimozione dei rifiuti è spesso complicato. Un esempio è la discarica di Ponte Mammolo, situata su un’area privata, più volte in fiamme e altrettante volte ignorata dai proprietari nonostante gli ordini di bonifica. Il caso evidenzia come, nonostante gli sforzi delle autorità, la risoluzione di questi problemi richieda tempo e risorse che non sempre sono sufficienti.
I nuovi fronti del racket dei rifiuti: edilizia e metalli
Oltre alla gestione dei rifiuti urbani, due nuovi fronti del racket dei rifiuti stanno emergendo con forza: i rifiuti edilizi e gli “svuotacantine”. Nel primo caso, l’aumento dei lavori legati ai bonus-casa ha portato a un incremento delle attività illegali di smaltimento dei materiali da costruzione. Cesarini riferisce che solo nell’ultimo anno sono stati indagati oltre 30 casi di smaltimento illecito legati a questo fenomeno.
Il secondo fronte, quello degli “svuotacantine”, è invece legato al mercato nero dei metalli, in particolare al traffico del rame, noto come “oro rosso”. Questo materiale, che può valere fino a 5 euro al chilo, è al centro di un racket che coinvolge principalmente le baraccopoli della Capitale. Le discariche abusive legate a questo traffico sono spesso il teatro di incendi dolosi, appiccati per bruciare il rame e renderlo vendibile.
Cesarini sottolinea l’importanza di mappare le discariche abusive, ma ribadisce anche la necessità di maggiori risorse per combattere efficacemente questo fenomeno. Una delle soluzioni indicate è l’utilizzo di droni, che permetterebbero di monitorare aree vaste e difficilmente accessibili, migliorando l’efficacia dei controlli. La tecnologia, unita a un incremento delle risorse umane e finanziarie, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta alla criminalità ecologica a Roma.