Roma. Rifiuti, Montanari: Strategia Raggi? Discariche, è presa in giro elettori
“I 5 stelle, tradendo la propria visione, proclamata da Grillo nei suoi spettacoli e nella sua strategia politica, alla fine hanno scelto a Roma con la Raggi”
"Come attestano i quotidiani di oggi e come io avevo già anticipato nella mia audizione in Regione a inizio 2019, la strategia di Lemmetti sui rifiuti ha prevalso. I 5 stelle, tradendo la propria visione, proclamata da Grillo nei suoi spettacoli e nella sua strategia politica, alla fine hanno scelto a Roma con la Raggi. Financo superando le nuove direttive sui rifiuti dal 2008 dell'Unione europea, su che cosa si baserebbe la politica dei rifiuti dei 5 stelle a Roma? Sulle discariche.
Me lo scriveva Lemmetti con la solita aria scanzonata di chi la sa lunga. Altroché rifiuti zero, discariche ecco su cosa si dovrebbe basare la politica dei rifiuti". Così l'ex assessore ai Rifiuti di Roma Capitale, Pinunccia Montanari, sulla sua pagina Facebook. "I vari Enzo Favoino, Ganapini, Roberto Cavallo, Ercolini venivano da lui dichiarati venditori di fumo – scrive ancora – Siamo tornati indietro di anni, al secolo scorso con la nuova politica della Raggi sui rifiuti.
Discariche, e se ci metti pure le parole e il piano Zaghis, inceneritori. È veramente una grande presa in giro di tutti coloro che hanno creduto nei 5 stelle. Ma d'altra parte lo abbiamo sempre detto : con la raccolta differenziata si fa poco business. Invece con le discariche il guadagno è tutto immediato subito e per pochi. Ha vinto il passato che c'era nella cultura italiana".
"Ma adesso si comprende perché noi ecologisti ed ambientalisti non abbiamo potuto continuare con il nostro progetto e perché Il Cda di Bagnacani sia stato cacciato – ha aggiunto – Montanari- Perché noi appartenevano ad un'altra prospettiva, quella dell'economia circolare. Noi eravamo continuamente sotto attacco. Mentre oggi va tutto bene. Certo! I politici seri si dovrebbero almeno vergognare!
In questo articolo c'è un pezzo della strategia di Lemmetti: lui diceva ai nostri tempi che Ama non avrebbe potuto fare gli impianti. Bagnacani, stupito spiegava alla Sindaca che ciò non era vero e che il piano industriale era il punto d'inizio della svolta, anzi con bilancio e piano industriale approvati si avrebbe avuto la possibilità, già verificata con le tre più importanti banche d'affari internazionali, di emettere bond sia per finanziare l'impiantistica, sia per ristrutturare gli inadeguati rapporti bancari, aprendo una nuova stagione in cui l'indebitamento sostenibile avrebbe dato maggior agio all'azienda nella gestione finanziaria e autosufficienza impiantistica".
"Ama pertanto avrebbe potuto e dovuto realizzare gli impianti previsti e, grazie a questa strategia, ridurre la tariffa- si legge ancora nel post- Esattamente il contrario di quanto si va affermando, dimostrando di ignorare completamente la questione tariffaria e la questione finanziaria dell'azienda".
"Nella tariffa scarichi- spiega ancora Monatnari- la quota di ammortamento dell'impianto e gli interessi sul prestit le fai per quote annue e non carichi l'investimento al tempo zero sulla tari dei romani. Se a questo costo di investimento, che carica la tariffa, si sottrae il beneficio del minor costo di trattamento della singola tonnellata di rifiuti, ora trattata in casa e non regalata all'esterno, è facile intuire, così come fu scritto nel piano industriale, che grazie agli investimenti impiantistici, la tariffa rifiuti dei romani sarebbe diminuita".
"I ragazzi M5S romani, ad esclusione di alcuni, sembrerebbero poco avvezzi a studiare le materie di cui parlano, e omettono una grande novità del settore recentemente introdotta – aggiunge l'ex assessore – si chiama Arera, l'autority nazionale che è intervenuta a regolare il settore rifiuti. Ebbene, Arera ha introdotto la remunerazione del 6,3% del capitale investito nell'impiantistica, metodo analogo praticato da anni nel settore gas, acqua ed elettricità di più vecchia regolazione.
E' stata la remunerazione del capitale investito il motore degli investimenti nei settori regolati. Questo vuole dire che le società dei rifiuti avranno la certezza del rendimento del capitale investito in impianti. Questo significa che privare Ama della possibilità di investimenti impiantistici è di fatto un altro modo per farla morire o per mantenerla in vita con un respiratore artificiale affinché altri possano fare ciò che avrebbe dovuto essere di diritto di Ama, in virtù di una concessione pluriennale. Pertanto la scelta annunciata dal Comune di fare gli impianti al posto di Ama è la certificazione che Ama 'non deve essere".
"Per concludere è doveroso osservare il risvolto del possibile danno erariale– conclude Monatanri- Ai tempi della gestione Bagnacani l'azienda aveva la prospettiva di irrobustirsi e superare le sue ripetute crisi, attraverso la realizzazione di un contesto di autosufficienza, con relativo miglioramento dei conti aziendali e riduzione della tari per infrastrutture di proprietà ed efficienza ritrovata, progetto concreto che godeva dell'appoggio del mondo della finanza di caratura internazionale.
Oggi l'azienda è stata resa moribonda (si poteva evitare? Sicuramente si), le banche tradizionali hanno revocato le linee di credito, i fornitori non credono piu' all'azienda e quelli che la praticano lo fanno a prezzi terribili, per remunerare il maggior rischio e l'azionista disintermedia l'azienda nella realizzazione degli impianti usando 100 milioni di soldi pubblici, sottratti ai servizi sociali, per costruire la discarica.
In questo contesto rispetto ai 100 milioni potrebbe configurarsi un danno erariale, a cui sommare il possibile danno erariale, per aver dilapidato il valore di Ama che ora non può più nulla, sia nell'erogazione dei servizi, sia nella costruzione del proprio futuro impiantistico". (Com/Zap/ Dire)