Roma, Rimosso manifesto anti- aborto in via Gregorio VII
Non solo critiche ma anche tantissimi messaggi di appoggio e solidarietà all’iniziativa di ProVita sono stati fatti, sui media e sui social
Era stato affisso il 3 aprile dall’associazione ProVita Onlus sulla facciata di una palazzina di via Gregorio VII e doveva rimanere lì in bella vista fino al 15, ma… In seguito alle molte polemiche di questi giorni, è stato rimosso oggi. Parliamo dell’opera da record che, coi suoi 7 metri per 11, ha rappresentato il più grande manifesto contro l’interruzione di gravidanza finora affisso in Italia. Sul pannello gigante era raffigurato un feto di 11 settimane, accompagnato da diversi messaggi piuttosto emblematici, tra cui: “Sei qui perché tua mamma non ha abortito”.
ProVita aveva giustificato questa sua scelta con la volontà di “riportare l’attenzione sulla violenza e sul dramma di una condanna a morte prima di nascere” con l’avvicinarsi del prossimo 22 maggio, ricorrenza della legalizzazione dell’aborto. Ma le polemiche tra abortisti e antiabortisti sono state tante e spesso feroci, soprattutto sui social network, fino ad arrivare alla richiesta di rimozione da parte delle consigliere Pd e RomaTornaRoma in quanto l’affissione rappresentava “un messaggio forte e doloroso sulla pelle delle donne”.
Questo il comunicato del Comitato Aurelio in Comune, affidato a Facebook: “Esprimiamo soddisfazione per la rimozione dell'aberrante maxi-manifesto affisso l'altro ieri in Via Gregorio VII, avvenuta poche ore fa in seguito alla mobilitazione promossa da Aurelio in Comune.
Non possiamo non sottolineare come l'ampio ed unitario fronte che ha visto coinvolti – senza veti e steccati – associazioni, movimenti, forze politiche ed esponenti delle istituzioni capitoline e regionali, abbia permesso un'importante vittoria contro chi vuole mettere in discussione il diritto di scelta delle donne. GRAZIE!”.
E questa la reazione dell'associazine onlus ProVita:
"Dopo nemmeno tre giorni, il maxi manifesto ProVita di 7 metri per 11, affisso legalmente nella capitale, è stato brutalmente tolto. Ancora una volta, l'amministrazione Raggi ha dimostrato di non rispettare la liberta' di espressione e di pensiero (diritti garantiti dalla Costituzione) e con il pretesto di affermare che la gigantografia sarebbe una 'violazione dei diritti civili', in realtà si è piegata al 'politicamente corretto' e all'ideologia". Cosi' ProVita in una nota. ProVita giudica "gravissima la decisione di strappare un'immagine per nulla offensiva, che aveva il solo 'torto' di scuotere le coscienze ricordando a Roma, all'Italia e a tutto il mondo che l'interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) sopprime un essere vivente. Non un grumo di cellule.
'Tu eri cosi' a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito', era il messaggio della gigantografia. Un messaggio di verità. Nessuna comunicazione è arrivata dal Comune di Roma a ProVita e la rimozione del manifesto dall'edificio (in via Gregorio VII, 58) è stata eseguita dalla società che gestisce lo spazio dell'affissione, temendo sanzioni e possibile revoca della concessione.
Dal 3 aprile, non solo critiche ma anche tantissimi messaggi di appoggio e solidarietà all'iniziativa di ProVita sono stati fatti, sui media e sui social. L'idea era giudicata 'giusta', quel bimbo di 11 mesi parlava davvero attraverso la gigantografia". Per la onlus, infine, "la questione non finisce qui: faremo ricorso amministrativo contro l'ordine ingiusto del Comune e la campagna di ProVita per la difesa dei bambini nel grembo delle mamme e della salute delle donne, contro l'aborto, si intensifichera', in particolare nel mese di maggio… anzi, il bambino di 11 settimane tornerà".