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Roma, sigilli al nightclub: nascondeva un giro di escort

Gli investigatori hanno documentato almeno quattordici spettacoli erotici in pochi giorni nel mese di dicembre

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Nel nightclub “Elite 2” di via dell’Umiltà, un gruppo di circa quindici ragazze con nomi d’arte come Chloe, Giada, Cristina, Dea, Popa, Ilary e Malizia offrivano, oltre agli spettacoli di lap dance, anche prestazioni erotiche a pagamento.

Fino a 300 euro per un rapporto sessuale

Le tariffe variavano in base al tempo trascorso con i clienti: 60 euro per dieci minuti, 80 euro per quindici, fino a 300 euro per un rapporto sessuale completo. Tuttavia, i soldi finivano nelle mani dei gestori del locale. Il cassiere, prima di consentire l’accesso agli uomini nelle sale private, concordava i dettagli e riceveva il pagamento, garantendo discrezione. A supervisionare il tutto c’era A. D. S., imprenditore di lunga data che vantava una collaborazione con un noto regista pornografico.

La polizia e la Guardia di Finanza hanno chiuso il locale, situato a pochi passi dalla Fontana di Trevi, dopo aver scoperto un giro di prostituzione. Le ragazze, per lo più straniere, venivano sfruttate da D. S. e da un altro socio di 80 anni, A.P., ora deceduto. Un terzo uomo, S. V., è indagato. I reati contestati includono lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, e il night club è stato sequestrato preventivamente.

Le indagini

Le indagini, partite dopo un sopralluogo amministrativo nel locale, hanno svelato che, dietro tende in stanze dai nomi esotici come “Giappone”, “Thailandia” ed “Egitto”, si svolgevano veri e propri atti sessuali. Le ragazze venivano reclutate tramite annunci o passaparola, e D. S. le istruiva su come comportarsi con i clienti e durante eventuali controlli di polizia. Gli investigatori hanno documentato almeno quattordici spettacoli erotici in pochi giorni nel mese di dicembre e, durante una perquisizione, hanno trovato registri che dettagliavano incontri privati, con nomi dei clienti, orari e prezzi. Anche le chat WhatsApp tra D. S. e le ragazze confermavano le attività svolte all’interno dell'”Elite 2″.

Un solo arresto

Il giudice ha disposto il carcere per D. S., ritenendolo recidivo e potenzialmente capace di influenzare le prove. L’80enne, che aveva manifestato l’intenzione di uscire dall’attività, è stato considerato meno coinvolto, mentre nessuna misura è stata presa nei confronti del cassiere.