Roma, Spelacchio? Ma nessuno ricorda l’albero di cartapesta di Alemanno?
L’opposizione dell’epoca lo descrisse come “una bruttura, peggio della statua di Wojtyla di piazza dei 500”
I detrattori della Giunta di Virginia Raggi non aspettavano altro che venisse installato l'albero di Natale in piazza Venezia, ormai una consuetudine nella festa più sentita dell'anno nella Capitale. Dopo il fallimento di "Spelacchio", l'abete divenuto celebre in tutta la terra per il suo aspetto piuttosto dimesso, l'amministrazione capitolina ha optato per una scelta d'immagine, riducendo al minimo i rischi di un eventuale bis fallimentare, affidando l'allestimento a una azienda leader nel settore della comunicazione esterna, la Igp Decaux. Sponsor dell'operazione la piattaforma internazionale di serie tv, film e documentari, Netflix.
L' albero di Natale, alto più di venti metri con 60.000 luci led e 500 sfere, sarà acceso per 24 ore al giorno. In una delle aiuole della piazza sarà anche allestita un’area nella quale cittadini e turisti potranno scattare foto con lo sfondo dell’albero e dell’Altare della Patria. I costi totali dell’allestimento ammontano a 376.100 euro, e saranno a carico dello sponsor, ha comunicato giorni fa il Campidoglio.
Il successore di "Spelacchio" avrà tutti gli occhi addosso, e già prima di arrivare a piazza Venezia su Twitter sono apparsi i primi commenti ironici, ancor prima di essere visto: "Lo vedranno solo gli abbonati", e "Non sarà un problema trovare una buca adeguata dove piantarlo".
I Verdi hanno polemizzato parlando di "importo faraonico che fa riflettere sul piano etico in un contesto in cui le famiglie faticano ad arrivare a fine mese", avanzando una proposta ambientalista : "piantare a piazza Venezia una volta per tutte un albero vivo, ecologico e all'insegna della sobrietà".
Tante critiche per "Spelacchio", e durante l'allestimento per il suo successore, già battezzato "Spezzacchio" per i rami segati per consentirne il trasporto, ma nessuno ricorda l'albero di Natale di cartapesta sotto la Giunta Alemanno, nel 2011?
Un allestimento definito vergognoso dall' opposizione di quell' amministrazione e dai cittadini romani, una bruttura, peggio della statua di Wojtyla di piazza dei 500, tanto che Alemanno fece togliere il contestatissimo cono di cartapesta, costato 25.000 euro, facendolo spostare all'Eur, davanti il salone delle Fontane, una scelta che venne contrastata da un consigliere del Pd: "Forse per Alemanno all'Eur ci sono cittadini di serie B che devono prendersi gli scarti del Centro storico"?
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