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Roma, stretta agli ambulanti: entro il 2025 riorganizzate le concessioni

L’obiettivo del Campidoglio è assegnare 18 mila concessioni entro il 2025, anche se questo potrebbe creare un conflitto con il Governo

Piazza del Campidoglio di Roma

Piazza del Campidoglio

Dopo anni di proroghe e incertezze, il Campidoglio è pronto a varare una stretta decisiva sugli ambulanti. Alcune licenze, in vigore da decenni, sono state rinnovate più volte, ma per l’assessora alle Attività Produttive, Monica Lucarelli, “il tempo delle proroghe è finito”. L’obiettivo è assegnare 18 mila concessioni entro il 2025, anche se questo potrebbe creare un conflitto con il Governo, che nel 2022 ha rinviato la questione delle concessioni fino al 2032.

La direttiva Bolkestein e le nuove regole

Il tema delle concessioni degli ambulanti è regolato dalla direttiva europea Bolkestein del 2006, che impone la messa a bando di risorse limitate come le licenze per i posteggi nei mercati rionali, le spiagge e le licenze dei tassisti. A Roma, i bandi per le aree destinate al commercio ambulante saranno gestiti dai Municipi, mentre Roma Capitale si occuperà delle rotazioni e dei posteggi per diversi operatori. Il Comune punta a completare il processo entro il 2025, ma è più probabile che entro la fine del 2024 verranno definiti i piani del commercio, necessari per decidere dove e quante postazioni assegnare nei vari Municipi.

Negli anni, diverse postazioni sono diventate incompatibili con la legge, soprattutto nelle zone centrali e nei pressi del Vaticano, dove alcuni chioschi sono stati giudicati irregolari a causa di modifiche alla viabilità o perché i commercianti hanno occupato più spazio del dovuto. Le nuove regole potrebbero richiedere agli ambulanti di utilizzare mezzi ecologici e di rispettare dimensioni standard per le postazioni, elementi che hanno sollevato preoccupazioni nel settore.

Le associazioni del settore pronte a ricorsi

Le associazioni di categoria si sono schierate contro il Campidoglio, minacciando battaglie legali e chiedendo una proroga fino al 2032, come previsto dal ddl concorrenza del 2022, contestato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Gli ambulanti temono che alcune postazioni redditizie possano essere eliminate, mentre altre aree, soprattutto in periferia, potrebbero aprirsi per nuovi operatori, ma con minore attrattività economica.

Il commento delle autorità

L’assessora Lucarelli ha dichiarato che il processo di riorganizzazione prevede “una serie di bandi volti a portare trasparenza e legalità nel settore del commercio ambulante”, affrontando già il quarto ricorso contro i bandi pubblici. Le verifiche nel Municipio II, iniziate a settembre, hanno rilevato che molti banchi occupano più spazio del consentito, creando problemi di decoro urbano.

Andrea Alemanni, presidente della commissione Commercio del Campidoglio, ha ribadito che “la direzione è quella giusta”, sottolineando che le concessioni di suolo pubblico devono rispettare le regole vigenti, come il codice della strada e le direttive della sovrintendenza. Alemanni ha descritto la riorganizzazione come “un passo storico che la città attende da anni”.

Il percorso, seppur controverso, mira a regolamentare il commercio ambulante a Roma, con un impatto significativo sul decoro urbano e sulla gestione delle risorse pubbliche.