Roma, tensione a Casal Bruciato: Vinceremo contro Rom come a Torre Maura
Raggi: “Noi romani non ci stiamo a essere accomunati ai razzisti. CasaPound non ci fa paura. Roma resta una città aperta e dei diritti”
Prosegue senza sosta la protesta anti Rom a Casal Bruciato. Un gruppo di residenti e diversi attivisti di estrema destra sono in sit-in davanti al civico 90 di via Facchinetti, periferia est di Roma, per gridare la loro rabbia contro l’assegnazione legittima di una casa popolare ad una famiglia rom. “Io abito al piano di sopra a quell’appartamento, stavo davanti alla porta di quella casa per impedire loro di entrare. Se entravano non so come andava a finire”, ha detto un residente all’esponente di Sinistra italiana, Stefano Fassina.
“Io abito qui dal ’75, qui non vogliamo zingari”, ha detto un altro. “Non siamo razzisti, qui abita una famiglia di siriani, finché se ne stanno buoni non abbiamo problemi con loro”. Parole che dimostrano quanto la tensione resti alta nonostante la famiglia assegnataria sia stata spostata altrove. “Non andremo via da qui fino a che non vediamo la revoca dell’assegnazione.
Se li portassero a casa loro- hanno detto ancora– La Raggi se li portasse a casa sua. Noi gli zingari qui non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano”. Sulla protesta, il sigillo di CasaPound: “Chiediamo alla Raggi di lasciare, di dimettersi e tornare a elezioni perché ancora succedono queste cose ai romani – ha detto il responsabile di Casapound Lazio, Mauro Antonini – Aspettiamo la revoca dell’assegnazione di questa casa. Siamo pronti a dormire qui”.
Gli fa eco un altro militante del movimento di estrema destra: “Vogliamo vincere questa battaglia, come abbiamo già fatto a Torre Maura”, le parole al megafono. Davanti all’ingresso del condominio una tenda simbolica per “gli italiani senza casa” e il cartello con la scritta: ‘Sto con Noemi, italiana con un bambino piccolo’, in riferimento alla giovane donna che questa mattina ha occupato l’interno assegnato alla famiglia rom. “Casa ai terremotati, agli invalidi o agli italiani”, recita un altro cartello. La strada è presidiata dalle forze dell’ordine.
Raggi: “CasaPound non ci fa paura”
“CasaPound non ci fa paura. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell’odio. Siamo tutti con Roberta Della Casa, presidente del IV Municipio. Possiamo discriminare le persone in base al colore della loro pelle, alla religione che professano o alla loro etnia? Io dico no. E lo dico perché la legge è l’unico scudo che ci tutela dalle ingiustizie e dalla sopraffazione. Vi sembrerà retorica, ma ora vi spiego il senso delle mie parole.
Un gruppo di militanti di CasaPound ha impedito a una famiglia di prendere possesso della casa assegnata da Roma Capitale in base a una graduatoria pubblica e regolare. Glielo ha impedito perché si tratta di una famiglia Rom: una famiglia che nel 2012, quando governava la destra di Alemanno, ha partecipato al bando per l’assegnazione delle case popolari.
La casa è stata loro assegnata regolarmente”. Lo scrive su Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi. “CasaPound ha soffiato sull’intolleranza, ha puntato il dito contro un uomo, una donna e i loro sei bambini. E, se è vero quanto affermato dalla stessa famiglia che ha presentato denuncia, avrebbe minacciato di bruciarli vivi – sottolinea Raggi – hanno creato un clima di odio e terrore al punto che i nostri uffici, per garantire la loro incolumità e la vita di questi sei bambini, sono costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia.
È paradossale che a impedire l’ingresso in un appartamento siano gli stessi che occupano abusivamente un intero stabile in centro città. È un momento triste per la città, è un momento triste per la nostra comunità. Noi romani non ci stiamo a essere accomunati ai razzisti. CasaPound non ci fa paura. La legge va rispettata, sempre! Non abbiamo alcuna intenzione di cedere alla loro prepotenza. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell’odio”.
(Foto di repertorio)