Roma Tre, emergenza Rom. L’Ateneo sembra riconoscere il problema
Arriva una guardia giurata per tutto il perimetro della Vasca Navale. Le reazioni degli studenti
“Il Consiglio di Amministrazione ha trovato i fondi per la presenza di una guardia giurata nel perimetro di via della Vasca Navale e ripristinare il servizio di vigilanza” – annuncia Direzione Futuro, da mesi impegnata a denunciare l’incontrollato stato di degrado in cui versa la Facoltà di Ingegneria, ostaggio di continue incursioni da parte dei Rom provenienti dagli accampamenti limitrofi.
Sull’argomento, oltre ad una generica conferenza sui temi dell’integrazione e dell’accoglienza – che Romait ha seguito da vicino – dove non sono emerse risposte di carattere pratico alle numerose segnalazioni effettuate da studenti e genitori, di concreto c’è stata solo la recente occupazione simbolica della Facoltà, proprio ad opera della lista universitaria Direzione Futuro. “Benvenuti a Rom Tre” recitava lo striscione affisso sulla facciata d’ingresso del Dipartimento di via Volterra. Si è trattato di un bello scossone quindi, a giudicare dalle news odierne, infatti, quell’occupazione sembra esser valsa più di mille tavole rotonde.
“Se da un lato questo rappresenta un passo avanti verso un Dipartimento più decoroso e vivibile, dall’altro non può esser considerata una ‘vittoria’, bensì un punto di partenza, c’è comunque molta soddisfazione” – specificano De Lorenzi (Direzione Futuro) e Mosiello (Studenti di Ingegneria). Secondo i rappresentanti, infatti, “la 'guardia giurata' dovrà coprire un’area che comprende, oltre a Ingegneria, anche i Dipartimenti di Scienze, Matematica e Fisica”, uno spazio ritenuto dai ragazzi decisamente “troppo vasto per essere efficientemente controllato da una sola persona”. Inoltre, come documentano le immagini della nostra foto gallery, i problemi legati alla presenza degli insediamenti Rom di vicolo Savini non riguardano soltanto i locali universitari, ma anche gli spazi esterni ad essi e l’intero quartiere.
Insomma, stando alle dichiarazioni ricevute e alle evidenze fotografiche, la strada per ripristinare la vivibilità a tutto campo è ancora molto lunga, ma è pur sempre vero che “è camminando che si fa il cammino”.