Roma, trovato cadavere donna scomparsa giorni fa davanti discount Ponte di Nona
Morte naturale o omicidio? Sarà l’autopsia disposta dall’Autorità giudiziaria a chiarire le cause del decesso della 89enne
Sembrerebbe appartenere alla 89enne scomparsa da casa sei giorni fa, il corpo senza vita trovato stamattina in via Don Primo Mazzolari, davanti al centro commerciale "Unico" di Ponte di Nona, a Roma est. Il corpo gonfio era in posizione supina, con le gambe divaricate; la gonna era tirata su, e gli slip erano abbandonati accanto. La testa della povera donna si presentava completamente bruciata, tanto che il riconoscimento è stato reso difficile ai familiari, che hanno identificato la vittima dagli occhiali da vista.
Un'oltraggio compiuto sul corpo dell' anziana donna, i cui familiari si erano rivolti nei giorni scorsi alla trasmissione tv "Chi l'ha visto?", nel tentativo di rintracciare la parente. Le ricerche si sono avvalse anche dell'intervento di cani molecolari, in grado di riconoscere le tracce di una persona pure dopo molto tempo che è passata.
Uno "sfregio", che però sarebbe stato compiuto altrove mancando sull’erba secca dal sole tracce di incendio. La tanichetta di un motorino, forse la stessa utilizzata per contenere il liquido infiammabile, è stata sequestrata dai carabinieri sul posto. Che sia stata portata lì in un secondo momento insieme al corpo è ancora tutti da capire. L'89enne potrebbe esser stata violentata da un uomo che l’avrebbe poi lasciata lì ormai senza vita, senza toccarle la borsa e i soldi che aveva con sé. Ma non solo, perché un particolare più di tutti rende fitto e terribile il giallo.
La testa della donna era completamente bruciata al punto che, per riconoscerla, sono stati fondamentali gli occhiali da vista che al sole diventavano rosa. Uno "sfregio", che però sarebbe stato compiuto altrove mancando sull’erba secca dal sole tracce di incendio. La tanichetta di un motorino, forse la stessa utilizzata per contenere il liquido infiammabile, è stata sequestrata dai carabinieri sul posto. Che sia stata portata lì in un secondo momento insieme al corpo è ancora tutto da chiarire.
La figlia della donna deceduta, è certa che la madre è stata portata dove è stata trovata dopo che fosse morta. "Ci siamo passati tutti, io per prima – ha affermato – abbiamo setacciato quell'area dietro casa, i cani, i droni, i Carabinieri, la Protezione civile, sono stati encomiabili, senza sosta, e mamma non c'era". "Non riesco a capire come può stare lì – continua la figlia della donna deceduta – in quello slargo con l'erba alta dove non si sarebbe mai addentrata, un posto infido, pieno di buche, facevano fatica anche i carabinieri a camminare", ha spiegato.
"L'ho cercata dappertutto, stamattina mi sono fermata per caso, avevo il frigo vuoto, ero andata a fare la spesa – ha aggiunto – stavano ancora cercando senza sosta. A un certo punto gli uomini della Protezione civile hanno alzato la mano verso il comandante, avevano trovato qualcosa, ma non mi hanno fatto avvicinare – prosegue il racconto della figlia dell'anziana signora – non me la vogliono far vedere, dicono che è da parecchi giorni che è deceduta, mi hanno dato solo la borsa e il borsellino, dicono che stava in una buca".
In conclusione torna a ripetere: "Qualcosa non torna, il posto ripeto è strano, al centro di un prato, difficile da arrivarci per tutti. Io però c'ero passata là". Ma rimane il dubbio che gli uomini della Protezione civile che in mattinata dopo sei giorni l'hanno trovata, non l'avevano notata domenica e lunedì scorso quando, sempre insieme ai carabinieri, erano passati nello stesso terreno per le operazioni di ricerca.
Gli investigatori sarebbero inclini ad accettare l'ipotesi di una morte accidentale, forse dopo una caduta, non escludendo che la testa possa essersi annerita a causa della decomposizione. La prima ricognizione del medico legale ha comunque escluso segni di una morte violenta o di una violenza sessuale.
Per questo i Carabinieri di Tivoli che indagano sul caso, al momento propendono per l'ipotesi della morte naturale. Una ipotesi che sarà chiarita dall’autopsia effettuata nei prossimi giorni. L'Autorità giudiziaria ha disposto, come prassi, oltre all'autopsia anche l'esame del Dna per confermare l'identità della donna visto che il viso non era riconoscibile a causa del deterioramento.