Roma. Turismo, Bernaudo: Se passa delibera su bus, aziende falliscono
“Questa decisione a 5 stelle, qualora approvata in questi termini, genererà un danno irreparabile al turismo e alla economia locale di Roma”
"E' quasi pronta la delibera relativa alla stangata ai bus turistici privati voluta dal sindaco Raggi. Salvo auspicabili smentite si tratta della chiusura totale del centro storico per tutti gli operatori privati del trasporto turistico non di linea e di un innalzamento folle e proibitivo delle tariffe per la zona semicentrale della Capitale. Questa decisione a 5 stelle, qualora approvata in questi termini, genererà un danno irreparabile al turismo e alla economia locale di Roma".
Così il leader di Sos partita Iva, Andrea Bernaudo, annuncia la sua prensenza alle iniziative di mobilitazione delle aziende del trasporto privato non di linea sull'annunciata delibera della Giunta Raggi sui bus turistici. "Venerdì 14 luglio sarò presente alla riunione organizzativa a Roma presso l'Hotel Holiday Inn- spiega- e successivamente saremo in piazza con una grande manifestazione con tutti gli operatori del settore. I bus turistici svolgono un ruolo chiave per l'economia della città e per il turismo in genere, sono il veicolo principale per l'accesso del turismo e quindi denaro nelle casse degli esercenti, salari per i lavoratori e gettito per lo Stato.
Questa stangata avrà un enorme impatto negativo anche sull'indotto, rappresentato dalle navi da crociera, dagli alberghi, dai ristoratori, dai tour operator e dagli esercenti. I trasportati nel 2016 dai bus turistici si aggirano intorno ai 47 milioni di turisti".
"I ticket ed abbonamenti Ztl introdotti negli scorsi anni e pagati quotidianamente dai bus turistici- continua Bernaudo- dovevano essere utilizzati per la costruzione di infrastrutture, servizi igienici e ricettività per i turisti, per migliorie per la viabilità e creazione di nuovi parcheggi per gli stessi bus, ma di fatto non sono stati investiti in nulla di quanto promesso. Ogni anno la Roma servizi per la mobilità incassa 11 milioni di euro di permessi ZTL bus nell'area 1 e 2 senza aver vincolato nessun tipo di investimento in infrastrutture dedicate agli autobus turistici, ad un piano per le soste brevi e lunghe o al potenziamento/miglioramento della ricettività turistica.
Non abbiamo visto nulla, zero. Ora la risposta della Raggi- chiede Bernaudo- è chiudere Roma ai bus turistici e far fallire le aziende sane? Sarebbe una follia". "Secondo uno studio dell'Università La Sapienza di Roma- continua- si evince che l'impatto sul traffico generato dai pullman turistici è del solo 1,98% ed in relazione alla quantità dei trasportati ha un impatto più che positivo sull'inquinamento essendo il mezzo per eccellenza di aggregazione, quindi di efficientamento in materia di occupazione di spazio e di inquinamento.
Inoltre i bus privati, contrariamente a quelli pubblici, sono quasi tutti euro 6. Quello che va chiuso semmai è il rubinetto continuo – a suon di centinaia di milioni di euro dei contribuenti, per la precisione oltre 400 – con cui viene rifinanziata l'Atac che negli ultimi 3 anni ha perso oltre 1,3 miliardi di euro. Non vorremmo assistere ancora una volta ad una manovra, stavolta targata Raggi e 5 stelle, di rifinanziamento dell'Atac, azienda tecnicamente fallita e tenuta in vita con soldi pubblici, con l'aggravante micidiale di far chiudere anche centinaia di aziende private sane, mettendo a rischio 4000 dipendenti".
"Ci batteremo a fianco delle aziende private sane, dei loro dipendenti e in massa firmeremo e sosterremo il referendum dei radicali per la liberalizzazione del trasporto pubblico. La politica e le sue clientele devono uscire dalla gestione dei servizi, occorre aprire alle eccellenze del privato. Purtroppo registriamo che al momento anche per i 5 stelle romani la linea è opposta anche per loro 'pubblico è bello' l'Atac va rifinanziata e il privato va schiacciato e fatto fallire. Speriamo– conclude Bernaudo- che vi sia un ripensamento profondo su questa delibera, ma non ci facciamo nessuna illusione, servirà, come al solito, combattere strenuamente. Noi ci siamo".