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Roma è un colabrodo e anche i tombini sono un pericolo

Dopo che qualche giorno fa un bambino è rimasto con la gamba incastrata, passeggiando per Roma ho scovato un altro pericoloso tombino

Dopo l’episodio di qualche settimana fa, che ha visto un bambino rimanere con la gamba incastrata, passeggiando per Roma ho scovato un altro pericoloso tombino. Sulle strisce pedonali e davanti a un bar, per giunta, in via della Caffarelletta. Che le strade di Roma siano disastrate, si sa da tempo immemore. È un problema cronico che nessuna delle diverse giunte, susseguitesi nell’amministrazione della città, è riuscita a risolvere. O a migliorare, nonostante le tante promesse in campagna elettorale.

Purtroppo, noi cittadini lo sappiamo bene come funziona la politica in Italia: sembrano tutti in grado di risolvere tutto, quando non sono al potere; ma poi quando ci arrivano… ecco che riparte il solito, immancabile e vomitevole scaricabarile, fatto di una miriade di giustificazioni e di frasi fatte come: “I conti sono in rosso, la giunta precedente c’ha lasciato un buco nel bilancio”, ecc. Uno scarico di responsabilità che, ogni volta, non contribuisce a risolvere quello che rappresenta uno dei problemi atavici della città: un circuito stradale devastato, che assomiglia molto ad un efficientissimo scolapasta. Soprattutto quando tornano (e prima o poi lo fanno) le piogge.

È proprio di buchi (non di bilancio), che vogliamo parlare in quest’articolo. Non delle pericolosissime buche nel manto stradale, autentico terrore per gli automobilisti e soprattutto per i centauri. Quelle oramai le conoscono in tutto il mondo, rappresentano una caratteristica imprescindibile della città eterna e non fanno più notizia. Ma di buchi. Quelli che, sempre più di frequente, te li trovi proprio dove non ti aspetti. Come nei vecchi tombini. Non è di molto tempo fa, 11 ottobre, la notizia di un bimbo rimasto con la gamba incastrata fino al ginocchio in un tombino rotto a Giardini di Corcolle, estrema periferia est della capitale.

Il piccolo Gabriele, di soli 5 anni, è stato liberato da suo nonno con non poche difficoltà ed è stato portato con l’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Tivoli. Se l’è cavata con tanto spavento, con una contusione all’altezza della caviglia e con una prognosi di 10 giorni. Solo dopo 3 ore dall’incidente, per evitare che qualche altro malcapitato ci finisse dentro, sono state messe delle transenne dai vigili urbani. E da ciò che ci riportano i residenti… quelle transenne sono ancora lì.

Un caso isolato? Il piccolo è stato semplicemente sfortunato? Chi parla di “strade colabrodo” lo fa solo per attaccare l’operato della sindaca Virginia Raggi? Non lo so… personalmente, non faccio politica. So solo che pochi giorni fa, mentre passeggiavo in via della Caffarelletta (zona Appia), col mio bambino in braccio, sono inciampato. Rischiando di cadere. Avevo appena attraversato la strada sulle strisce pedonali e proprio non riuscivo a capire quale imperfezione della stessa avesse potuto bloccarmi un piede in quel modo.

Così mi sono voltato e… il buco era là. Nel tombino. Proprio sulle strisce pedonali. Davanti a un bar e nei pressi di un’edicola. In un punto, perciò, assai trafficato, dove la probabilità che una mamma passeggi mano nella mano coi propri bambini o che un’anziana signora attraversi claudicante la carreggiata, è piuttosto elevata. Cosa aspettiamo a risolvere il problema? Il prossimo incidente, forse? Così da posizionare altre orrende e assai poco risolutive transenne?

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