Roma verso l’autosufficienza nei rifiuti: termovalorizzatore e nuovi impianti
Fulcro del piano è il nuovo termovalorizzatore, un impianto all’avanguardia che entrerà in funzione nell’estate del 2027
La gestione dei rifiuti a Roma è a una svolta. Dopo decenni di difficoltà, la Capitale, grazie al Piano rifiuti del sindaco Roberto Gualtieri, punta a raggiungere l’autosufficienza impiantistica entro il 2027, eliminando la necessità di discariche e riducendo sensibilmente i costi e l’impatto ambientale. Un progetto ambizioso che ruota intorno al nuovo termovalorizzatore, ma che include anche quattro impianti dedicati al riciclo e al trattamento dell’organico.
Roma, una città in emergenza rifiuti
Roma è da anni simbolo delle difficoltà italiane nella gestione dei rifiuti urbani. Gualtieri non usa mezzi termini per descrivere la situazione ereditata: «Una delle peggiori del mondo», con una Capitale priva di impianti, un ciclo contrario all’economia circolare e un sistema di gestione basato su discariche e trasporti verso altre regioni o all’estero. Attualmente, il 30% dei rifiuti prodotti finisce in discarica, con costi altissimi in termini economici e ambientali. “Siamo costretti a mandare i rifiuti in giro per l’Europa e nelle discariche dei comuni limitrofi, spendendo circa 50 milioni di euro l’anno solo per trasporto e smaltimento”, spiega Gualtieri.
Il termovalorizzatore di Roma: la svolta
Fulcro del piano è il nuovo termovalorizzatore, un impianto all’avanguardia che entrerà in funzione nell’estate del 2027. La struttura, finanziata con un investimento di circa 1 miliardo di euro, tratterà i rifiuti indifferenziati della città (circa 600mila tonnellate l’anno), garantendo costi ridotti e un impatto ambientale minimo.
Gualtieri sottolinea la tecnologia avanzata dell’impianto, che si colloca tra i migliori a livello internazionale: “Inquinerà meno di una via trafficata di Roma, con emissioni di polveri a 1 mg/m³, ben al di sotto dei parametri UE”. L’impianto sarà inoltre dotato di sistemi ancillari per la cattura della CO2, il recupero di materiali preziosi (acciaio, alluminio e rame), il teleriscaldamento e la produzione di elettricità e calore. A differenza di quanto accade oggi, i rifiuti arriveranno al termovalorizzatore via treno, eliminando la necessità di camion sull’Ardeatina. Le emissioni di CO2 saranno 80 volte inferiori rispetto a una discarica, risolvendo uno dei principali problemi ambientali della gestione attuale.
Oltre il termovalorizzatore: riciclo e biodigestori
Accanto al termovalorizzatore, il Piano rifiuti prevede la costruzione di quattro nuovi impianti:
La raccolta differenziata: obiettivi ambiziosi
Un altro pilastro del piano è l’aumento della raccolta differenziata, passata dal 45,3% del 2020 al 47,9% nel 2024. L’obiettivo per il 2025 è di raggiungere il 52%, una cifra ancora lontana dai target europei ma significativa per una città che ha faticato per anni a superare il 50%.Gualtieri evidenzia come il termovalorizzatore sia stato progettato in maniera lievemente sottodimensionata, proprio per incentivare il riciclo e ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati.
Il sindaco non ha dubbi sull’impatto positivo di questa rivoluzione: “Il ritardo di Roma nel dotarsi di un impianto come il termovalorizzatore è costato tantissimo, sia in termini ambientali che economici”.
Con il nuovo sistema, si prevede un risparmio di circa 100 milioni di euro l’anno, derivante dalla riduzione dei costi di smaltimento, trasporto e gestione dei rifiuti. La tariffa per il trattamento scenderà a 178,5 euro a tonnellata, contro gli attuali 220-230 euro.
Chiusura del ciclo dei rifiuti
Con il termovalorizzatore e i nuovi impianti, la città punta a chiudere definitivamente il ciclo dei rifiuti, eliminando la dipendenza dalle discariche e dal trasporto fuori regione.
“Vogliamo una città più efficiente, più economica e meno inquinante”, afferma Gualtieri. “È un progetto ambizioso, ma necessario per garantire una gestione dei rifiuti al passo con le grandi capitali europee e restituire ai romani una città pulita e sostenibile”.
Se il cronoprogramma sarà rispettato, Roma potrebbe finalmente superare decenni di emergenze e ritardi, trasformandosi in un modello di economia circolare e gestione sostenibile dei rifiuti. Un traguardo che, per la Capitale, non è mai stato così vicino.