Roma, 18enne senza patente investe pedone. La madre “Guidavo io”

È il 9 febbraio del 2023, siamo a Tor Bella Monaca su via dell’Archeologia quando un ragazzo di 29 anni, Emmanuele Catananzi fermo sul marciapiede viene investito e ucciso da un Suv. Alla guida del potente veicolo una donna che dichiara di aver perso il controllo del mezzo. Sta mentendo.

In questa storia lei non c’entra, o meglio, la donna un paio di giorni prima dell’incidente ha noleggiato a suo nome una Bmw X4 M Competition, un bolide da oltre 500 cavalli. Quella volta al volante però non c’era lei ma suo figlio 18enne e senza patente che, lui sì, ha perso il controllo uccidendo sul colpo il 30 enne.

Roma,18enne senza patente investe pedone. La dinamica

Una volta scoperta la tragedia, la donna invece di convincere suo figlio ad autodenunciarsi, si è addossata la colpa: “Guidavo io la macchina” ha detto agli inquirenti.

Il suo racconto però non convince e gli investigatori decidono di indagare ancora, le testimonianze raccontano altro. Un ragazzo, un giovane alla guida, nessuno parla di una donna. Qualcosa non torna.

Il consulente della procura, ricostruisce l’accaduto di quel terribile 9 febbraio: il diciottenne ha preso una curva a velocità troppo elevata, la Bmw ha sbandato e invaso la corsia opposta senza che l’inesperto guidatore riuscisse a riprenderne il controllo.

Il Suv senza ormai controllo ha falciato il ragazzo sul marciapiede uccidendolo sul colpo per la potenza dell’impatto.

Poco dopo la tragedia è arrivata la madre del ragazzo addebitandosi le colpe e cercando di salvare suo figlio.

Nessun processo per la donna: è parente di primo grado

Nonostante la gravità delle sue affermazioni e il tentativo di sviare le indagini, la donna non sarà processata, il favoreggiamento non scatta se si è parenti di primo grado dell’autore del reato.

Il diciottenne, invece, finirà a processo con l’accusa di omicidio stradale.