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Ron e le guerre: “Non credo nell’impegno politico degli artisti”

(Adnkronos) – "Non mi ritengo, anzi non sono, un cantautore 'impegnato', come piaceva dire una volta… Non ho mai mescolato la musica con la politica o con l'ideologia, mai". Ron – che domani a Sanremo riceverà il 'Premio Tenco' alla carriera – ribadisce la sua posizione, intervistato dall'AdnKronos a proposito della posizione che un cantautore e più in generale un artista dovrebbe prendere davanti a tragedie come le guerre che, in Ucraina come in Medio Oriente, sono scoppiate alle porte terrestri e marittime dell'Europa: intervenire con la sua arte, esporsi in prima persona, far riflettere, continuare a regalare solo emozioni… qual è, se ce n'è uno, il compito dell'uomo di spettacolo? "Ognuno deve fare quel che sa fare – risponde lapidario Ron – E nessuno deve sentirsi obbligato a fare qualcosa perché la fanno anche altri… Anzi, è deleterio seguire la 'moda' scimmiottando quel che fanno altri tuoi colleghi. Per quel che mi riguarda, ad esempio, ho voluto scrivere un brano, 'Il mondo avrà una grande anima', che parla di Mathias Rust, quel ragazzo svedese che partendo con il suo piccolo aereo da turismo riuscì ad arrivare e atterrare nella Piazza Rossa di Mosca: un ragazzo di soli 18 anni, che forza e che follia miracolosa!". Un po' come l'uomo con le buste della spesa in mano che fermò un carrarmato cinese nella piazza di Tienanmen a Pechino… "Esattamente. Ma scrivere un testo e comporre una canzone 'politica' o 'ideologica' no, questo no". Poi, però, ricorda: "Unica eccezione la feci al tempo del colpo di Stato militare in Cile. Ci fu un grande concerto a Roma, al Palasport; c'erano Lucio Dalla, Francesco De Gregori e loro mi chiesero di venire anch'io a cantare. Accettai, ma sulle prime rifiutai, 'che ci vengo a fare io?' risposi. Però, avevo scritto una musica sul testo di una poesia di Pablo Neruda intitolata 'I morti sulla piazza': mi sembrava una cosa molto bella, ma quando la cantai arrivarono fischi allucinanti, al punto che il pubblico dal palco fu esortato, non da me, a smettere. Del resto, persino De André e De Gregori ricevettero fischi 'estremisti' durante loro concerti, i tempi erano quelli… Comunque, pensai che anche i fischi aiutano a crescere".  "Se per miracolo avessi il potere di riportare in vita e sul palco uno dei tanti artisti che purtroppo ci hanno lasciato, resusciterei Lucio Battisti: ho sempre stravisto per lui, era il mio 'totem' musicale. Se poi potessi raddoppiare, la mia scelta cadrebbe sull'altro grande Lucio, su Dalla".  A Sanremo, domani sera, a Ron non saranno purtroppo consegnati quei superpoteri, ma gli verrà dato il 'Premio Tenco' alla carriera. "Ma io difendo sempre il Ron esordiente rispetto al Ron attuale: era un uomo totalmente libero, nessuno gli chiedeva di cantare un brano o di escluderne un altro. Ero praticamente un bimbo quando sono andato per la prima volta al Festival di Sanremo (1970, aveva solo 16 anni, ndr). Ma il volto fanciullesco era anche la faccia di uno che voleva arrivare, a tutti i costi! Quella faccia mi è rimasta stampata e anche quella forza d'animo, quella grinta". Ron, oggi 70 anni, non aveva un 'Piano B'? "Assolutamente no, volevo fare solo il cantante, senza alternative possibili. E direi che ci sono riuscito…". 'Premio Tenco' e 'Festival' un tempo erano accomunati solo dal fatto di svolgersi entrambi a Sanremo: ma le loro strade divergevano, anche tra forti polemiche e disconoscimenti reciproci; oggi invece le stesse strade, se non proprio convergenti, comunque si intrecciano più volte, con gli stessi artisti che si esibiscono al Festival di Sanremo e ricevono il Premio Tenco… "Ed è giusto così – afferma Ron – Non mi sarei mai aspettato di ricevere il 'Tenco'. Però è successo, come mi è successo di vincere il Festival di Sanremo nel '96. Certo, nel corso della mia carriera mi sono evoluto e ho scritto e composto anche cose più 'corpose', specie nei testi". L'arte è sempre fatta di ispirazioni, contaminazioni di generi e anche di artisti: Ron ha 'rubato' o è stato 'imitato' da altri? "Credo in tutta sincerità di non essermi mai ispirato a nessuno e anche che nessuno si sia ispirato a me", risponde convinto. Questo 'premio alla carriera' – che sarà consegnato domani sera sul palco del teatro Ariston di Sanremo, lo stesso del 'Festival' – non chiude comunque la carriera di Ron… "Assolutamente no, spero che il mio mondo musicale continuerà ad avere una grande anima!". (dall'inviato Enzo Bonaiuto)   —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)