Rovito, Scuola in Sicurezza: “Aprire senza tracciamento è insensato e pericoloso”
La nostra intervista ad Anna Rovito, presidente del CNSS Comitato Nazionale Scuola in Sicurezza
La nostra intervista ad Anna Rovito, presidente del CNSS Comitato Nazionale Scuola in Sicurezza. L’apertura delle scuole è della massima importanza, ma va coniugata con la sicurezza, e per garantire la sicurezza occorre innanzitutto il tracciamento, questo il messaggio.
“Abbiamo costituito un comitato nazionale a cui hanno aderito migliaia di persone, genitori e docenti, per richiamare il governo alle misure ormai improcrastinabili all’interno delle scuole. La nostra struttura è molto solida e convalidata e seguita anche da diversi legali.
L’apertura della scuola che deve avvenire in sicurezza. C’è molta propaganda ma mancano gli interventi seri, innanzitutto il tracciamento. Faccio un esempio. Se in un istituto c’è un bambino potenzialmente positivo, finché non c’è la certezza della positività non viene messo in quarantena, né viene decisa una quarantena fiduciaria per la famiglia. Questo implica enormi rischi. Il problema di fondo è il tracciamento, senza risolvere il quale non è possibile pensare di aprire. Il contact tracing è praticamente assente, se c’è è lento, e non più efficace nell’attivare un trattamento e quindi nello scongiurare i contagi. Questo in Calabria come altrove in Italia.
Io personalmente sono mamma di un bimbo di sei anni e imprenditrice, e se nelle aziende abbiamo norme chiare, nella scuola non c’è una logica decifrabile. Le aperture o chiusure non hanno una base razionale, ma solo politica o incomprensibile.
Noi rivendichiamo quindi l’apertura delle scuole ma non ad occhi chiusi, senza risolvere a monte le problematiche. Ieri nella conferenza di Draghi i giornalisti hanno fatto domande poco concrete e mirate, senza incalzare sulle esigenze dei cittadini. I media non hanno contezza dello scontento sociale dilagante e disperato. Non si può andare avanti a colpi di decreti di emergenza e questo lo dico da persona che ha fatto studi di tipo legale. Vogliamo scelte basate sui criteri e sulla sicurezza e non sulla politica”.
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