Russia-Ucraina: i motivi del conflitto che causerà dure conseguenze all’Italia
L’esplosione della guerra tra Russia e Ucraina è alle porte. Abbiamo intervistato il giornalista ed esperto in politica estera Marco Guidi per capire le ragioni che muovono questo conflitto
Nelle ultime settimane i giornali sono invasi dalle notizie sul possibile conflitto bellico tra l’Ucraina e la Russia. Tuttavia, questa possibile guerra è soltanto il culmine di una serie di vicende che hanno portato all’inclinazione degli accordi geopolitici.
Motivi dello scontro tra Ucraina e Russia
Abbiamo intervistato per il nostro giornale RomaIT il giornalista esperto in politica estera Marco Guidi, che ci ha spiegato quali sono le dinamiche che spingono e premono lo scontro tra la Russia e l’Ucraina.
“I motivi sono parecchi“. È importante prendere sotto analisi la situazione del governo russo che è, nonostante non lo sia dichiaratamente, uno stato totalitario e dittatoriale. Questo “perché Putin è al potere senza contrasti “. Dunque, non avendo rivali non ha delle figure che si oppongono al suo governo.
Come affermano gli storici, “il potere prolungato nelle mani di un singolo individuo aumenta la paranoia“. È evidente come la storia si ripete. Proprio come “Hitler aveva cercato la giustificazioni alla guerra nella caccia a un nemico, Putin sta facendo la medesima cosa“.
Infatti, dato che Putin ha un problema evidente di economia interna, “come molti governi autoritari cerca di risolvere il problema esaltando il livello di un nemico esterno in modo da favorire il patriottismo“.
Russia-Ucraina: creazione di un nemico per incentivare il patriottismo
La propaganda e la creazione di un nemico comune è ciò che ha spinto i grandi dittatori nella storia a giustificare le proprie psicosi. Come si legge anche nell’articolo di Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera, che riporta la propaganda d’informazione russa sui quotidiani, sono i “battaglioni di fanatici neo-nazisti con tanto di elmetti decorati da svastiche che si appresterebbero ad attaccare il Donbass abitato da pacifici cittadini che parlano russo“.
Dunque, in accordo con la Nato, i fasci ucraini vorrebbero “riportare queste zone ‘liberate’ sotto il giogo del governo di Kiev corrotto, asservito agli Stati Uniti e visceralmente antirusso“.
Come continua però Guidi, anche “gli ucraini descrivono i russi come imperialisti“. In entrambe le fazioni, è evidente “questo desiderio di compattare tramite il patriottismo il fronte esterno“
“Ucraina indipendente e desiderosa di entrare nella Nato”
Un altro motivo che spinge Vladimir Putin alle continue minacce dell’invasione è l‘indipendenza Ucraina. Infatti, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, “l’Ucraina ha abbassato la bandiera rossa con la falce e il martello per innalzare la sua azzurra e gialla“.
“Putin“, continua Guidi, “si sente minacciato da un’Ucraina che guarda sempre di più verso occidente, che ha l’intenzione di entrare sia nella Nato che nell’Unione Europea“. Questo ovviamente per il presidente russo è visto come un rischio molto grosso, poiché potrebbe mettere in dubbio la sua autorità.
Inoltre, attualmente Putin “sta giocando una carta molto interessante“. E qui sorge un altro problema. Simile ad un ricatto, la Russia sta chiedendo agli Stati Uniti e all’Occidente una serie di richieste che la “rilancerebbero come grande potenza mondiale”. Una mossa per la quale non si sa fino a che punto il presidente russo sarà disposto a spingersi.
“La guerra è già scoppiata”
Questa non è una guerra tradizionale fatta soltanto con i cannoni e le armi, ma è anche una “cyber guerra“. Per questo in realtà “la guerra è già scoppiata“. Infatti, già gli ucraini stanno subendo l’invasione delle loro piattaforme web e l’infiltrazione di spie e agenti russi.
“Il rischio di una guerra sta aumentando vertiginosamente, tanto che sono successe due cose nelle ultime due ore“. Innanzitutto, “l’Europa, seppur tardi, si è precipitata ad allarmare l’Ucraina” e a “fornire tutto l’occorrente come sistemi di missili, armi e equipaggiamenti”.
“La voce grossa di Putin” trova motivazioni anche nella convinzione che gli “Stati Uniti si sono indeboliti e di conseguenza non ci sia un avversario da temere“. La ritirata delle truppe in Afghanistan e la riconquista dei talebani ha fatto pensare a una sconfitta evidente degli americani.
D’altro canto però Joe Biden spinge con forza sulla questione. Già in una posizione difficile causata da “una presidenza non brillante“, ha deciso di “mostrare i muscoli per motivi di politica interna, speculari a quelli di politica estera”.
È evidente, dunque, che “siamo in una pre-guerra”, conclude l’esperto Guidi.
Russia-Ucraina: le conseguenze della guerra per i paesi occidentali
La reazione da parte di alcuni paesi occidentali si focalizzerebbe su “sanzioni economiche durissime“, sottolinea il giornalista Guidi.
Altri, invece, come la Germania hanno opinioni diverse sulla strategia di risposta poiché “hanno il problema del gasdotto che sta finendo. E dunque, dovrà portare il metano dalla Russia alla Germania che naturalmente verrebbe bloccato“.
Italia il paese con maggiori problemi
Per l’Italia la situazione sarebbe un po’ diversa. “Noi sicuramente siamo il paese insieme all’Austria che avrebbe maggiori problemi“, poiché questo comporterebbe “un ulteriore blocco dell’esportazione di gas con l’Europa“.
Senza ombra di dubbio, questo causerebbe una ”crisi economica”. Soltanto ultimamente il Governo sta rispolverando l’idea di riaprire i pozzi di metano che sono situati nell’Adriatico e nella pianura padana.
Tuttavia, con la riapertura subentra un problema. Ovviamente “per rimettere in funzione i pozzi ci vuole del tempo, alcuni affermano che bastano due mesi, mentre altri parlano di quattro mesi“. Ma al di là delle tempistiche utili a rimettere in moto i pozzi, il personale che lavorava lì precedentemente non sarà più disponibile dopo un anno di fermo. “Molti sono andati a lavorare altrove“. Dunque, ci sarà anche la difficoltà di cercare personale che rallenterà ancora di più le tempistiche.
“A parte alcuni pozzi che si sono mantenuti funzionali, gli altri andranno rimessi in funzione“. Secondo Guidi questo sarà uno dei problemi maggiori che dovremmo affrontare in caso di guerra. E l’opzione dell’energia rinnovabile attuale non riuscirebbe a sopperire e supportare la domanda di energia.
Inoltre, oltre alla crisi energetica, potremmo avere un aggravamento dell’inflazione. Infatti, “noi abbiamo un interscambio con la Russia che riguarda parecchi miliardi di euro che verrebbe meno“.
Infine, “saremmo chiamati a prestazioni militari importanti“. Infatti, la nostra flotta dovrebbe monitorare costantemente il Mediteranno, soprattutto perché la “flotta russa che sia è entrata nel Mar Nero e nel Baltico, adesso è anche nel Mediterraneo“.
Tutto questo indubbiamente sarebbe un costo oneroso per lo Stato che dovrebbe incrementare gli ausili militari.