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Sacchetti: ma quale tassa, è un risparmio. Istruzioni per l’uso

La nuova legge sui sacchetti per la spesa può portare a risparmiare anche 15 euro l’anno, basta impegnarsi un pò

Il nuovo anno ha portato con se, oltre agli inevitabili aumenti tariffari, un giro di vite sulle borse di plastica. Giro di vite che, per una volta, non si traduce in un aumento della fiscalità, ma in una maggiore trasparenza del costo delle stesse. Un vantaggio per i consumatori ma, come sempre accade in questo strambo Paese, la protesta social è esplosa in una indignazione pervasiva che ha sommerso prima le bacheche dei nostri smartphone e poi i media tradizionali. Si è addirittura parlato di “tassa”, una vera e propria fake new. Al contrario, il sacchetto compostabile può portare a un piccolo ma significativo risparmio nelle tasche di noi consumatori, a patto che ci mettiamo un po’ di impegno.

La Legge 123 del 3 Agosto 2017 detta che specifiche borse di plastica “non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite”. Quindi nessun aumento, solo una evidenza.

Non che sino a oggi peraltro le buste fossero gratuite, semplicemente erano all’interno dei cosiddetti “costi di esercizio” che vengono applicati su ogni prodotto che acquistiamo (affitto locali, utenze, personale, trasporti, tasse, contributi, regali, premi, pubblicità ecc.). Paradossalmente quindi fino a ieri il costo del sacchetto lo pagava anche chi il sacchetto poi non lo usava, ecco perché questa legge è un vantaggio per il consumatore. Da oggi invece il costo è ben definito e pagato solo da chi effettivamente usa il sacchetto; il consumatore quindi ha la percezione chiara e inequivocabile che anche il sacchetto, di cui spesso molto frettolosamente ci disfiamo, ha un costo.

Cosa cambia? Economicamente poco o nulla, percettivamente molto, perché il pagare invita a un uso migliore del bene ricevuto in possesso. E allora facciamolo: il sacchetto ultraleggero in cui avvolgiamo la verdura sfusa è in materiale compostabile, quindi vuol dire che da oggi questo può essere riciclato nell’umido, quindi consentire di risparmiare sull’ acquisto dei sacchetti che normalmente acquistiamo per lo scopo e non è un risparmio da poco. Certo bisogna prendere delle precauzioni in quanto questo materiale è fragile, quindi: al supermercato il prezzo va messo sulla parte più alta del manico, perché andrà tolto; il nodo ai manici deve essere leggero, per consentire arrivati a casa di poterlo sciogliere senza danneggiare il sacchetto; sempre per evitare rotture le buste vanno trattate con cura sino al momento dello svuotamento del contenuto; la busta così ottenuta potrà quindi essere usata per raccogliere l’umido. Una volta riempita, arrivati al cassonetto bisogna ricordarsi di togliere prima l’etichetta del prezzo.

E quando si arriva alla cassa… sporta. La buona vecchia sporta che le nostre nonne usavano per la spesa. L’importante è tenerne sempre un paio nel bagagliaio, oltre quella per gli alimenti surgelati, per evitare di rimanere senza.

Al mercato invece, si può fare anche di più: si può chiedere al fruttarono di usare i sacchetti di carta, ed evitare del tutto di usare la plastica. Nulla inquina meno infatti della plastica che non usi. Carta che poi ovviamente dovrà essere correttamente riciclata negli appositi contenitori.

Un mix corretto di sporte, sacchetti di carta e di plastica compostabile alla fine potrà quindi tradursi nel minor impatto ambientale personalmente gestibile e anche in un piccolo risparmio, calcolando che acquistato separatamente il costo di un sacchetto di compostabile per l’umido viene intorno ai 15 centesimi. Siccome i sacchetti della spesa sono più piccoli delle buste specifiche in vendita negli scaffali, in media ne servono due a parità di volume cui se ne deve aggiungere uno presumibilmente danneggiato vista la fragilità del prodotto. Quindi 15 – 3 = 12 centesimi di risparmio.

Moltiplicato per i giorni di utilizzo annuo, grazie a questa legge e a una condotta virtuosa alla fine potremmo quindi ritrovarci nelle tasche un risparmio di 10, 15, forse anche 20 euro; un piccolo premio per aver fatto la propria parte nella difesa dell’ambiente.

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