Salario minimo: una lotta generazionale. 70 giovani di InOltre partono per Bruxelles
L’Associazione InOltre si reca a Bruxelles per presentare la sua proposta di legge sul salario minimo
La voglia di credere in un futuro possibile e migliore. Questo è quello che ha spinto 70 giovani, tra ragazzi e ragazze, appartenenti all’Associazione InOltre- Alternativa Progressista, a partire da varie parti d’Italia verso la capitale belga Bruxelles, sede del Parlamento dell’Unione Europea.
Il viaggio nasce con l’obiettivo di presentare agli europarlamentari del Partito Democratico la loro proposta di legge sul salario minimo. Una campagna in cui l’Italia sta ancora investendo poco.
Unione Europea e futuro: salario minimo per garantire giustizia sociale ed economica
Maggio è da sempre un mese significativo per l’Unione Europea. Quest’anno, in occasione della festa dell’Unione Europea, che si svolge il 9 maggio, si è conclusa La Conferenza del Futuro dell’Europa. Un ciclo di incontri, con i quali da un anno i Paesi europei si sono impegnati per raccogliere le richieste dei cittadini e cercare di costruire dei tavoli di lavoro che possano migliorare gli obiettivi e le strategie europee.
Ovviamente tra i goal dell’Unione emerge la necessità di creare un’economia più solida e forte, garantire la giustizia sociale e incrementare l’occupazione. L’associazione politica InOltre, come dichiara il suo presidente Giordano Bozzanca, si “è sempre impegnata in campagne di giustizia sociale”. E muovendosi sul solco della proposta di direttiva europea al vaglio della Commissione del Consiglio, ha voluto presentare il testo di legge sul tema del salario minimo, per tutte le categorie di lavoratori, sia autonomi che subordinati.
La proposta è stata redatta grazie ad un’attenta analisi delle bozze di legge già esistenti in Italia. Tuttavia, per i giovani di InOltre queste sono risultate incomplete e lacunose. Per questo motivo, dopo una cooperazione con numerose associazioni e un confronto con gli uffici giuridici dei sindacati maggiormente rappresentativi come CGIL, CISL e UIL, si è arrivati al testo definitivo.
Attingendo al modello francese, con il documento si propone di garantire sia un salario minimo contrattuale ma anche, in carenza di esso, ”in via sussidiaria e residuale, un salario minimo legale”. Inoltre, un’altra sfera di intervento risiede nella ”scelta del contratto leader di settore e la definizione dei parametri contrattuali”. Incentivando maggiori controlli e sanzioni da parte dell’Ispettorato del lavoro.
L’Italia, al contrario di altri paesi europei come Spagna e Francia, non si è ancora adoperata per una regolamentazione salariare. Ma quest’ultima è un passo fondamentale per garantire sia una prevenzione nei confronti dei lavoratori che per tutelare le imprese e impedire sgravi fiscali.
Come afferma Bozzanca, ”l’obiettivo è dare uno scossone a una situazione di grave disuguaglianza nella nostra generazione”. Il continuo ”naufragare di questa proposta sta portando al protrarsi del lavoro coatto, e gratuito, rimborsi spese da fame e soprattutto a una situazione di non progettualibilità del futuro di tanti giovani”. È indispensabile garantire la ”libertà economica di coloro che si avvicinano al mondo del lavoro e delle famiglie”.
Bonafé Salario minimo: ”è un problema generazionale”
Tra i promotori dell’iniziativa sono stati gli Onorevoli del gruppo del Partito del Socialismo Europeo (PSE) Franco Roberti, Massimiliano Smeriglio, Pierfrancesco Majorino e Simona Bonafé.
“Vedere da vicino le istituzioni europee e il loro funzionamento è una grande opportunità. Inoltre, per noi questa è un’occasione per avere la possibilità di confrontarci con i cittadini”, ha sottolineato l’europarlamentare Bonafé.
Infatti, la democrazia partecipativa è uno degli scopi dell’Unione Europea. E “la pandemia ha fatto capire la sua importanza, ma soprattutto ha valorizzato iniziative come Next Generation You”, che come il PNRR incentiva allo sviluppo e innovazione in diversi campi e all’incremento delle politiche sostenibili e dell’organizzazione e cooperazione.
“Il corretto utilizzo di queste risorse è ciò che potrà garantire un futuro alle future generazioni. La campagna per il salario minimo è generazionale. Ed è importante che i giovani si facciano sentire per permettere di dare a voi sviluppo”. Oltretutto, “il progresso senza Europa non esiste. Per questo motivo è importante la vostra presenza qui oggi”.
Interviene, all’incontro tra la delegazione e i giovani anche Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico.
“La mia passione per l’Europa nasce proprio da un viaggio come il vostro. E io spero che come capitò a me questa esperienza possa lasciarvi non solo una maggiore consapevolezza dell’Europa, ma anche creare connessioni, idee e la voglia di approfondire e avviare nuovi progetti insieme.
“Questo è un momento cruciale per l’Europa”, ha sottolineato Benifei, ”poiché dopo la pandemia adesso ci sono le condizioni reali per aprire una riforma del funzionamento dell’Unione, per renderla più democratica e forte”. Ma soprattutto che “possa fare la differenza sui temi riguardante la pace e i diritti umani”.
“Stiamo facendo una battaglia con la direttiva europea sul salario minimo e poi dovremmo continuarla anche in parallelo in Italia. Dunque, abbiamo bisogno di chi apre le discussioni e voglia creare un tavolo di confronto e che soprattutto abbia una particolare attenzione verso i territori”.