Salute pubblica, se il Governo sembra avere problemi con la trasparenza…
Il Ministero della Salute desecreta i verbali della task force anti-Covid solo perché costretto dal Tar. E Draghi evoca la “prossima pandemia” senza che nessuno si faccia delle domande
Il Governo sembra avere qualche problema con la trasparenza in relazione alla salute pubblica. Che già di per sé non è esattamente una bazzecola, ma diventerebbe particolarmente grave in un periodo di emergenza sanitaria quale è l’attuale. Non a caso la Procura di Bergamo cerca da tempo di vederci chiaro, con particolare riferimento agli eventi che culminarono nell’esplosione dei primissimi focolai lombardo-veneti.
Il Governo e la (poca) trasparenza in relazione alla salute pubblica
Ci sono voluti mesi, ma alla fine il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza ha dovuto cedere. Beninteso, lo ha fatto solo perché glielo ha ingiunto il Tar del Lazio, ma l’importante è che abbia finalmente desecretato i verbali delle primigenie riunioni anti-coronavirus. Quelle svolte a partire dal 22 gennaio 2020, che portarono all’adozione definitiva di una strategia mirata a combattere il SARS-CoV-2.
Certo, da Lungotevere Ripa le hanno tentate tutte per evitare di dover divulgare gli atti della task force che rispondeva al Dicastero. Dapprima avanzando una «istanza di chiarimenti», poi affermando che si trattasse di «brogliacci» e non di documenti ufficiali, infine azzardando problemi di privacy. Poiché – si sosteneva – gli esperti «erano consapevoli di partecipare ad incontri informali», bisognava omettere gli elementi che ne permettessero l’identificazione. Impedendo così di poter ricostruire i passaggi chiave del busillis.
D’altronde, a monte l’esponente di LeU aveva proprio negato l’esistenza di un “Piano nazionale sanitario in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19”. Salvo farsi sbugiardare dal principale quotidiano italiano, che aveva impietosamente pubblicato il testo – di cui comunque riferivano anche i rapporti del Cts.
In mezzo c’era stato il ricorso di Galeazzo Bignami, deputato di FdI, presso i giudici amministrativi, che gli hanno dato ragione. Consentendo l’oscuramento dei soli numeri di telefono e indirizzi e-mail dei partecipanti ai meeting.
È indubbio che di questo sviluppo si gioveranno anche i magistrati orobici che indagano sull’altro piano pandemico, quello mai aggiornato dal 2006. E che pare abbiano già pronta una raffica di avvisi di garanzia, da destinare tra l’altro a tutti i titolari della Sanità dal 2013. Attendiamo con Speranza.
Draghi e la “prossima pandemia”
Frattanto è pressoché passata sotto silenzio una frase pronunciata dal Premier Mario Draghi aprendo il Global Health Summit, che invece è di una gravità inaudita. «Nel prepararci alla prossima pandemia, la nostra priorità ora è vincere quella attuale».
Una dichiarazione che avrebbe dovuto sollevare una ridda di domande – tipo a cosa si riferisse e se non fosse il caso di informarne l’opinione pubblica. Il fatto che nessuno le abbia poste dovrebbe imbarazzare più che altro la stampa, ma neppure SuperMario ha esattamente brillato per schiettezza.
In fin dei conti, dunque, il Ministro libero e uguale parrebbe essere in buona compagnia all’interno dell’esecutivo. Ma, considerato che c’è di mezzo la salute pubblica, poteva forse essere altrimenti?