Saluto romano ad Acca Larenzia: analisi di un gesto controverso
È importante educare sulle sue origini e implicazioni perché non siano mai più utilizzati come strumenti di odio e divisione
Strage di Acca Larenzia, la commemorazione e il saluto romano
Ansa, riporta così la notizia dei saluti romani durante la commemorazione per la strage di Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano, il 7 gennaio di 47 anni fa: “Prima la commemorazione delle autorità, con la deposizione delle corone di alloro da parte del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e, per il Campidoglio, dell’assessore alla Cultura Miguel Gotor, nel piazzale dove c’è la targa ricordo.
Poi, in un secondo momento, quando presidente e assessore erano già andati via, e in un luogo diverso, davanti alla ex sede del Msi, la commemorazione di alcuni militanti con il “presente” e il saluto romano. Si è svolta così stamani, come immortalato anche da diversi video in rete, la mattinata di iniziative per commemorare i tre militanti del Fronte della gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi il 7 gennaio 1978 a Roma nella strage di Acca Larenzia”
(Ansa, 07 gennaio 2024, 18:39)
Il saluto romano, origini e significato di un gesto controverso
Il saluto romano, caratterizzato dall’estensione del braccio destro verso l’alto e in avanti, ha una storia antica e complessa che si intreccia con vari aspetti culturali e politici. Le sue origini risalgono all’antica Roma, dove gesti simili erano come segni di saluto o di lealtà. Tuttavia, il collegamento diretto tra l’antico gesto romano e la forma moderna è oggetto di dibattito tra gli storici.
Nell’antica Roma, gesti simili al saluto romano erano usati in contesti specifici. Ad esempio, durante le cerimonie, i cittadini potevano alzare la mano verso l’imperatore o gli dei come segno di fedeltà o preghiera. Questi gesti erano parte integrante della vita civile e religiosa romana, riflettendo un’ampia gamma di significati culturali e spirituali.
Tuttavia, il saluto come lo conosciamo oggi ha assunto una connotazione notevolmente diversa a causa del suo utilizzo durante il ventesimo secolo. È diventato tristemente noto come simbolo del fascismo italiano e, successivamente, del nazismo tedesco. In questi contesti, il gesto era inteso come un segno di obbedienza assoluta e di identificazione con il partito e il leader. La sua adozione da parte di Mussolini e successivamente da Hitler era parte di un più ampio sforzo di legittimazione attraverso il richiamo simbolico all’impero romano, considerato un periodo di forza e unità nazionale.
Il significato del saluto romano è mutato nel corso dei secoli
Se originariamente poteva rappresentare un gesto di rispetto o di preghiera, nel ventesimo secolo è diventato un simbolo di oppressione e di terrore. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’uso del saluto romano è stato proibito in molti paesi a causa della sua associazione con i crimini e l’ideologia del fascismo e del nazismo.
Oggi, il saluto romano è un ricordo potente di come i simboli possano essere manipolati e trasformati nel tempo. Rappresenta un monito contro l’uso della storia e della simbologia per fini politici e un promemoria delle atrocità commesse sotto i regimi che lo hanno adottato come emblema.
È importante continuare a educare sulle sue origini e sulle sue implicazioni per evitare che simboli simili vengano mai più utilizzati come strumenti di odio e divisione.