Salvini caldeggia la messa di Pasqua. E c’è del vero, cristianesimo a parte
Il leader della Lega pone la questione in chiave prettamente cattolica, ma la sfera psichica è davvero cruciale
Giù le bandierine. Di qualunque tipo esse siano. Quelle favorevoli alla Lega e quelle contrarie.
Ciò che sta accadendo in Italia, e non solo in Italia, è di tale portata da andare infinitamente al di là dei normali orizzonti. E dei soliti schieramenti. L’obiettivo è il totale asservimento degli esseri umani alle esigenze di chi detiene il potere, controllando innanzitutto gli apparati finanziari. La leva emotiva è la paura della malattia e della morte. Il fulcro razionale, o sedicente tale, è la pretesa oggettività della scienza. E della tecnica.
Le dichiarazioni di Salvini sulla messa di Pasqua, perciò, saranno solo il nostro punto di partenza. Per sviluppare un ragionamento assai più ampio. Che riguarda la nostra psiche. Il suo funzionamento. Le sue necessità profonde e imprescindibili. Imprescindibili perché vitali. Laddove – e chi non lo capisce è solo da compiangere – la vita degna di tal nome non ha nulla a che spartire con la mera sopravvivenza. Con l’esistenza quasi vegetativa nel chiuso di abitazioni trasformate in tane. Con il trascorrere delle ore, delle giornate, dei mesi, rattrappiti dal timore che là fuori ci sia il Mostro Covid-19 pronto ad afferrarci. A prenderci alla gola.
Ha detto Salvini: «Sostengo la richieste di coloro che dicono di poter entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la messa di Pasqua, magari un po’ alla volta, in quattro o cinque. Rispettando le distanze, in numero limitato: la Pasqua per milioni di italiani può essere un momento di speranza».
E ancora: «Per molti è fondamentale anche la cura dell`anima oltre alla cura del corpo. C’è un appello mandato ai vescovi di poter permettere a chi crede, rispettando le distanze, con mascherine e guanti e in numero limitato, di entrare nelle chiese, come si entra in numero limitato nei supermercati. La Santa Pasqua, la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per milioni di italiani può essere un momento di speranza da vivere».
Sia chiaro: il sottoscritto non solo non è cristiano ma ha una pessima idea sia di questa religione, sia delle altre che derivano dal medesimo ceppo. O di qualsiasi altra impalcatura pseudo spirituale che pretenda di imporre la propria morale aggiungendoci un crisma metafisico. Come ha scritto meravigliosamente bene Nietzsche nel suo “L’anticristo”.
Tuttavia, la questione che pone Salvini è fondata eccome. E la chiave di volta, al netto della richiesta specifica, è in questa frase: «Per molti è fondamentale anche la cura dell’anima oltre alla cura del corpo».
Esatto.
L’anima, che all’origine e come attesta l’etimologia coincideva con la psiche, non va affatto liquidata come una fiabesca allucinazione. E se anche lo fosse in chiave trascendente, non lo sarebbe nell’esperienza concreta. Con buona pace degli scientisti (convinti che esista solo ciò che essi sono capaci di misurare e di riprodurre in laboratorio) l’energia personale dipende in maniera decisiva dagli stati mentali. Che forse sono solo di natura fisiologica, per i materialisti che amano ridurre tutto a cellule e sinapsi, o forse rimandano a dimensioni assai più vaste, per chi abbia uno slancio ultramondano.
Ma il dato di fatto rimane. E le dimostrazioni dell’influenza di ciò che si “pensa” sulla salute del corpo sono così numerose da diventare indiscutibili. Benché le esigenze psichiche possano essere estremamente diverse da individuo a individuo, il tratto comune è costante e di tutta evidenza: ciò che non si esprime, ciò che non si espande, si attorciglia su sé stesso e si distorce. Rimanendo intrappolato in quei grovigli innaturali di impulsi soffocati. In quei labirinti di strozzature e di ingorghi.
Ciò che non gioisce di sé, ha già cominciato a deperire. A deprimersi. A morire. O se preferite a disumanizzarsi.
Proviamo a dirlo sotto metafora, allora.
Proviamo a fissare quello che ci stanno imponendo, con la scusa quanto mai ingannevole di “salvarci” dalla pandemia che è arrivata da chissà dove e che durerà chissà quanto. Finché vaccino non ci immunizzi.
Noi, gli “androidi” da gestire
Pecorelle ubbidienti. Formichine disciplinate. Uomini-robot che li metti dove vuoi, ce li tieni quanto ti pare, quanto ti serve, con una serie di operazioni meccaniche. O informatiche. Come se si trattasse di girare degli interruttori sul quadro di comando. O di digitare delle istruzioni sulla tastiera di un computer.
Clic: spegni il tasto “bisogno di relazioni umane”.
Clic: inserisci il programma “tutti in casa”. Aggiungi la funzione Paura e falla oscillare tra il livello 7 e il 9. Tra “forte inquietudine” e “quasi terrore” Aggiungi un collegamento costante alle versioni ufficiali. Con le immagini, certo. Modalità Drama, ovvio. Lo stesso delle fiction: sta nel pacchetto Hollywood. Va che è una meraviglia.
Clic: Aggiungi i filtri di controllo sulle informazioni di altra provenienza. Tasto F11, esatto. Programma Fake News: è incompleto ma funziona abbastanza bene. Un altro po’ di tempo e permetterà un blackout totale, su ciò che arriva dai canali non omologati. L’obiettivo è di spegnerli tutti e per sempre ma per ora non si può. Non ancora.
Clic: disattiva il timer che tiene un conto esatto del tempo e innesca le reazioni previste dal software originario. Purtroppo gran parte dei modelli in circolazione sono ancora vecchio stampo e hanno questi limiti pressoché insormontabili. Sono fatti per interagire. Per muoversi all’aperto. Per sentirsi liberi, anche se ormai è molto tempo che lo sono sempre meno.
È il guaio degli Humans 1900. Hanno questi processori arcaici che girano a modo loro.
Non si riesce mai a riprogrammarli del tutto.