San Camillo, l’emergenza non si arresta
Dopo le proteste e la Fiaccolata di Speranza si attendono risposte concrete
Passano i mesi ma le denunce di disagi all'interno del Pronto Soccorso del San Camillo non cessano. A manifestare con un appello accorato sono i pazienti, gli operatori ed alcuni esponenti delle istituzioni locali e regionali: "Quanto si continua a vedere all'interno dell'ospedale è piuttosto triste" – dichiarano alcuni pazienti pazienti all'uscita del nosocomio. "Abbiamo assistito a situazioni di disagio – continuano – dove in assenza di spazi separati si è costretti a sopportare condizioni di promiscuità in cui viene lesa la dignità dei pazienti".
Il sovraffollamento degli ospedali non è certamente notizia dell'ultima ora, ma ciò che si continua a verificare al San Camillo di Roma non riesce certo a passare inosservato. Gli scatti che ritraevano un paziente visitato su un materasso adibito all'occorrenza a lettiga in un corridoio, oltre ad aver suscitato non pochi fastidi nei vertici dell'azienda ospedaliera non ha prodotto delle risposte concrete: la direzione intrapresa dalla dirigenza nella trattativa con le rappresentanze sindacali di Nursind e di Rsu (Rappresentanza Sindacale Unitaria) è stata quella di porre delle soluzioni temporanee: la riconversione di 10 posti letto, l'assunzione di 5 infermieri per la durata di 30 giorni.
"Quanto proposto ci sembra una risposta del tutto inadeguata alla criticità in cui versa il Pronto Soccorso. Ciò si ripercuote a catena sulle nostre condizioni di lavoro e quindi sulla qualità del servizio e dell'assistenza offerta ai pazienti" – dichiara Massimiliano De Luca (Rsu).
Nemmeno la "Fiaccolata di Speranza" – indetta dalle omonime sigle sindacali, svoltasi lo scorso 20 febbraio lungo l'intero perimetro dell'ospedale romano – è riuscita a produrre buoni risultati: tuttora, infatti, non sembrano essere stati accolti i tre punti con cui vengono chieste alle istituzioni dell'azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini delle soluzioni reali e non fantomatiche, tra cui lo sblocco immediato del Turn Over per un ricambio del personale infermieristico all’interno delle Unità Operative e l'attuazione del piano di sovraffollamento presentato dall’Azienda alle OOSS del comparto che eviti letti e barelle nei corridoi.
La stessa denuncia è stata mossa dal consigliere regionale Fabrizio Santori il quale in una nota ha dichiarato la volontà di far chiarezza sui fondi stanziati a luglio 2012 per l’ampliamento del Pronto Soccorso, mai portato a termine. "Esistono 467 mila euro per l’ampliamento del PS del San Camillo che ad oggi non risultano essere stati utilizzati per migliorare una condizione di criticità che non riesce a contenere in maniera adeguata l’afflusso dei pazienti".
Santori aveva inoltre fatto finire le criticità del San Camillo direttamente sui banchi della Magistratura. "Violazione dell’art. 328 C.p. con le aggravanti specifiche del caso (Rifiuto di atti d’ufficio e Omissioni), violazione delle norme in materia di Salute e sicurezza del lavoro D.lgs 231/2001, violazione del diritto alla salute del cittadino sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, e altre ulteriori violazioni che la Magistratura vorrà configurare": con on queste motivazioni era stato formalmente inviato un esposto circostanziato alla Procura della Repubblica di Roma lo scorso 17 gennaio 2014. Esposto, questo, accolto dalla Magistratura, che ha aperto un'inchiesta.
La situazione nel nosocomio romano è infatti a dir poco critica. Quello che si attende ora è una replica da parte dei vertici dell'azienda ospedaliera per mostrare la trasparenza nella gestione dei fondi pubblici.