Sandro Ruotolo sotto scorta. Zagaria: “Lo voglio squartato vivo”
Intervista al giornalista Sandro Ruotolo minacciato da Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi
Il giornalista di Servizio Pubblico è sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte dal capo del clan dei Casalesi, Michele Zagaria per un reportage sulla Terra dei Fuochi. Ospite alla trasmissione di Francesco Vergovich Roma Ore 10, rilascia alcune dichiarazioni.
Ruotolo, lei ha ricevuto minacce dal capo dei Casalesi. Per quale ragione?
La ragione è semplice. Mi sto occupando molto del discorso sulla Terra dei Fuochi. Queste organizzazioni criminali hanno un unico scopo: i soldi. Il guadagno è il loro unico obiettivo. Ora hanno scoperto che si può guadagnare dai rifiuti tossici. Ho sentito dire: “Su ogni tre camion di rifiuti che scarichiamo, uno vale oro”. Nell'ambito della mia inchiesta ho fatto una domanda al pentito Carmine Schiavone, che nel 1996 parlò degli scarichi di rifiuti, ho chiesto che tipo di rapporti ci fossero tra le organizzazioni criminali e i servizi di smaltimento rifiuti e se fossero veri o meno. Da lì ho scoperto che non si tratta di un clan in disarmo. Ci sono gruppi di fuoco ancora operativi all'occorrenza. Le mie indagini forse si sono spinte troppo oltre e la prefettura mi ha avvisato delle minacce che ha valutato serie attraverso delle intercettazioni. “Lo devo squartare vivo” è la frase che ricordo.
I giornalisti d'inchiesta dovrebbero temere le minacce dei malavitosi?
No, senza ombra di dubbio. Sono stato giornalista televisivo Rai di Napoli per molto tempo, quindi seguo tutti gli aspetti della mafia campana ormai da 30 anni. Penso che noi giornalisti dovremmo essere meno conformisti e stare più nella realtà. Non temere la malavita e non lasciarci condizionare dai politici che hanno potere sul giorale. Bisogna rispettare l'idea di un collega, magari anche non condividendola affinché lo spettatore si faccia da solo un'idea leggendo entrambe le notizie. Noi giornalisti fino ad ora non abbiamo fatto il nostro dovere. Un altra cosa fondamentale è la fazione, come la crisi economica, che costringe tante emittenti televisive e tanti giornali a ridurre i costi. Io personalmente ho ancora le scarpe che si consumano come i giornalisti di un tempo. Vado in giro, non lavoro solo notizie di agenzia come in molti fanno oggi. E' stancante, lo ammetto ma allo stesso tempo appagante.
Assistiamo oggi a talk show e trasmissioni di cronaca che si uniformano al modello Le Iene dove il giornalista è aggressivo nei confronti dell'intervistato. Quale dovrebbe essere il profilo del giornalista secondo Sandro Ruotolo?
I giornalisti devono avere ben in mente due valori sacri: l'indipendenza e la costituzione. Io ho questi valori molto a cuore. In un agguato di camorra, mia cugina è stata uccisa, quindi per me il tema della legalità è fondamentale e mi ha costruito come soggetto della società civile e come giornalista. Perciò sulla legalità non transigo. Io ho solo una tessera legata ad un premio, il più bello che abbia ricevuto perché legato ai partigiani, a cui dobbiamo tanto. Sono loro che hanno fatto la nostra Costituzione.