Sanremo 2023, ecco perché Amadeus è il vero vincitore del Festival
Amadeus è diventato il protagonista assoluto di Sanremo. Tra polemiche e ottimi risultati, è lui il vero vincitore del Festival
“Se mi mandano via, che devo fare? Me ne vado”. Soltanto poche ore fa si concludeva la settantatreesima edizione del Festival di Sanremo e già, evidentemente, se ne ritorna a parlare con qualche polemica. Con queste parole è intervenuto infatti il direttore artistico e conduttore della manifestazione, Amadeus, rispondendo in conferenza stampa ad alcune domande circa la gestione della kermesse.
Le critiche e gli ascolti
Negli scorsi giorni scorsi infatti, il Festival è stato oggetto di diverse critiche arrivate da esponenti politici dei partiti di governo. Il motivo? Alcune posizioni ritenute anti governative contenute al suo interno, per le quali è arrivata, più o meno apertamente, la richiesta sostituzione dei vertici della Rai.
Una sostituzione che almeno per adesso non dovrebbe esserci, anche per non dare l’impressione di un effetto censura. Tuttavia, una verifica e un possibile cambio del Cda, non è escluso possa essere rivalutato in futuro.
Amadeus intanto dal canto suo ha ricordato gli ottimi risultati riscontrati dal suo Festival “Se chiunque dovesse dirmi che il mio mandato finisce qua, ne prenderei atto conservando quattro anni bellissimi per tutta la mia vita, con il piacere di aver fatto quello che desideravo fare”, ha detto il direttore artistico nella conferenza stampa di chiusura. “Nella vita – ha aggiunto – dipende tutto da un risultato: se si ottengono questi risultati hai una forza, se avessi fatto il 15-20% in meno sarei un allenatore esonerabile. Qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince. Se la squadra perde, invece, anche i più grandi sono a rischio esonero. Ecco perché devo portare quello che sento, bisogna sbagliare con le proprie idee”.
Il lavoro di Amadeus
Al di là degli ascolti, sono diverse le motivazioni che spingono a credere nel valore del lavoro di Amadeus. Il conduttore durante questa edizione è innanzitutto riuscito nella non facile impresa di riuscire a farsi fare spalleggiare in maniera ineccepibile da un sempre attivo Gianni Morandi che non ha decisamente fatto rimpiangere le passate edizioni trascorse in duetto con Rosario Fiorello. Questa, lo ricordiamo, è stata anche la prima edizione nella quale è comparso nella prima serata un Presidente della Repubblica .
Ma non è tutto. Sono migliorati gli ascolti di ciascuna serata, con dati che non venivano riscontrati da molti alti e, cosa non affatto scontata, è migliorata la qualità anche del dopofestival, che da appuntamento di seconda fascia, è divenuto un vero e proprio fratello gemello della manifestazione, esaltata da due top player come Fiorello e Alessia Marcuzzi. Così, è stata sdoganata l’idea del varietà in onda in prima serata. Un varietà, ormai trasmesso in prima nottata e poi in prima mattinata.
Non era impresa facile anche probabilmente allestire un cast che tra ospiti e cantanti in gara vedesse insieme Giorgia e Elisa, Eros Ramazzotti e Ultimo, Articolo31 e Fedez. Passando per Biagio Antonacci, Roberto Benigni, Massimo Ranieri e Albano. Senza dimenticare la presenza di Lorella Cuccarini, Carla Bruni, Gino Paoli, Peppino di Capri, i Pooh e Ornella Vanoni.
Riscontri che attestano l’organizzazione minuziosa di un festival allestito per riportare sul palco dell’Ariston nomi di spicco, garantendo una trasmissione godibile e trasversale, che non ha dimenticato di attenzionare i telespettatori delle vecchie generazioni, strizzando l’occhio e mettendo un like alle nuove frontiere della musica, degli artisti e in generale delle componenti della fruizione di contenuti.
Amadeus il vero vincitore
Ecco perché il vero vincitore vero è proprio il caro vecchio Amadeus, abile a districarsi e a lasciarsi apprezzare anche per i siparietti frutto della nuova sperimentazione orientata ai social e al mondo del web. Evidentemente, la strada tracciata da Chiara Ferragni lo arricchisce di una capacità inedita e fino a questo momento sconosciuta, che risulta efficace e apprezzabile. E che non fugge dai propri punti di debolezza, scegliendo di evidenziarli con stile. Come quando per rimediare a una carenza linguistica, il conduttore affida la traduzione simultanea dei propri superospiti a un corista-fan, come avvenuto per i Black Eyed Peas.
Alzi la mano quanti nell’estate 2019, all’indomani della sua nomina come conduttore, avrebbero pensato a un trionfo in questi termini.
Per qualcuno ci vorrebbe un festival al mese. Decisamente no, non sarebbe la strada giusta. A risentirne sarebbe un coinvolgimento emotivo in overbooking in qualsivoglia appartamento di Italia nella scorsa settimana. Coinvolgimento che, in moltissimi casi, è riuscito anche a tenere saldo su un divano di casa famiglie intere, con diversi esponenti di diverse generazioni. Un dato che, coi tempi che corrono, non ci sembra derubricabile a fatto contingente. Tutt’altro.