Sanremo 2023, giornalisti votano i brani in anteprima. Ecco perché è un errore
I giornalisti hanno ascoltato e votato in anteprima i 28 brani in gara il prossimo febbraio. Ma così si rischia di influenzare il pubblico
Festival di Sanremo, croce e delizia dei tempi moderni. Manca ancora qualche settimana alla 73esima edizione del Festival della canzone italiana, condotta da Amadeus, ma è già tempo di primi giudizi e impressioni. Sì, perché è stata data l’opportunità a giornalisti di ascoltare in anteprima i 28 brani in gara sul palco dell’Ariston il prossimo febbraio.
Cosa vedremo sul palco dell’Ariston
Nomi in lizza per la vittoria, possibili sorprese. Tutto verte come sempre su questo delicato equilibrio.
Sarà l’anno del ritorno di vecchi leoni, di esponenti della musica anni ’90, di ospiti internazionali, degli influencer. Senza dimenticare il videocollegamento di stampo geopolitico con Volodymyr Zelensky, il giorno della finale. Nomi che si associamo all’elemento di novità che interessa il regolamento, con una modifica al tradizionale ballottaggio a della finale. Questo prevederà cinque concorrenti, anziché i soliti tre visti finora.
Alcuni brani sono dunque già stati bocciati dai giudici, mentre altri naturalmente, di converso, sono stati subito promossi.
Una scelta che induce a una riflessione
E’ importante sottolineare che queste sono solo primissime impressioni e che le vere valutazioni dei giudici verranno rese note solo dopo che i brani saranno stati effettivamente ascoltati dal pubblico durante le serate del festival. Ma bisogna effettuare una riflessione.
Era il caso di portare avanti un’iniziativa di questo tipo? Ok, può suscitare un certo interesse, può solleticare la curiosità del telespettatore nei confronti di una manifestazione che ha sempre più necessità di ulteriori motivi per cui essere seguita e ascoltata. Ma c’è un forte rischio.
La stigmatizzazione di questo o di quell’artista in gara rischia di comprometterne in qualche modo l’effetto mediatico. Perché dovrei quindi continuare a sostenere con la stessa passione un determinato o una determinata artista, (tranne nel caso in cui io non sia palesemente un addicted o un fan di vecchia data, è chiaro) il cui brano è già stato bocciato da un team di esperti?
Supponiamo che Tizio, noto giornalista, bocci il brano dell’artista Caio. E’ una modalità in grado di potrebbe influenzare di molto un ipotetico fruitore, successivamente meno attratto e meno incuriosito dall’ascoltarlo. Proprio perché l’autorevolezza della firma, potrebbe o dovrebbe risultare sinonimo di garanzia per la qualità, presente o assente, di un prodotto artistico.
Certo, viviamo nell’era della consapevolezza, per la quale ci sentiamo in grado di poter sostenere qualunque tesi, qualunque giudizio, dal basso della nostra inesperienza. Perciò, tutto sommato, è un’operazione che potrebbe anche, per assurdo, funzionare. Ma insomma, è impresa assai rischiosa.
Per questi motivi all’interno del presente articolo il lettore non si aspetti di trovare pagelle o votazioni di sorta. Soprattutto perché è sempre importante ricordare che il giudizio finale spetta sempre, non solo ma anche, ai telespettatori.
Troppe volte del resto, i brani che sembrano destinati a non farcela all’inizio, possono poi sorprendere e conquistare il pubblico.
In ogni caso, non resta che aspettare e vedere come si evolveranno le cose durante le serate del festival. L’appuntamento è rinviato solo di qualche settimana.