Sanremo 2025, ecco chi potrebbe condurre il Festival il prossimo anno
Sarebbe un’idea spostare sul palco dell’Ariston i giurati di Tale e Quale in blocco, con Conti alla conduzione del Festival
Il totonomi per la prossima edizione del Festival di Sanremo è iniziato. Tra i papabili Bonolis e la De Filippi. Ma sono pronti anche Virginia Raffaele ed Enrico Brignano o gli stessi Mengoni e Giorgia che tanto bene hanno funzionato sul palco. Sempre che non ci sia qualche familiare della Meloni a spasso.
Il Totonomi per Sanremo 2025
Con la chiusura del 74° Festival di Sanremo e la ripetuta dichiarazione di Amadeus e Fiorello sulla fine della loro avventura, si è aperto ufficialmente sulla stampa italiana il Totonomi per il prossimo direttore artistico e conduttore del Festival.
Sono stati fatti i nomi dei papabili “usato garantito”, come Carlo Conti, che pure lo ha condotto tra il 2015 e il 2017 e nell’ultima edizione era con Maria de Filippi. Antonella Clerici, la massaia del mezzogiorno di Raiuno, che l’ha condotto nel 2005, nel 2010 e che nel 2020 ha partecipato al fianco di Amadeus nella penultima serata. S’è parlato anche di Paolo Bonolis che l’ha condotto nel 2005, accompagnato ancora dalla Clerici e Federica Felini e nel 2009 da Luca Laurenti.
Visto che Bonolis è in uscita a giugno da Mediaset, potrebbe essere davvero uno dei possibili nomi su cui investire, per un rientro trionfale in Rai. Altro nome è quello di Gerry Scotti. Una garanzia di successo e di professionalità, magari affiancato da un esperto di musica come Gianmarco Mazzi.
Claudio Baglioni è invece da escludere a priori, visto che ha recentemente detto addio alle scene. Il festival lui l’ha presentato due volte nel 2018 e 2019. La prima con Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino e la seconda con Virginia Raffaele e Claudio Bisio. Sia la Raffaele che Enrico Brignano hanno dimostrato nei recenti spettacoli in prima serata di essere poliedrici e pronti per essere rispettivamente showman e showoman di alto livello.
Tutto è possibile ma se dovesse tornare Amadeus sarebbe un brutto segnale di incapacità manageriale
L’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, quando ancora le luci dell’Ariston erano accese, ha dichiarato che “Ora è tempo di lasciar decantare il tutto. Con Amadeus e Fiorello ci vedremo tra una quindicina di giorni per un debrief su quello appena concluso trionfalmente”. Sarà l’occasione per fare il punto sul Ballo del Qua Qua e gli strascichi della pubblicità occulta per le scarpe U Power indossate da John Travolta. Visto che è la seconda volta che Amadeus incappa in una pubblicità occulta, l’anno prima era successo con Chiara Ferragni, che di questo vive, o viveva.
Amadeus ha bisogno di ricaricare le pile. Dopo 5 anni di ascolti record, le idee sono finite, e s’è visto e il rischio e di ripetere stancamente le stesse formule e le stesse polemiche. Del resto i nomi sul tappeto non mancano e molti tra quelli fatti sono giù saliti sul palco dell’Ariston negli anni passati.
Nella scelta del successore giocano un ruolo notevole i discografici:“Noi ci aspettiamo che la Rai scelga una figura capace di portare avanti la linea di Amadeus. La figura del conduttore può anche non coincidere con quella del direttore artistico, che però dovrebbe conoscere la discografia”, ha dichiarato Enzo Mazza di Fimi, Federazione Industria Musicale Italiana.
Fazio fu un innovatore che cambiò per sempre l’immagine del Festival
Possiamo escludere per ovvi motivi i due recordman Pippo Baudo e Mike Bongiorno che hanno condotto il primo 13 e il secondo 11 volte il Festival e anche Nunzio Filogamo che ha gestito le prime 4 edizioni e quella del 1957. Un secolo fa per quel che riguarda il modello di spettacolo. Tra i più recenti ci sono Fabio Fazio, che ne ha condotti 4 con grande successo nel 1999 e nel 2000, portando con sé Letizia Casta, Renato Dulbecco e poi Teo Teocoli, Luciano Pavarotti e Ines Sastre. Fazio è stato l’innovatore di un altro modo di intendere il Festival, dando spazio a personaggi che mai venivano accostati alla musica leggera e ospitando momenti di spettacolo accanto alle canzoni.
Nel 2013 e 2014 è poi tornato a condurre il festival con Luciana Littizzetto. Ma ora Fazio non è più ben visto dalle stanze di Viale Mazzini e sta sottraendo audience e personaggi a vantaggio di una rete concorrente: La7 di Urbano Cairo. Anche se un riavvicinamento è sempre possibile, dargli le chiavi del Festival sarebbe un regalo troppo grande per La7.
Una candidata più che sperimentata ma che sarebbe comunque un colpo di scena è Maria De Filippi
Tra quelli che hanno condotto di meno ma che offrono sicurezza e capacità ci sono i nomi di Carlo Conti e Gianni Morandi, che sono molto ben visti in Rai. Non sarebbero un colpo di genio se venissero chiamati, sembrerebbe più un ripiego per non aver trovato nessuno di meglio. Tra quelli che sono saliti sul palco più volte ma sono nei circuiti di concorrenza della Rai ci sarebbe Maria De Filippi. Fece la spalla di Conti nel 2017 e nella serata conclusiva con Bonolis nel 2009. Non è quello che si dice una simpaticona, ma ha un discreto seguito ed è lei che con Amici ha lanciato già diversi artisti che hanno vinto Sanremo. Sarebbe di certo in grado di selezionare, d’accordo con le Case Discografiche e la Rai, gli artisti da mettere in gara e sarebbe anche all’altezza di interviste di livello, assenti ormai da qualche anno.
Il primato delle conduzioni spetta a Pippo Baudo ma un suo ritorno è impensabile
Fino ad oggi il primato delle conduzioni spetta a Pippo Baudo con 13 volte, seguito da Mike Bongiorno con 11. Cinque volte lo hanno presentato Nunzio Filogamo (erano gli anni ‘50) e Amadeus (le ultime 5 edizioni). Seguono poi Fabio Fazio con quattro, Claudio Cecchetto, Carlo Conti, Pietro Chiambretti, Gianni Morandi e Fiorello con tre, ma per questi ultimi due si è trattato più spesso di co-conduzioni. Nel senso che Morandi due volte l’ha presentato da solo con l’aiuto di Belén Rodrigues, Elisabetta Canalis e Luca e Paolo nel 2011 e con Rocco Papaleo e Ivana Mrazova nel 2012, poi ha affiancato Amadeus nella sua terza edizione del 2023, mentre Fiorello l’ha affiancato nelle altre tre del 2020,2021 e 2024.
Sono solo quattro le donne che hanno condotto il Festival come presentatrici. La prima fu Loretta Goggi nel 1986. Raffaella Carrà nel 2001 e Simona Ventura nel 2004. La Clerici nel 2010.
Sarebbe un’idea spostare sul palco dell’Ariston i giurati di Tale e Quale in blocco, con Conti alla conduzione
Non vedrei male spostare la giuria di Tale e quale a Sanremo, con Loretta Goggi, Giorgio Panariello e il mitico Cristiano Malgioglio sul palco a dare un parere su chi più somiglia o chi ci ricorda ciascun cantante. Carlo Conti potrebbe stare al timone della barca. Invece delle cover si potrebbe realizzare una serata di imitazioni!
Sento fare i nomi di Stefano De Martino e di Alessandro Cattelan reduci da esiti differenti. De Martino trasforma in oro qualsiasi bischerata di programma in cui venga inserito, l’altro sembra sempre in rampa di lancio. Arrivato in Rai nel 2021, già conduttore dell’Eurovision con Laura Pausini e Mika, altri nomi da non trascurare.
Comunque sarà che sono nomi della scuderia Lucio Presta, marito della Perego, che annovera un nutrito numero di personaggi papabili, tra cui la ex signora della domenica di Canale 5 Barbara D’Urso, Elena Santarelli, Gianni Morandi, Antonella Clerici, Ezio Greggio, Roberto Benigni, Simona Ventura, Myrta Merlino, Marco Liorni, Mara Venier, Bélen Rodriguez, Teo Mammuccari, Lorella Cuccarini e altri minori. Su Marco Liorni girano voci ma è di quei cavalli che difficilmente correranno nei gran premi, un po’ come Flavio Insinna o lo stesso Mammucari.
Potrebbe essere una donna, un volto diverso mai stato al Festival con questo ruolo
Chi punta su un volto femminile fa il nome di Laura Pausini, che di simpatia ne ha da vendere e che rappresenta ormai una signora della musica di fama internazionale. Lei porterebbe molto seguito al Festival anche da altri Paesi. Non so da chi la farei affiancare ma questo è il meno, la Pausini ha lo spessore e l’autorevolezza per essere una vera signora del Festival. L’altra signora dotata di carisma è Paola Cortellesi, reduce da un successo immenso con il suo film “C’è ancora domani”, un’artista che sa muoversi su più contesti e non disdegna l’impegno sociale.
Certo che Amadeus lascia una eredità con cui non sarà facile confrontarsi, con i 14 milioni e trecentomila spettatori della finale, due milioni più del 2022 e con i 60,2 milioni di euro incassati per la pubblicità, l’incasso più grande di sempre. Il fatto è che molti pensano che il direttore artistico sia il factotum del Festival, che sia una specie di dio in terra e che da lui dipenda tutto. Guardate che se il Festival di Sanremo funziona ormai da una ventina d’anni con record di share e grandi ascolti e se ha azzerato la concorrenza delle altre emittenti, è perché è una macchina super oliata che funziona sempre e comunque, si tratta solo di avere delle idee innovative che la facciano volare oltre l’ostacolo del successo precedente.
Una squadra di manager affianca il conduttore, perché il risultato finale sia un successo d’immagine e finanziario per la Rai
Amadeus ha grandi meriti, ma non è che Fazio, Baglioni, Morandi o Conti fossero da meno. Non decide tutto uno solo. C’è da scegliere i cantanti e ci sono interessi cospicui delle Case discografiche, dei social come Spotify, delle radio private, dei giornali, della Moda, dello stesso Comune di Sanremo, della Rai Pubblicità che gestisce gli spot e gli accordi pubblicitari. Abbiamo visto di che portata siano.
Chiaro che in molti entrano nella stesura della scaletta, per i collegamenti, per la costruzione degli eventi spettacolo ideati affinché agevolino le promozioni dei clienti. Sponsor che si chiamano Costa Crociere, Eni, Poltronesofà, Suzuki, Coca Cola, Sephora, Generali, Vera Lab, Mutti e fino a poco tempo fa Tim. Colossi non proprio facili con cui accordarsi e dai quali dipende il futuro finanziario della Rai. Figuratevi se lasciano questi marchi in mano a un Amadeus o un conduttore qualsiasi.
Non a caso è tornato in auge il nome di Gianmarco Mazzi, oggi Sottosegretario alla Cultura che ha fatto il direttore artistico a Sanremo con la Clerici, Bonolis, Panariello e Gianni Morandi. Nei giorni del festival, Mazzi è stato visto a colazione nello stesso hotel di Amadeus insieme a Fedinando Salzano della Friends&Partners. Difficile non pensare che l’argomento fosse il Festival del 2025.
Una struttura nuova si muove dietro alcuni personaggi per lanciarli e potrebbe costituire la novità del prossimo Festival
S’è parlato anche di Marco Mengoni come un possibile conduttore outsider. Quest’anno è stato sperimentato nella prima serata e se l’è cavata benissimo. Come anche Giorgia del resto. Ma l’artista romana la vedo più concentrata sul suo lavoro mentre Mengoni mi dà l’idea di uno che voglia sperimentarsi in ruoli diversi e non mi stupirei di vederlo protagonista di qualche pellicola oltre ché conduttore in tv. La sua manager è Marta Donà, dell’agenzia La Tarma, management dello spettacolo, che ha all’attivo la vincitrice del Festival di quest’anno Angelina Mango, lo stesso Mengoni e udite udite i Måneskin!
Marta Donà è la signora con la folta capigliatura biondo cenere che è stata presa per mano e trascinata sul palco ad abbracciare la sua protetta Angelina, dopo la vittoria. La Tarma si occupa di scouting nel mondo della musica, di management, di ideazione e produzione di eventi e progetti nello spettacolo. Con la particolarità di essere un’agenzia tutta al femminile e under 40.
Tutte donne che lavorano in sinergia tra musica, spettacolo, gestione di eventi, cura del personaggio e che ha recentemente stretto un accordo con la BMG di Dino Stewart per una propria etichetta discografica. Insomma un management a tutto campo e per questo ne sentiremo parlare nei prossimi anni. Se non procedi integrando fra loro più funzioni nel mondo dello spettacolo, non hai possibilità di vincere, ma loro stanno dimostrando che si può fare. Vedremo. Intanto il totonomi è partito.