Sanremo come una playlist di YouTube con qualche intervallo di pubblicità
In questa edizione del Festival di Sanremo hanno ripulito tutti e tutti. Sembrano gli invitati a una prima comunione
![Carlo Conti-Festival Sanremo-2025](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2025/02/Carlo-Conti-Festival-Sanremo-2025-1024x575.jpg)
Carlo Conti, Festival Sanremo 2025
Il festival di Sanremo dell’edizione scorsa 2024 è stato all’insegna della stravaganza di cattivo gusto e della volgarità, con brani mediocri e cantanti stonati. Più che una gara canora è stata una una gara canara. Una cagnara, in tutti i sensi. Sintonizzo Rai 1 per vedere quest’anno cosa accadrà.
Apre Gaia. Canzone uscita dalla catena di montaggio musicale italiana pronta per essere esposta in vendita sugli scaffali dei media.
Quando Gabbani inizia a cantare ho l’impressione di vedere un remake di Domenico Modugno posseduto da Eros Ramazzotti.
Rkoma imita, nella pronuncia, Enrico Beruschi. Gli manca la barba.
La canzone di Noemi è gradevolmente sanremese, ma la sua voce (parere personale) mi fa stringere i denti come quando con le unghie si graffia una lavagna.
Irama sembra Capitan Harlock senza la benda sull’occhio e si ha ancora una volta l’impressione che il brano sia stato riciclato da qualche scarto di quelli della scorsa edizione.
Coma…Cosa? Un ibrido tra gli Ultravox e i Jalisse. Non ho capito.
Marcella è sempre Bella, la Tina Turner de noantri.
Ascoltare il testo di Cristicchi e poi gli altri, è come leggere Omero e poi le chat di Facebook.
Achille Lauro sembra un tifoso allo Stadio Olimpico di Roma alla fine del secondo tempo dopo che ha urlato per 90 minuti. La canzone sembra ripescata da un vecchio repertorio di Venditti. Non è male ma cantata da lui è una coattata.
Ma che fine hanno fatto i metri quadri di tatuaggi che avevamo visto nell’edizione scorsa?
Jovanotti è una specie di sciamano del Prenestino. Praticamente un mix tra Kim Rossi Stuart quando ha interpretato Gesù nel film “I giardini dell’eden”, Jim Carrey e Forrest Gump quando corre con la barba.
E ovviamente ci voleva il momento della rettoscopia politicamente corretta sulla guerra israelo palestinese con tanto di gemellaggio canoro inutile e patetico corroborato dall’intervento del Papa che pronuncia il solito discorso utile quanto dire ad un Nazista che gli Ebrei sono brava gente.
Tanto si sa che alla stragrande maggioranza degli spettatori non gliene importa assolutamente nulla.
Olly sembra un onesto manovale dell’est con tanto di baffetto.
Dopo l’edizione dell’anno scorso in cui i concorrenti erano talmente stravaganti esteticamente da far sembrare Cristiano Malgioglio un bimbo delle elementari degli anni settanta con il grembiulino blu e il fiocco bianco, in questa edizione del festival hanno ripulito tutti e tutti. Sembrano gli invitati a una prima comunione, quelli che hanno un solo vestito buono nell’armadio e lo tirano fuori per le grandi occasioni. Ma l’abito non fa il monaco e in alcuni casi il risultato è una cafonata.
In questa edizione si è deciso di autorizzare l’utilizzo del auto-tune che, per i non addetti ai lavori, è un effetto digitale che consente di aggiustare le piccole stonature così da rendere l’intonazione perfetta.
Ma in una gara canora è come autorizzare il doping durante le Olimpiadi.
Intelligenza artificiale, auto-tune, Photoshop: viviamo in un mondo in cui siamo tutti diversi da quello che siamo in realtà
Giorgia è bravissima ma non può essere così brava: il dubbio che sia aiutata da almeno un chilo e mezzo di auto-tune è lecito. Se andassero in playback sarebbe uguale. Con tutto questo aiuto tecnologico sembrano tutti dei…cantanti veri. Spero di sbagliarmi e che abbiano preso, nel frattempo, lezioni di canto da Leone Magiera (autorevole pianista, direttore d’orchestra e insegnante di canto).
Ve lo dice uno che insegna canto da 21 anni: nessuno può cantare così dal vivo. Forse solo Frank Sinatra all’epoca.
Willy Peyote…
Rose Villain…
Massimo Ranieri sembra essere lì per sbaglio, quasi anacronistico nella sua dignità.
Raf… Multiprocessato vocalmente.
Omaggiare con i fiori gli ospiti è un bel gesto. Ma sarebbe più appropriato offrire dei crisantemi, più adatti per celebrare la morte della musica italiana
Il momento rap di Gué & friends non l’ho capito. In tutti i sensi.
Verso le 23:35 l’ufficio stampa del Vaticano ha comunicato che il Padre Eterno ha concesso a Franco Califano e Gabriella Ferri, ospiti nel Paradiso degli Artisti Veri, una dispensa eccezionale per poter bestemmiare dopo l’esibizione di Tony Effe.
Serena Brancale è in realtà Paola Barale sotto mentite spoglie.
De Gregori era indisposto così hanno inviato a rappresentarlo Brunori Sas, appena uscito dai laboratori di clonazione della Silicon Valley. Ad onor del vero il testo è sicuramente di livello superiore alla media dei brani ascoltati in gara. Pardon. Non in gara. In pre-sconto /pre-vendita.
Lucio Rossi, in arte Actarus.
Fedez.…arma di distruzione di massa. Se lo paracadutassero su Gaza con un megafono in mano mentre canta questa canzone, Hamas si arrederebbe all’istante….e la guerra finirebbe senza l’aiuto del Pontefice e del duetto pacifista.
Bresh sembra Dylan Dog. Se non dovesse qualificarsi, il mondo della musica non ricorrerà agli antidepressivi.
Amarcord di Sara Toscano il cui brano sembra il lato B della sigla di Daitarn 3. Alcuni di questi concorrenti articolano in maniera così strana che ci vorrebbe la stele di Rosetta per tradurne il testi.
Elodie , che “non vota Giorgia (Meloni o la collega?) neppure se le tagliano le mani”, con l’Auto-Tune sembra Mina uscita da Avatar. Bravi i Modà ma Checco sembra sempre disperato. Avrei voglia di invitarlo a bere una birra per conoscere cosa lo divora dentro.
A Rocco Hunt nel frattempo, dopo i baffi, è cresciuta anche la barba. Ma il talento sembra non essere ancora spuntato. La banalità del testo al contrario è rigogliosa.
Il brano “Fango in paradiso” della Michielin sembra generato dall’intelligenza artificiale miscelando tutti i brani sanremesi dell’anno scorso.
Joan Thiele. Bella la chitarra.
The Kolors. Il titolo della canzone “Tu con chi fai l’amore?” stimola una risposta secca: con nessuno. Da solo. Un atto di autoerotismo.
L’impressione di questa prima serata è stata, in generale, quella di aver ascoltato brani riciclati in playback, trasmessi velocemente, inseriti in videoclip passati alla censura in cui gli interpreti, prima di andare in scena, hanno fatto un salto in fretta e furia alla Rinascente per comprarsi un vestito da prima serata in TV.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Pippo Baudo…