Sanremo, Fulvio Abbate: “Festival banale. Ferragni? Un mistero delle professionalità”
Lo scrittore commenta Sanremo: “Un 41 bis, cui veniamo sempre condannati. Il migliore, Morandi. Blanco? Sarà l’immagine del Festival”
A quanto pare, la prima di Sanremo è andata. Tra i monologhi di Roberto Benigni e Chiara Ferragni e la vicenda di Blanco, la prima delle cinque serate è passata in archivio. Molto discusso il cantante bresciano per via della sua violenta reazione al problema tecnico che ne ha compromesso l’esibizione. Intanto, oggi fanno sapere che l’inconveniente era stato dettato da un errato dispositivo per l’ascolto, messo a disposizione dell’artista.
Top e Flop della prima serata
A riscuotere ilparziale consenso Marco Mengoni, risultato primo nella classifica finale delle prime 14 esibizioni proposte ieri sera. Molto apprezzati anche Gianluca Grignani, Mr Rain e Ultimo. Bocciata, al momento, Anna Oxa.
Il programma della seconda serata
Oggi intanto, previste le performance dei restanti 14 artisti in gara. Gianni Morandi sarà nuovamente al fianco di Amadeus. Il volto femminile della serata sarà Francesca Fagnani.
Questo l’ordine degli artisti in scena stasera: Will; i Modà; Sethu; gli Articolo 31; Lazza; Giorgia; Colapesce e Dimartino; Shari; Madame; Levante; Tananai; Rosa Chemical, Lda e Paola e Chiara. Ospiti della serata, l’attore Francesco Arca e il comico Angelo Duro.
Abbiamo chiesto allo scrittore Fulvio Abbate un parere sul Festival e sulla serata di ieri.
“Sanremo? E’ il mausoleo della programmazione televisiva generalista. Questo vuole essere” – ha detto Abbate – “E’ una sorta di 41bis cui annualmente veniamo condannati e i contenuti sono del tutto banali. Non dovrebbero essere nemmeno commentati. Ma la banalità di massa fa sì che Sanremo diventi oggetto di discussione”.
La notizia politica più significativa di questa prima giornata?
“Benigni ovviamente. Che fa l’elogio della Costituzione antifascista e così facendo lancia un messaggio di concerto con Mattarella lì presente, ai postfascisti che governano: l’anno venturo al posto di Benigni ci sarà Pino Insegno, che farà un monologo sulle gelaterie di Monteverde nuova”.
Sanremo è sempre stato un ricettacolo di strani eventi: “cavallo pazzo”, l’esibizione di Placebo, il presunto suicida salvato da Baudo, solo per citarne alcuni…
“Gli episodi migliori di Sanremo sono quelli non previsti dalla scaletta. Alcuni insinuano che pure l’incidente di Blanco sia stato scritto dagli autori. Ma come spiegava Carmelo Bene: “Ciò che è straordinario dello spettacolo è l’osceno”. Ciò che sta fuori dalla scena. Ieri era fuori dalla scena lo scotennatore di rose (Blanco ndr). Non certo Anna Oxa che sembrava il maestro di Karate di Kill Bill. Perché il pubblico ha reagito allo scotennatore? Perché l’economia della riviera ligure si fonda sul commercio dei gladioli, dei fiori. E come se avessero dato fuoco alla Fiat a Torino. Hanno sentito messa in discussione l’economia locale”.
Ma anche perché poi è stato una sorta oltraggio al lavoro di tante persone…
“Non penso. Così come la Grecia vive sulle olive e sullo yogurt, Sanremo vive sui fiori“.
Crede che ad alcuni giovani musicisti che dai risultati del web si trovano catapultati in queste dimensioni, manchi un po’ di gavetta?
“Questo è irrilevante. Lo scotennatore diventerà l’immagine paradigmatica di questo Festival. Più del vincitore. Che credo possa essere quello vestito come un personaggio di Tom of Finland (Marco Mengoni ndr)”.
Che le è parso di Chiara Ferragni?
“Chiara Ferragni è un mistero delle professionalità tutte. Dall’astronauta alla cioccolataia. Ieri con quella lettera che sembrava gliel’avesse scritta Veltroni, pensavo ci volesse ricattare. Stamattina mi son detto: “Adesso le faccio un vaglia postale mandandole dei soldi”. Non c’è molto altro da dire su di lei”.
Manca di qualcosa in termini di ritmo secondo lei? Forse è un po’ troppo lento e macchinoso?
“Non può che essere lento. E’ un combinato disposto di talent, festa di piazza, Grande Fratello. Con un po’ di telegiornale, Come eravamo e Amici. Se devi tenere insieme tutta questa roba, non puoi che ottenere u n prodotto difforme al suo interno. Per esempio, qual era la necessità di portare i Pooh? Me lo chiedo ancora”.
Cosa le è piaciuto di più?
“Una delle figure più straordinarie è il ragazzo di Monghidoro (Gianni Morandi ndr). Aveva la grazia di chi sembri dire: io sono la storia della canzone, sappiate però che stasera mi sento un estraneo”.