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Sara Andreoli è sicura: “I pensieri inutili non amano l’alta quota”

Un viaggio “itinerante alla ricerca dell’identità e di un palco nel mondo”, che l’autrice Sara Andreoli racconta con il suo romanzo d’esordio

Sara Andeoli, copertina del libro

Sara Andeoli, copertina del libro

Che sia estate, autunno, inverno o primavera; che ci si trovi in casa, in mezzo al traffico di città o al lavoro, ogni tanto capita a tutti di sentirsi letteralmente assaliti dalla voglia di preparare una valigia e partire. Viaggiare è una delle cose più belle al mondo e in assenza di un biglietto di sola andata, possiamo farlo in tanti altri modi. Uno di questi è sicuramente la lettura. Oggi parliamo di un viaggio “itinerante alla ricerca dell’identità e di un palco nel mondo”, che l’autrice Sara Andreoli racconta con il suo romanzo d’esordio “I pensieri inutili non amano l’alta quota” (Vividolomiti Edizioni, 2021)

Un romanzo scritto in pieno lockdown

I pensieri inutili non amano l’alta quota” è il tuo primo romanzo. Quando e come nasce l’idea per questa storia?

Questo romanzo nasce a cavallo tra il 2020 e il 2021, in pieno secondo lockdown. Quel periodo così complesso, per me ha costituito un’opportunità unica per recuperare tempo e spazio mentale persi nella frenetica quotidianità pre-covid. Ho ripreso a scrivere e a studiare tutto quello che mi andava.

Ricordo l’istante preciso in cui ho capito che avevo una storia in pancia. Ero in camera da letto e stavo tentando goffamente di meditare sul mio fedele tappetino. All’improvviso una vocina dentro mi ha sussurrato il titolo (che poi è un pensiero che ho veramente avuto in passato, quando ero in cima al Passo di Sant’Antonio sulle Dolomiti). Da lì in poi è stata una cascata inarrestabile di immagini, concetti e parole. In poco più di due mesi, il romanzo era in piedi, pronto a viaggiare con le sue gambe assieme ai lettori.

In effetti, leggendolo, la sensazione è quella di viaggiare assieme alla protagonista. Con una scrittura scorrevole, prendi per mano il lettore e lo porti con te, con “voi”, mostrandogli ciò che gli occhi della protagonista “vedono”.

Mi piace l’idea che il lettore si immerga nelle pagine, seguendo il flusso fino a visualizzare i paesaggi descritti o a sentire il suono delle voci dei personaggi che parlano. Sembra un commento banale ma da lettrice accanita penso che non sia così frequente come crediamo. Ogni volta che scrivevo un dialogo, lo provavo e riprovavo ad alta voce, fino a che non diventava “fluido”. Così come le descrizioni.

Tutto doveva essere comodamente leggibile ad alta voce. Solo così avrei avuto la certezza di aver scritto qualcosa di scorrevole. Viaggiavo in quei luoghi ogni giorno per conoscerli meglio. Hai presente la scena de La Storia infinita in cui il protagonista, Bastian, casca letteralmente nel libro ogni volta che lo apre? Ecco, cercavo questo!

Quanto c’è di te nel personaggio di Arianna?

In effetti, abbiamo diverse cose in comune! Ma di sicuro, Arianna sa osservare meglio di me (ride)

La grafica – a cura di Marco Palmieri – rappresenta un elemento portante del racconto. Una linea sottile che attraversa le pagine come un filo di ricordi e pensieri. Sembra quasi una colonna sonora che accompagna il lettore fino alla fine.

Lo è! Ritengo che questo romanzo non possa essere letto senza questo importante sottofondo. Quando ho proposto a Marco di collaborare alla realizzazione del libro, ero certa che con la sua grafica sarebbe riuscito a far “danzare” le parole tra le pagine. Il suo disegno attraversa il racconto in modo delicato ed efficace, come fosse un linguaggio parallelo. È stato emozionante vederlo al lavoro. Oltre ad essere un professionista di talento, Marco è una persona dotata di grande intuito e capacità d’ascolto. Questo lo rende un comunicatore eccellente nel suo campo ed un amico prezioso, che ho la fortuna di avere accanto.

Arianna è un personaggio contemporaneo, capace di raccontare con ostinata ironia il senso di inadeguatezza che ci coglie quotidianamente, la ricerca spasmodica di qualcosa che spesso non porta a nulla ma anche la capacità di deviare cogliendo l’opportunità intrinseca del cambiamento. Interessante l’avvicinare a più riprese il teatro alla vita, per ricordarci l’importanza di essere protagonisti della nostra storia. É così difficile essere protagonisti della propria vita, secondo te?

Credo che lo sia per molti. Essere protagonisti della propria vita significa in qualche modo assumersi la responsabilità di scegliere chi essere. Nel bene e nel male. Significa imparare a prendersi cura di sé stessi imparando anche a ribellarsi a stereotipi sociali e culturali che spesso ci vengono imposti e a cui bisogna saper dire “NO”, se davvero si vuole essere attori e non spettatori della propria vita. Solo che spesso questo tipo di percorsi risultano così dolorosi e scomodi da diventare inagibili. Per fortuna, non a tutti.

Lo scrittore crea personaggi e li dirige o li incontra “per caso” e decide di seguirli?

Bella domanda. Direi entrambe le cose. Un personaggio nasce sempre dalla fantasia dell’autore, che però è nutrita dall’osservazione di tutti gli incontri, le storie e i rapporti che popolano la sua vita o quella di chi gli sta intorno. Quindi in un certo senso, i personaggi vengono sì creati ma inseguendo dei frammenti umani che già esistono. I più grandi personaggi popolano le strade del mondo! (ride)

I pensieri inutili non amano l’alta quota” è ambientato in un magico paesaggio dolomitico, caratterizzato da elementi fiabeschi che accompagnano tutta la narrazione. La descrizione di quei luoghi, che diventano “casa” sembra quasi una dichiarazione d’amore. Come nasce questo legame particolare con quelle montagne?

Il mio incontro con la montagna è avvenuto quasi per caso ma da quel momento non sono più riuscita a farne a meno. Per me rappresenta un luogo d’introspezione e di crescita personale. Mi riempie gli occhi di meraviglia e mi mette a contatto con le mie paure e le mie capacità. Una palestra per l’animo. Le Dolomiti in particolare sono forse il luogo in cui mi sono sentita più a contatto con la montagna. Le ho scoperte durante un trekking da rifugio a rifugio organizzato dal team di Holimites (https://www.holimites.com/it/ ). Un’esperienza incredibile, di quelle che ti stravolgono i piani e ti cambiano le direzioni. A chi vuole scoprire questi luoghi unici, consiglio di farlo con loro. Non ve ne pentirete!

Un sogno nel cassetto?

Faccio fatica a chiuderlo il cassetto!

Il prossimo libro?

Me lo auguro (sorride)

Un pensiero per i lettori

Io non lo so dove arriveranno queste pagine, spero solo che lascino qualcosa a chi sceglierà di leggerle. Che sia uno spunto di riflessione, un’immagine, un sorriso, un ricordo, un viaggio da fare, una birra da condividere. Insomma, spero che queste pagine spargano gesti a casaccio e spero che, chi vorrà, scelga di condividerli con me.

Sara Andreoli

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