Sassari, 60enne uccide il corteggiatore della figlia: condannato a ergastolo
Un allevatore di 60 anni uccide a fucilate un corteggiatore della figlia per paura di perdere accordi economici con un’altra persona…
Uccide il corteggiatore della figlia perché teme di perdere un accordo economico. I fatti che sono stati portati in tribunale raccontano un omicidio accaduto nel 2016. Quando un allevatore di 60 anni, Vincenzo Unali, ha ucciso con due colpi di fucile calibro 16 un corteggiatore della figlia, che lei corrispondeva con le sue attenzioni.
Uccide a fucilate il corteggiatore della figlia
La donna però era già impegnata in una relazione con il figlio di un uomo con il padre della giovane era in affari. Unali, era spaventato che gli accordi economici potessero saltare, ed è così che una vicenda sentimentale si è trasformata in assassinio. Il padre della ragazza, non riuscito ad ostacolare la relazione tra la figlia e la vittima, Alessandro Ara di 37 anni, ha deciso di ucciderlo fuori dalla casa di sua madre.
L’arresto dell’imputato risale al 7 agosto del 2017. Dopo mesi di indagini, di intercettazioni, pedinamenti ed esami biologici, i carabinieri del nucleo investigativo di Sassari lo hanno prelevato e lo hanno trasferito in carcere. Ora è arrivata la condanna definitiva con ergastolo. L’allevatore è stato condannato anche a pagare una provvisionale da 200mila euro alla madre della vittima e una da 130mila al fratello.
L’ergastolo oggi nel nostro paese
In Italia, l’ergastolo è una pena detentiva perpetua, inflitta a coloro che commettono delitti molto gravi come omicidio e delitti mafiosi. Il condannato deve scontarla in uno degli stabilimenti a questo consoni, con l’obbligo del lavoro e con l’imposizione dell’isolamento notturno.
Nonostante l’ergastolo sia definito carcere a vita non sempre costringe il detenuto a non vedere più la luce del sole. Dipende dal tipo di ergastolo, che può essere semplice oppure ostativo.
Nel primo caso, si ha diritto alle misure premiali riconosciute dal nostro ordinamento. Mentre nel secondo non viene concesso nessun beneficio, nessuna misura diversa dal carcere per scontare la condanna.
Resta dunque una questione molto complessa sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista etico.