Scandurra: “Poveri giovani, vaccinati per andare a ballare ma si abituano a obbedire”
Lo Stato, i giovani, li prende per la gola: tutti vaccinati con la bieca scusa di poter tornare ad aggregarsi in sicurezza
Giovani e vaccinati per entrare in discoteca. Il giornalista e saggista cattolico Maurizio Scandurra riflette sul rapporto che lega tra loro giovani, vaccino e discoteca in un vortice di non senso e assuefazione. E senza mezze parole definisce il vaccino la nuova tessera fascista.
“A volte mi domando, lecitamente e con spontaneità assoluta, se San Giovanni Bosco, al solo guardare la gioventù odierna, avrebbe mai pensato di fondare un oratorio. O, piuttosto, quantomeno di pensare a tirar su una casa di cura.
Dico questo, per quanto l’affermazione possa sembrare o risultare forte, poiché siamo – ahinoi – innanzi a un horror vacui dilagante.
Millennials: depauperamento sistematico di una generazione
A un depauperamento sistematico e sistemico, endemico, di tutta quella fascia di età che trascorre dai millennials, agli adolescenti e ai teenagers.
Ovvero, di coloro che, mai come in quest’epoca, sono espressione di un modello di pensiero unico in cui ogni diversità è aborrita, pena l’esclusione dal branco. Ma, un conto sono gli animali, ben altro le persone, nonostante chi scrive si perfettamente consapevole che i primi, molto spesso e in misura crescente, siano decisamente migliori delle seconde. E non è affatto una frase fatta, o uno di quei luoghi comuni di passaggio nelle cosiddette formule transitorie del linguaggio verbale.
I giovani, il vaccino e la discoteca: i termini di quest’equazione, che già definirla così suonerebbe assurdo per non dire paradossale, sono tenuti insieme da un solo motivo. Da una logica di convenienza consequenziale che presuppone la ricezione di un solo effetto, data una determinata causa.
Ovvero: sono giovane, ho voglia di ballare e divertirmi (sacrosanto!), ‘pago dazio’ allo Stato con il vaccino e in cambio metto piede nel luogo per antonomasia del divertimento senza freni. Ma poi, a che pro? Per quale motivo, se tanto non ci si può scatenare in pista? E le discoteche dovrebbero – perché poi, di fatto, non lo sono per nulla – assumere, seppur transitoriamente, la natura ibrida di pseudo-ristorante-cocktail bar con musica di sottofondo?
Che poi, basta guardare le molteplici storie su Instagram prese a campione qui e là sul web, gestori e avventori se ne sbattano allegramente i coglioni delle norme e tutti si balli ovunque, questo è un altro paio di maniche.
Giovani vaccinati: il ricatto per riprendersi la vita
La verità è una sola: lo Stato, i giovani, li prende per la gola. Dopo averli sfiniti con interminabili e intermittenti, ripetute chiusure, li alletta con prospettive di ripresa di vita ‘regolare’ facendoli transitare per il passaggio obbligato del vaccino con la bieca scusa di poter tornare ad aggregarsi in sicurezza.
E, nel mentre, li abitua già un po’ a un nuovo stile di vita, che prevede la solita tiritera: chiusure invernali, riaperture estive, vaccino. Chiusure per nuove varianti, riaperture estive, richiamo del vaccino.
Oggi abbiamo giovani che potenzialmente possono essere informati in tempo reale su tutto. E non capiscono niente. Subiscono e basta, perché ciò che per loro conta è uscire. Uscire. Fare tardi la sera. Andare a ballare.
Ma quei garzoni senz’arte né parte che, grazie al buon Don Bosco, trovarono mestieri e onestà nella vita, forse non saranno cresciuti con i ‘Lego’, le ‘Barbie’ e la ‘Playstation’, ma possedevano una cosa ben più utile (e, a quanto pare, rarissima e introvabile al giorno d’oggi): il cervello. Infatti alcuni di loro sono persino diventati Santi anch’essi.
E noi? Poveri noi. Anzi, perdonatemi. Poveri loro. Poveri. In ogni senso”.
Maurizio Scandurra