Scienza, abbiamo un problema: mezza Italia diffida del vaccino anti-Covid
Secondo una serie di rilevazioni, solo un Italiano su due è certo di prendere l’antidoto. Colpa di una pseudo-cultura da social che non distingue gli incompetenti dai Premi Nobel
È ufficiale, la scienza ha ceduto il passo agli “stregoni della Rete”. Diversamente non si spiegherebbero i risultati di alcuni sondaggi che hanno mostrato come un Italiano su due (all’incirca) diffidi del vaccino anti-coronavirus. Per fortuna, però, la ricerca non si ferma, anzi continua a fare enormi passi avanti. Tanto che Anthony Fauci, immunologo della Casa Bianca, ha azzardato che «potremmo essere abbastanza vicini a una qualche sorta di normalità» entro il prossimo autunno.
La scienza e gli “stregoni della Rete”
«Sono esterrefatta» si è sfogata sui suoi profili social la presentatrice Myrta Merlino. «Pensavo avessimo tutti una gran voglia di avere quanto prima il vaccino anti-Covid! E invece con l’approfondimento di Gerardo Greco scopriamo che abbiamo un piccolo incredibile problema: una persona su tre non si vaccinerebbe!»
La conduttrice de L’Aria di Domenica si riferiva all’esito di una rilevazione diffusa nel corso della sua trasmissione. Dalla quale emergeva che solo il 42% del campione intende sottoporsi alla vaccinazione, a fronte di un 34% di contrari e un 24% di indecisi.
Statistiche che, peraltro, ricalcano abbastanza fedelmente quelle di altre indagini demoscopiche condotte nel recente passato. Una, diffusa da poco dalla stessa emittente, ha evidenziato come il 16% degli intervistati rifiuterebbe l’antidoto se sarà disponibile nel 2021. Più un altro 42% che «aspetterà per capirne l’efficacia».
A ottobre, invece, un’altra ricerca aveva appurato che oltre il 48% degli Italiani esitava di fronte alla possibilità di assumere in futuro il siero protettivo. E aveva indagato anche sull’eziologia di questo scetticismo, svelando in realtà uno scenario che, come la “lettera rubata” di Poe, era sotto gli occhi di tutti.
L’eziologia dello scetticismo verso la scienza
Per un Italiano su tre, i vaccini sarebbero «una manovra di arricchimento delle case farmaceutiche», come se invece tale percentuale lavorasse gratis per il bene dell’umanità. «Mentre il 23% pensa che siano una mossa politica e il 35% teme che vaccinarsi possa avere effetti collaterali gravi».
Quest’ultima spiegazione è l’unica che ha almeno una parvenza di razionalità, anche se poi bisognerebbe indagarne le motivazioni profonde. Perché in tanti – troppi – danno credito a quella pseudo-cultura che dà agli incompetenti, come denunciò Umberto Eco, «lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel». Succede anche con l’ambientalismo – altra disciplina a cui i moderni Torquemada di Twitter e Facebook dovrebbero dedicare più tempo e bollini, anziché censurare il libero pensiero.
In questo, comunque, ha forti responsabilità anche la politica – o perlomeno una parte di essa. Quella che corre dietro agli sproloqui di chi, per esempio, farnetica che i vaccini provochino l’autismo – che in realtà è una sindrome genetica.
Un aspetto paradossale, poi, è che gli stessi webeti ignorano dei dettagli che – almeno per certuni – dovrebbero essere assai più significativi. Tipo che alcuni candidati vaccini contro il Covid-19 – tra cui quelli di AstraZeneca e della Johnson&Johnson – sono stati sviluppati a partire da cellule di bambini abortiti. Il che li rende ipso facto eticamente inaccettabili, con buona pace dei contorsionismi del quotidiano della Cei.
Houston, abbiamo un problema, quindi. E pensare che l’ex Presidente della Repubblica Luigi Einaudi ebbe a bollare la radio come «strumento perfetto di imbecillimento dell’umanità»! Pensate se avesse conosciuto i social network…
I progressi della ricerca
Fortunatamente, la ricerca scientifica non si ferma, anzi prosegue imperterrita sulla strada del progresso. È di pochi giorni fa, per esempio, l’annuncio che l’antidoto sviluppato dalla società statunitense Moderna ha il 94,5% di efficacia.
Adesso il duo Pfizer-BioNTech ha comunicato i dati definitivi dei test di fase 3 sul proprio siero, che sono perfino migliori di quelli intermedi già anticipati. Il candidato vaccino è infatti risultato efficace al 95% nel prevenire la comparsa dei sintomi, oltre a non aver provocato effetti collaterali gravi durante la sperimentazione.
Non a caso la Commissione europea, che sta creando un portafoglio di antidoti che include già quello della partnership tedesco-americana, ha avviato delle contrattazioni anche con Moderna. Lo ha dichiarato Stefan De Keersmaecker, uno dei portavoce di Bruxelles. Anche se la biotech d’Oltreoceano ha fatto sapere che la priorità l’avranno i Paesi con cui è già stato firmato un contratto. In primis, gli Stati Uniti.
Intanto, però, per Fauci siamo «oltre le aspettative», anche se ora occorre «convincere le persone a vaccinarsi». La prospettiva di una vita in mascherina e distanziamento sociale dovrebbe essere sufficiente, in realtà. Ma aspettiamo pure fiduciosi l’illuminazione degli specialisti di scienza da tastiera.
In fondo, in un modo o nell’altro, l’immunità di gregge potrebbe essere dietro l’angolo. E non dite che Checco Zalone non ci aveva avvisati…