Scienza, se in Francia farmaci e vaccini sono “amici per la pelle”…
La biotech Genoskin utilizza la cute di scarto della chirurgia plastica nei test sui nuovi prodotti farmaceutici: così è più facile verificarne l’efficacia e correggere eventuali difetti
La corsa della scienza nel contrasto alle malattie, per fortuna, non si ferma mai. L’ultima novità arriva dalla Francia, dove un’azienda di biotecnologie sta utilizzando pelle “di scarto” per facilitare la sperimentazione sui nuovi prodotti farmaceutici. Una sfida cruciale soprattutto in questo periodo storico segnato da pandemie e crisi sanitarie.
La corsa della scienza non si ferma mai
Da alcuni anni si tiene a Parigi VivaTech, una conferenza tecnologica annuale dedicata principalmente a innovazioni e start-up. Una di esse, la biotech franco-americana Genoskin, ha presentato in quest’edizione una ricerca davvero pionieristica, che il Ceo Pascal Descargues ha illustrato a France24.
Au salon parisien de l’innovation #VivaTech, la start-up @Genoskin est venue montrer sa technologie de conservation ex-vivo de la peau humaine. Une technique qui aide à faciliter les tests de médicaments et vaccins, un enjeu central @TechF24 @Laurakimmousset @VivaTech pic.twitter.com/uNDru2NuyP
— FRANCE 24 Français (@France24_fr) June 16, 2022
L’idea è stata quella di conservare ex vivo campioni di cute umana derivanti dalla chirurgia plastica, che normalmente vengono distrutti. E di utilizzarli nei trial clinici legati allo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini.
È infatti risultato che questa metodologia rende più facili e rapidi gli esami sull’efficacia e la tossicità dei medicinali. Per esempio, consente di valutare in maniera attendibile se la profilassi attivi o meno le cellule del sistema immunitario. E può anche aiutare gli scienziati a correggere eventuali difetti del preparato.
Lo stesso Descargues ha raccontato che la sua impresa ha collaborato con una società statunitense che lavorava a un prodotto contro l’emofilia, risultato però troppo tossico. I partner d’Oltreoceano pensavano di interrompere semplicemente il progetto, ma i test della Genoskin hanno permesso di individuare una formulazione alternativa che aggirasse l’ostacolo.
Insomma, è il caso di dire che i nostri cugini d’Oltralpe hanno ribadito l’importanza di essere… amici per la pelle: anche e soprattutto nella scienza.