Sciopero bianco ATAC, le testimonianze degli utenti
Attese infinite e mezzi gremiti: l’odissea dei cittadini romani
Da quasi due settimane va avanti la protesta dei conducenti ATAC. Il trasporto pubblico è rallentato e il disagio vissuto dai cittadini è sempre più forte. Si è parlato a lungo delle motivazioni che hanno portato i dipendenti Atac a questa manifestazione di dissenso: molte testate hanno spiegato il perché delle proteste, sostenendo o boicottando il sollevamento del personale dell’azienda di trasporto pubblico romano.
Molto meno spazio, invece, ha trovato la voce dei semplici cittadini, quelli che ogni mattina si recano sulle banchine di tram, metro e bus per dare inizio alla loro odissea giornaliera. “E’ diventato impossibile andare a lavoro con i mezzi, ci dicono di non utilizzare mezzi privati e poi ci lasciano a piedi con i mezzi pubblici”: esordisce così Luciano, passeggero abituale di entrambe le linee della metropolitana di Roma, ultimamente costretto a file interminabili sulla banchina, e a “viaggi della speranza” quotidiani.
Luciano abita nei pressi della fermata Ponte Mammolo, e ogni mattina, dall’inizio dello sciopero, trascorre oltre 10 minuti sulla banchina in attesa dell’arrivo di un treno che lo porti a Termini, coincidenza con la linea A, dove teoricamente dovrebbe continuare il suo viaggio fino alla fermata Barberini, adiacente al negozio in cui lavora. “Ho sempre trovato comodo l’utilizzo della metro per raggiungere il mio posto di lavoro, anche se il cambio di linea alla Stazione non è mai stato particolarmente agevole, ma visto ciò che sta succedendo ultimamente, ormai arrivato a Termini preferisco uscire dal circuito metro ed andare a piedi, nonostante la calura, pur di non affrontare la bolgia umana che si muove nei sotterranei di Termini, e non rischiare di rimanere incastrato nelle banchine”.
Francesca, cittadina “fortunata” che per recarsi sul posto di lavoro percorre solamente una tratta limitata della linea A (da Vittorio Emanuele a Ottaviano), ci dice che da martedì 30 giugno ha dovuto modificare le sue abitudini, resasi conto di non riuscire a prendere la metro nell’ora di punta. “Dopo qualche giorno che,a fronte di lunghe attese, ho visto sfilare davanti a me convogli talmente gremiti da non riuscire a salire e ho optato per l’autobus. I disagi sono notevoli anche sul trasporto su strada però: i bus passano meno spesso del solito, senza aria condizionata, pieni anche loro. Mi domando se il vero lavoro sia diventato arrivare in tempo a lavoro”.
A testimonianza di quanto raccontano gli utenti, la sezione “Lo stato del servizio in tempo reale” del sito www.roma.atac.it annuncia da giorni ritardi o forti ritardi sulle linee A e B della metropolitana e sulla Roma-Lido, dove è specificato che la frequenza dei mezzi è a 30’ (cioè dimezzata, se si pensa che nella stagione estiva i treni per Ostia normalmente dovrebbero partire ogni 15’), e talvolta ammonisce i passeggeri che l’accesso alle banchine della fermata Termini è contingentato.
I macchinisti ATAC protestano per colpire i vertici, la dirigenza e l’amministrazione dell’azienda, ma in realtà creano un disagio reale e tangibile più che altro ai poveri cittadini che devono recarsi a lavorare.