Scontri Roma e il mistero del poliziotto infiltrato: ma non è l’unico interrogativo
Non c’è solo il giallo del poliziotto voltafaccia nella manifestazione di sabato 9 ottobre a Roma
L’ultimo mistero relativo agli scontri di sabato 9 ottobre a Roma, nella mobilitazione contro il Green Pass, è quello legato al poliziotto dal “doppio ruolo”, documentato da diversi video mentre fomenta i no green pass contro le forze dell’ordine e poi picchia i manifestanti stessi. In un documento viene infatti coperto dal reparto mobile e in uno pare invece dare dare sostegno alle proteste.
Prima sequenza, Piazzale Flaminio. La folla in uscita da Piazza del Popolo, prima coagulata intorno all’obelisco, si espande su Piazzale Flaminio. Auto e ciclomotori non passano più. Dal palco avevano dichiarato “Ci prenderemo Roma”, è così sarà.
Focus sull”agente nel mirino. Indossa una t-shirt grigia, nuca rasata, muscoloso, si nota perché a differenza degli altri ha sul volto la mascherina. Si trova accanto a due blindati, dà spinte a uno dei due mezzi con gli altri manifestanti.
Seconda scena, via del Corso: lo stesso poliziotto, picchia un manifestante già a terra, circondato da altri agenti in borghese e in tenuta antisommossa. Il manifestante cerca di divincolarsi, lui lo picchia. Intervengono gli altri agenti per calmarlo. Il video si conclude con l’uomo in borghese che allontana il manifestante trascinandolo per i capelli.
“Lo abbiamo visto picchiare Valerio, uno dei nostri di Fiumicino” denunciano i militanti di Forza Nuova all’Adnkronos, “ma mai lo avevamo visto prima”. Fiore e Castellino (Forza Nuova) e altri 10, vengono arrestati il giorno dopo.
Secondo quanto riporta Roma Today si trattava invece un poliziotto in borghese, regolarmente in servizio, che si è in seguito denunciato. Le sue responsabilità sono al vaglio dei superiori. L’agente, fa sapere la Questura di Roma, si è presentato spontaneamente. Si sgonfierebbe quindi l’ipotesi dell’infiltrato.
Scontri No Green Pass e la stretta sulle proteste
Il poliziotto voltafaccia sarebbe dunque invece uno scambio di persona.
Restano tanti i misteri in una protesta in cui alla fine dal palco si sente gridare “Ora andiamo a occupare la Cgil” ma durante l’agitazione non compare neppure uno striscione contro i sindacati da parte dei manifestanti, e quel flusso di persone che finita la protesta in piazza viene lasciato a briglie sciolte, libero di invadere le strade senza alcun cordone, in una marea umana che riempie il Muro Torto. Un tragitto del resto prevedibile verso l’obiettivo dichiarato, nessuna resistenza, solo una camionetta davanti al sindacato.
La violenza va stigmatizzata senza titubare ma va compresa la sua matrice e se camuffa altre “funzioni” o interessi, altrimenti la sua mostruosità raddoppia. Arriva la condanna unanime della politica, la più lucida quella del PC che scrive “Il Fascismo non si strumentalizza, si schiaccia”.
Dirottare la questione esclusivamente sullo squadrismo, paralizzare l’opinione pubblica con l’infame etichetta di fascista criminalizzando più di 10mila persone, e così screditare le ragioni della protesta. Sfruttare la sacrosanta stigmatizzazione del fascismo per introdurre interventi proibitivi e autoritari sulla libertà di scendere nelle piazze, immediatamente annunciati dal Governo.
Gli infiltrati ci sono di certo e sono coloro che hanno infangato e demonizzato una manifestazione civile contro un abominio giuridico e sociale quale è il Green Pass. Quando la Costituzione prevede la vaccinazione obbligatoria e non la vaccinazione come ricatto-pena-la-perdita-del-lavoro e l’esclusione dai servizi e dalla dimensione sociale.
Non avranno mica ragione quei barbari dei complottisti, non sarà mica in atto una nuova strategia della tensione per dare un’ulteriore stretta alle proteste e strozzare il diritto al dissenso?