Scritte pro ISIS su via Casilina
Alemanno: “Inquietante”. Terroristi italiani in Siria ed Iraq reclutati anche nella Capitale
«Ci vendicheremo delle stragi degli americani», «Allah è grande», «Maometto è l’unico profeta», «Dove sono i guerrieri di Dio?». E ancora: «Ogni guerra contro di noi è una guerra persa», «Allah ti dà tempo, ma non si dimentica di te», «Siria!». Sono alcune delle frasi scritte in arabo e comparse sui muri del sottopasso di via Casilina all'altezza dello svincolo con via di Torrenova nel quartiere di Torre Angela, a Roma.
E' la prima volta che compaiono scritte di questo genere sui muri della Capitale, e il tutto diventa ancor più sconvolgente quando accanto alle frasi impresse con lo spray spunta anche il disegno della bandiera dell'ISIS, il cosiddetto Stato Islamico dell'Iraq e della Siria, giunto in questi mesi all'onore delle cronache per gli atti di barbarie e terrore perpetrati nei due Stati, appunto, di Siria e Iraq.
La Digos romana già indaga sull'accaduto e sta lavorando per individuare gli autori del gesto e la matrice dello stesso.
Intanto l'ex sindaco della Capitale Gianni Alemanno (FDI-AN) parla di "segnale grave e inquietante che non deve essere sottovalutato", proseguendo: "Questo segnale deve essere colto in tutta la sua gravità dal Ministero degli Interni e dagli organi di Polizia, non soltanto cercando di individuare l'autore materiale di queste scritte, ma aprendo una vasta inchiesta sulle possibili presenze fondamentaliste ed eversive negli ambienti islamici e nei luoghi di insegnamento coranico".
Mentre l'episodio di via Casilina rimane isolato ed unico nel suo genere, l'allerta delle Forze dell'Ordine rimane alta sulla possibile presenza di centri di indottrinamento legati alle fila dei terroristi dell'Isis anche nella Capitale. Come ha dichiarato nelle scorse settimane il ministro dell'interno Angelino Alfano in un'intervista al Corriere della Sera, i combattenti di nazionalità italiani attivi in Siria sarebbero infatti alcune decine, con un nucleo molto ristretto di ideologi e reclutatori, dei quali una decina sarebbero già morti. Il ministro ha inoltre dichiarato di essere in possesso di una lista consolidata dei connazionali che hanno abbracciato la causa dei fondamentalisti del Califfato islamico, e Roma sembrerebbe comparire nella lista delle città italiane da cui vengono reclutati i combattenti.