Scuola, ancora troppe incertezze: in quarantena per un raffreddore?
Scuola e quarantena: Obbligatorio l’isolamento per un raffreddore? Importante restituire ai bambini e famiglie la comunità educante
Scuola e quarantena: come conciliare sicurezza e istruzione?
Le scuole dovrebbero prendere avvio il 14 Settembre, come afferma il Ministero della Pubblica Istruzione. Attivo l’help desk per gli istituti scolastici che potranno rivolgersi a esso per dubbi e quesiti a cui non sanno dare una risposta in maniera autonoma.
Scuola, quarantena per un raffreddore?
Però sono ancora tanti i problemi da risolvere. Da chiarire l’uso delle mascherine e il comportamento da attuare in caso di presenza di raffreddori o febbre in classe. La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti sostiene che nel caso in cui i bimbi finissero in quarantena, sarebbe necessario che anche tutta la famiglia si sottoponesse all’isolamento presso le proprie abitazioni.
Oltre alle scuole dunque dovrebbero fermarsi anche le famiglie. Non si sa ancora se la Bonetti voglia rendere obbligatorio il provvedimento che porterebbe le famiglie a un vero e proprio lockdown che sembra tanto ricordare la Fase 1 di Marzo.
La Bonetti però sostiene l’importanza di congedi retribuiti e della possibilità per i genitori di lavorare in smart working. Ovvero «provvedimenti straordinari che già dovrebbero essere messi in campo nel Dl di agosto; stiamo ragionando su questo perché devono essere pronti prima possibile».
Sorgono le polemiche, la scuola impone quarantena anche per la famiglia?
Ma questo suscita numerose polemiche: sarebbero immani le conseguenze dal punto di vista economico ma anche da quello psicologico. Infatti, l’isolamento avverrebbe a prescindere dalla presenza di un caso conclamato di coronavirus. Un semplice raffreddore potrebbe portare al lockdown di famiglie intere.
Test sierologici e tamponi subito
Sarebbe fondamentale eseguire i tamponi ai primi sintomi per evitare di recludere le famiglie nelle proprie abitazioni. È auspicabile dunque che vi sia un monitoraggio attivo fin da subito per evitare le tristi e immani conseguenze che l’isolamento sociale avrebbe per i genitori. Conseguenze professionali, economiche e psicologiche.
Lo smart working sicuramente riduce le difficoltà economiche e pratiche delle famiglie ma si perde di vista un importante aspetto. Quello del contatto sociale al di fuori della propria famiglia.
Rilevazione della temperatura
Resta poi il problema della misurazione della febbre. Compito delegato ai genitori che devono registrare la temperatura dei figli a casa. La Bonetti auspica «che ci siano percorsi dedicati, veloci, facilmente attivabili da parte delle famiglie, per far fare il tampone ai bambini nei casi di sospetto contagio. Senza lungaggini, perché ne va non solo della salute dei bambini e delle loro famiglie, ma anche del loro percorso educativo. Rimettere l’educazione al centro del Paese vuol dire concretezza di scelte che permettano di vivere davvero la scuola, ed è quello che dobbiamo fare».
La misurazione della febbre a casa suscita numerose critiche. C’è chi sostiene che andrebbe misurata prima e dopo l’ingresso a scuola e alcune regioni, come la Campania, stanno ipotizzando di farlo.
“La priorità è riportare i bambini a scuola”
«La priorità è riportare i bambini a scuola restituendo loro il diritto primario ad un luogo ed una comunità educante. Alla politica e a tutto il Paese compete la responsabilità di rendere possibile questo ma con un passo in più: agevolare il ritorno a scuola nel modo più certo, stabile, sicuro per le famiglie. Dobbiamo anche garantire informazioni chiare e procedure semplici e adeguate». Ecco le parole della ministra Bonetti.
Sicuramente è importante che le scuole vengano riaperte in sicurezza e che ci si attivi per tempo per permettere ai bambini e ai genitori di ritornare alla tanta agognata “normalità”.